Energia pulita, c'è chi dà i numeri

Cifra per cifra, le dimensioni dell'energia verde in Italia. E i veri termini di una questione su cui è fin troppo facile sollevare polveroni.

04/03/2011
Un complesso scolastico negli Usa "coperto" di pannelli solari.
Un complesso scolastico negli Usa "coperto" di pannelli solari.

La battaglia sugli incentivi alle rinnovabili scalda gli animi in Parlamento, tra i produttori (che chiederanno al presidente della Repubblica di non firmare il decreto del Governo che rinvia a maggio ogni decisione sull'entità degli incentivi) e anche tra i nostri lettori. Sul tema, però, è assai facile sollevare polveroni. Ci pare quindi utile fornire tutte le cifre corrette sulla questione.   

     Il prezzo scarso di un caffè con cornetto, ogni mese: 1 euro e 70 centesimi, a partire dal 2011. È quanto costerà in bolletta, a ogni famiglia italiana, lo sviluppo dell’energia solare nel nostro Paese se venissero confermati gli incentivi. Gli italiani pagano l’1,6% per il fotovoltaico contro l’8% dei tedeschi.   

     A fronte di questa spesa, i posti di lavoro creati dal fotovoltaico sono oggi 15 mila (lo stesso numero di addetti di una grande industria nazionale, come ad esempio la Barilla), e saliranno a un totale valutato tra 210 mila e 225 mila nei prossimi 9 anni. Infine, entro il 2020, l’energia dal sole produrrà 110 miliardi di euro in termini di ricchezza generale, portando alle casse dell’erario circa 50 miliardi di euro nei prossimi 30 anni. Un bel contributo in un periodo segnato da una dura crisi economica.  

     Secondo i produttori del solare, il decreto come approvato determinerebbe invece sin da subito effetti pesantemente negativi come il ricorso immediato alla cassa integrazione straordinaria (stimabile in oltre 10.000 unità direttamente impegnate nel settore), il blocco degli investimenti per i prossimi mesi di oltre 40 miliardi di euro, il blocco delle assunzioni e la perdita di qualificati posti di lavoro. Inoltre subiranno un blocco immediato gli ordinativi già in corso per un valore di circa 8 miliardi di euro e i contratti già stipulati per circa 20 miliardi di euro.   

I dati certificati    

     La situazione paradossale è che secondo il Governo bisognerebbe fermare la crescita del solare perché siamo stati troppo bravi, l’Italia starebbe per raggiungere l’obiettivo fissato dal Governo per il fotovoltaico, di 8.000 megawatt al 2020 già adesso. E' davvero così?  

     I dati dei produttori, confortati dalle ricerche di Credit Suisse, Morgan Stanley e Jefferies & Company, indicano una situazione sensibilmente diversa. Secondo le valutazioni di Asso Energie Future e Grid Parity Project, confermate da quelle dagli organismi internazionali e da Asso Solare, a metà 2011 si arriverebbe a 4.700 megawatt installati, non a 7.000. Per raggiungere la quota prevista dal GSE bisognerebbe infatti supporre che quasi tutte le richieste già presentate per ottenere gli incentivi 2010 si trasformino in impianti operativi al 30 giugno 2011.  

     Cosa è successo, allora? “Una parte delle richieste di incentivi è stata probabilmente avanzata da chi non aveva il diritto di farlo”, spiegano i presidenti di Asso Energie Future e Grid Parity Project. “Per accedere al secondo conto energia, più conveniente, sono state presumibilmente fatte delle dichiarazioni false o esagerate da alcuni furbi. Inoltre, la confusione è stata massima, soprattutto negli ultimi giorni: ci sono domande che sono arrivate e sono state registrate numerose volte. Anche il GSE sta rivedendo le stime, ma intanto il danno è fatto”.  

     Per colpa dei soliti furbi e della malavita che salta sul carro delle rinnovabili, come investe in qualsiasi settore promettente, rischiamo di bloccare la crescita del solare. Un po' come se – visto che i supermercati vengono a volte aperti per riciclare il denaro sporco – proibissimo per decreto l'apertura di nuovi supermercati.  

   

La polemica sui terreni agricoli

     Una delle polemiche che riguardano il fotovoltaico è poi la crescente occupazione di suoli agricoli. Eppure, solo un 50% di pannelli è stato installato a terra, il resto è stato costruito su tetti e coperture. Senza considerare che gli impianti a terra si fanno anche in aree industriali dismesse e non solo su suolo agricolo. “I terreni agricoli marginali sono adatti allo sviluppo del fotovoltaico. La perdita di terreni agricoli avviene purtroppo, ogni anno e in maniera irreversibile, per l'espandersi del cemento. Quanto al solare, sono occupati dai pannelli 4.800 ettari, a fronte di un milione di ettari non coltivati e di una superficie coltivabile pari a 13 milioni. Il problema quindi, se tale lo si può definire, riguarda lo 0,04% del terreno agricolo”, spiega Giuseppe Onufrio, direttore generale di Greenpeace Italia.  

     C’è anche da osservare che l’obiettivo fissato dal Governo per il fotovoltaico, 8.000 megawatt al 2020, è molto modesto: sarebbe in linea solo con un andamento mediocre del mercato che escluderebbe l’Italia dal gruppo dei Paesi in competizione per questo settore della green economy. Per avere un punto di paragone basta pensare che la Germania, un Paese che non ha certo più sole dell’Italia, si è data come target, per la stessa data, 52.000 megawatt e ha installato ad oggi 18.000 megawatt.  

     Già numerosi istituti di credito hanno fatto sapere che, per la confusione generata dal decreto adottato  dal Consiglio dei ministri, i finanziamenti necessari alle aziende e alle famiglie per installare un pannello fotovoltaico sono stati bloccati.  “Lo schema di decreto nel testo adottato dal Consiglio dei Ministri è palesemente illegittimo sotto il profilo costituzionale in quanto viola uno dei principi cardine del nostro ordinamento giuridico che è la certezza del diritto e la tutela dell’affidamento, ed è in contrasto altresì con le norme internazionali della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. Inoltre è un atto arbitrario del Governo senza l’intesa delle Regioni che si sono pronunciate su un testo sostanzialmente diverso da quello approvato dal Consiglio dei ministri. Sono state inoltre violate le prerogative parlamentari e, in particolare, la delega conferita al Governo. In altre parole il Governo ha adottato un testo con finalità opposte a quelle fissate dal Legislatore”, ha detto Pietro Pacchione, consigliere delegato di APER, associazione che raccoglie 480 imprese operanti nel settore delle rinnovabili.

     Per finire: su quanto incidono le energie rinnovabili nella bolletta delle famiglie, consultate il pezzo già pubblicato in Famigliacristiana.it, intitolato "Tagli alle rinnovabili, indietro tutta".
    

Gabriele Salari
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Postato da eugallesi il 10/03/2011 17:46

Gentili signori di Famiglia cristiana, leggo solo ora l'interessante dibattito sulle rinnovabili e devo dire che apprezzo la grinta di alcuni vostri lettori. Soprattutto mi sorprende piacevolmente il fatto che non prevalgano come al solito le geremiadi degli ambientalisti estremi. L'ecologia è una cosa troppo seria per lasciarla nelle loro mani. Se posso, vorrei smascherare anch'io una piccola "bugia" di lorsignori. Vedo che Sapienza fa distinzione tra VERE rinnovabili (lo scrive in maiuscolo) e quelle che lui definisce "non" rinnovabili. Non dice tutto il falso, ma riesce a nascondere una parte importante della verità. I fondi stanziati per le assimilate riguardano principalmente inceneritori e rigassificatori. Di quest'ultimi abbiamo bisogno come il pane per non subire i ricatti del compagno Putin e soci. E, in ogni caso, il metano è molto meno inquinante di petrolio e carbone. Sugli inceneritori, invece, due considerazioni: chiedete ai bresciani, solo per citare un caso, che cosa ne pensano. Da anni riscaldano gran parte delle loro case a costi contenuti e senza diossina, checché ne dica il giullare Grillo (sì, quello che ha redditi dichiarati per 4 milioni di euro l'anno: il resto non so). Poi pensate alle montagne di rifiuti di Napoli. E ditemi se non vanno incentivati. Dimenticavo: gli inceneritori utilizzano i rifiuti domestici e sfido chiunque a sostenere che sia una fonte che non si rinnova...

Postato da antonel il 08/03/2011 19:34

L'affermazione "per le scorie non c'è soluzione" è quantomeno azzardata. Ma parliamo di idroelettrico..

Postato da antonel il 08/03/2011 19:10

Carissimo Onufrio, visto che Lei è molto preoccupato delle emissioni di Co2, Le ricordo che né il nucleare né l'idroelettrico ne emettono. Ho letto che il sigtnor Scaglione ha ufficialmente definito "rinnovabile" anche l'energia idrica. Mi piacerebbe sentire il Suo parere. Ps. Chiedo scusa alla signora Fenice se ho spedito il comunicato dell'Autorià che lei aveva già mandato. Ma quando l'ho inviato non era ancora visibile.

Postato da gonufrio il 08/03/2011 13:32

per l'esimio antonel Immagino lei non sia molto interessato a che si riducano le emissioni di CO2. Per farlo un contributo importante viene e potrà venire ancora di più in futuro dalle tecnologie solari. Molti dei terreni cosiddetti "agricoli" in realtà non lo snon più ed è per questo che, assieme ad altre associazioni ambientaliste, avevamo chiesto di restringere il divieto nelle aree agricole ”destinate a coltivazioni tipiche o di pregio, indicate dalle Regioni , sentite le Province interessate”. Detto questo, la mia dichiarazione riguardava il fatto che comunque si tratta di quantità marginali per gli obiettivi che si devono raggiungere, ammesso (e non concesso) di fare solo impianti a terra. Trovo questa polemica sulle rinnovabili strumentale e certamente agitata da chi difende gli interessi delle fonti fossili e del nucleare. Un conto e regolare razionalizzando incentivi e processi autorizzativi, un altro è bloccare - come si sta facendo - lo sviluppo delle fonti che non emettono CO2 e non lasciano scorie per le quali non esiste alcuna soluzione.

Postato da antonel il 07/03/2011 17:14

AUTORITA' PER L'ENERGIA 26-01-2011 Il costo totale per l'incentivazione delle sole fonti rinnovabili (escluse le assimilate) ha raggiunto i 2,5 miliardi di euro nel 2009, sfiora i 3,4 miliardi nel 2010 (di cui 800 milioni legati alle rinnovabili CIP6, 1600 ai certificati verdi, 800 al fotovoltaico e 180 alla tariffa fissa onnicomprensiva) e supererà i 4 miliardi di euro nel 2011. Per la prima volta, nel 2010, il costo complessivo dei nuovi strumenti di incentivazione (pari a 2,6 miliardi di Euro) ha superato i costi complessivi, incluse le fonti assimilate, del provvedimento CIP n. 6/92 (pari a 1,9 miliardi di Euro).

Postato da fenice il 07/03/2011 00:01

Il costo totale per l'incentivazione delle sole fonti rinnovabili (escluse le assimilate) ha raggiunto i 2,5 miliardi di euro nel 2009, sfiora i 3,4 miliardi nel 2010 (di cui 800 milioni legati alle rinnovabili CIP6, 1600 ai certificati verdi, 800 al fotovoltaico e 180 alla tariffa fissa onnicomprensiva) e supererà i 4 miliardi di euro nel 2011. Per la prima volta, nel 2010, il costo complessivo dei nuovi strumenti di incentivazione (pari a 2,6 miliardi di Euro) ha superato i costi complessivi, incluse le fonti assimilate, del provvedimento CIP n. 6/92 (pari a 1,9 miliardi di Euro). Fonte: Agenzia per l'energia elettrica e il gas (26 gennaio 2011).

Postato da Massimo Daniele Sapienza il 06/03/2011 21:59

Ecco i VERI costi in bolletta. Cerchiamo di fare chiarezza e di fare un servizio ai cittadini. Fonte l'Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas: Dati in milioni di Euro
A) TOTALE VERE Rinnovabili 2.756
1) Certificati Verdi ritirati dal GSE 940
2) Fotovoltaico 826
3) Cip6 (effettivamente rinnovabili) 777
4) tariffa omnicomprensiva 222
B) Totale non rinnovabili : 3.052
5) Assimilate 1214
6) Agevolazioni tariffarie per le Ferrovie (A4) 355
7) Oneri nucleari (A2 + MCT) 285
8) Finanziamento attività di ricerca (A5) 60 9) Integrazioni tariffarie per isole minori (UC4) 70
10) Bonus elettrico (As) 70
11) Efficienza energetica (UC7) 30
12) IVA sul totale degli oneri 968

Postato da antonel il 06/03/2011 21:13

Gentile signor Scaglione, ma dove prendete i dati voi di Famiglia cristiana? E soprattutto, chi intervistate? L'ineffabile signor Onufro di Greenpeace si dimentica di dire che per una centrale elettrica solare con una potenza di una centrale termoelettrica media occorrerebbe coprire una superficie di migliaia di ettari e che i pannelli attualmente insediati su terreni agricoli sono una truffa o poco meno. Devastano il territorio e danno risultati risibili. Per non parlare del rifiuto dell'eolico da parte delle popolazioni interessate. Concordo con Libero Leo: perché pubblicate solo articoli "militanti"?

Postato da fenice il 06/03/2011 19:25

http://www.autorita.energia.it/it/dati/int04_09.htm

Postato da frassinello il 06/03/2011 19:15

Signor Vicedirettore, non so che cosa dica Eurostat, ma penso che anche a proposito della produzione di elettricità abbia ragione la signora (o signor?) Fenice

Postato da fenice il 06/03/2011 18:54

Caro Scaglione, penso che lei abbia una fonte inquinata: nel 2009 l'energia elettrica consumata in Italia è provenuta per il 67,3 da centrali termoelettriche insediate nel nostro Paese (compreso un 2 per cento di combustibile ricavato da biomasse), per il 13,3 per cento da centrali estere e per il 19,4 per cento da fonti rinnovabili. Nel 2010 questa percentuale è salita al 23,26 per cento. Se è in grado di confutare questi dati Le chiedo scusa, altrimenti mi piacerebbe che ammettesse l'errore. Grazie dalla sua (non suo) Fenice

Postato da DOR1955 il 06/03/2011 16:14

Forse le decisioni del governo italiano non sono state prese dal consiglio dei ministri ma dalle Lobby che controllano le fonti energetiche (ENI in primis = petrolio). Se ai nostri "illuminati" ministri stesse a cuore il bene dell'Italia (inteso anche come salute dei cittadini) forse dovrebbero prendere misure molto più pregnanti a favore delle energie alternative (rimodulando di certo gli incentivi e prendendo in considerazione tutte le possibili fonti di energia alternativa). Forse, dietro a questo decreto, ci sono enormi interessi da difendere e non importa se questo va a scapito della salute. Poveri stolti (come dice il Vangelo di oggi 6 marzo); non si rendono conto che loro non respirano un'aria diversa. Ma sopratutto non si rendono conto che le conseguenze negative le avranno anche i loro figli e nipoti. Stolti due volte!!

Postato da Libero Leo il 06/03/2011 13:13

Per Fulvio Scaglione. Gabriele Salari ci ha illustrato tutti i pro del solare; non ha indicato un solo contro. Ciò mi induce a ritenere che sia di parte. Non sarebbe bene ospetare in FC qualcuno non di parte, che possa dirci i pro ed i contro? Oppure, in subordine, uno che ci esponga i contro? Solo in questo modo potremo avere informazioni più adeguate per giungere alla verità.

Postato da frassinello il 06/03/2011 10:45

Signor Vicedirettore, mi sa che abbia ragione la signora Fenice. L'1,70 euro al mese per famiglia media non è un dato attendibile. Contrasta con quelli ufficiali dell'Autorità dell'Energia. Che poi alcune banche d'investimento lo confermino (come dice il signor Sapenza) dimostra solo che fanno parte della "casta" che sul fotovoltaico ci guadagna eccome a spese di noi contribuenti. Ha letto l'articolo di Sergio Rizzo sul Corriere di qualche giorno fa? Ce n'è anche, appunto, per le banche.

Postato da fenice il 06/03/2011 10:09

Ok, signor Sapienza, non mi prenda per i fondelli. Ho scritto che Voi fotvoltaici strillavate che il tetto di 8mila era già praticamente raggiunto. Non lo è, meglio, allora mettiamolo prima che il mangia-mangia (versione para-ambientalista del bunga-bunga) dilaghi. Caro Scaglione, i dati che Lei è andato a pescare sono veri se si esclude la produzione idroelettrica, che in Italia è di oltre il 15 per cento. Se per lei l'acqua non è "rinnovabile"... La verità è che gli ambientalisti sono contro le dighe e quindi farloccano.

Risposta di: Fulvio Scaglione (vice direttore FC)

Caro (o cara) Fenice,

prima di scrivere sarebbe buona norma leggere. In questo caso, faccia lo sforzo di andare fin sul sito Eurostat e compulsare la ricerca che Le ho indicato. Vedrà che è compresa anche la quota idroelettrica. Perché l'acqua è, appunto, rinnovabile

Saluti

Postato da Massimo Daniele Sapienza il 05/03/2011 22:50

Caro Fenice, i miei dati saranno discutibili ma sono condivisi da oltre dieci istituti di ricerca e banche di investimento. Ma le dico di più: vada sul sito del GSE che è l'ente di stato che paga gli incentivi. In homepage trova il contatore con gli impianti allacciati. Le lascio il link: http://www.gse.it/Pagine/default.aspx i MW allacciati al 5 Marzo 2011 sono 3.769. Caro Fenice si fidi dei fatti e non della propaganda

Postato da giogo il 05/03/2011 12:13

Dall'articolo si evince e mi convince che molti ministri (e il suo presidente) sono dei professionisti ...del bunga bunga! saluti

Postato da fenice il 05/03/2011 10:53

Secondo GSE (Gestore servizi elettrici), al 31 dicembre 2009 l'Italia era al terzo posto in Europa per la potenza eolica installata e per la produzione dal solare, rispettivamente sesta e quinta al mondo. Ma la piantiamo di fare della demagogia verde?

Risposta di: Fulvio Scaglione (vicedirettore FC)

Gentile (o gentile) Fenice,
se la foga e la passione politica fossero sufficienti, ci avrebbe certo convinti. Purtroppo non bastano. Al posto di affastellare cifre prese a destra e a manca, consulti "Renewable Energy Statistics" di Eurostat, l'istituto statistico dell'Unione Europea. Scoprirà questo: l'incidenza delle energie rinnovabili sul consumo finale di energia in Europa è dell'10,3%; in Italia è del 7%, mentre l'obiettivo per noi fissato dal Patto 2020 è del 17%.

Cordialità

Postato da fenice il 05/03/2011 10:42

Per correttezza, a proposito di dati esatti: nel 2008 la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è stata in Italia del 18,71 per cento. Nel 2009 è salita al 23,26. Fonte: Autorità per l'Energia.

Postato da fenice il 05/03/2011 10:07

Ma non vi dice niente che i produttori strillino contro il tetto di 8000 MW perché sarebbero già quasi tutti installati? Secondo loro siamo già a 7400 MW (guarda caso i 4700 di Sapienza, fonte quanto meno sospetta, sembrano più un refuso che un dato attendibile), quindi a un passo dalla saturazione. Tutto il resto è opinabile e ognuno la può pensare come vuole, ma ricordando che le fonti rinnovabili coprono già oggi in Italia il 23,7 per cento della produzione di energia elettrica (Fonte: Fondazione Moressa). Che non è poco.

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