18/05/2011
Al centro: l'astronauta Mark Kelly, comandante di Endeavour, accolto sulla Stazione spaziale internazionale.
Per un problema tecnico è saltata la trasmissione Tv in diretta dell'incontro storico tra due astronauti italiani sulla Stazione spaziale internazionale. Dunque, al momento in cui scriviamo non ci sono ancora immagini ufficiali della stretta di mano, a 400 chilometri dalla Terra, che poche ore fa ha segnato l'incontro nello spazio tra Roberto Vittori e Paolo Nespoli.
Partito lunedì da Cape Kennedy a bordo della navetta Endeavour, Vittori ha raggiunto il connazionale Nespoli, in orbita da dicembre, a bordo della International Space Station. Lo Shuttle, con sei astronauti a bordo, ha raggiunto oggi il grande laboratorio scientifico, attraccando al “nodo numero 2” della struttura. Due ore più tardi, aperto il portello, l'equipaggio di Endeavour ha abbracciato i colleghi (tre russi, due americani e l'italiano) che abitano la Space Station. Nespoli è al termine di una missione particolarmente lunga - quasi sei mesi in assenza di peso, respirando un'atmosfera artificiale - e dura. Sul piano operativo, con un'agenda quotidiana fitta di cose da fare, e ancor più sul piano umano.
Paolo Nespoli
Pochi giorni fa, infatti, è morta improvvisamente la madre e
l'astronauta non ha potuto darle l'estremo saluto.
Insieme con le provviste (fra i rifornimenti c'è sempre qualche cibo
fresco, molto gradito), la navetta Endeavour ha portato alla Stazione
Spaziale nuovi equipaggiamenti, fra i quali antenne per le
comunicazioni, e strumenti.
Roberto Vittori
Il più importante è l'Alpha Magnetic Spectrometer, che servirà agli
scienziati per cercare di sciogliere due grandi misteri dell'universo.
Quello dell'antimateria, misteriosamente “evaporata” dopo il big bang, e
quello della “materia oscura”, che - sinora invisibile - dovrebbe
costituire oltre il 90 per cento del cosmo.
Giancarlo Riolfo