24/05/2011
L'astronauta Paolo Nespoli.
Dopo 159 giorni nello spazio, questa notte Paolo Nespoli è tornato sulla Terra. L’astronauta è atterrato a bordo della navicella Soyuz TMA-20 nella steppa del Kazakistan alle 4,27 ora italiana. Con lui nel minuscolo abitacolo a forma di campana il cosmonauta russo Dimitri Kondratyev e l’americana Catherine Coleman. Ora, dopo quasi sei mesi in orbita, dovranno riadattarsi alla vita sulla Terra. A quella forza di gravità che li schiaccia.
Paolo Nespoli e Roberto Vittori si stringono la mano, in assenza di gravità, sulla Stazione spaziale internazionale.
Le ultime ore di Nespoli sulla Stazione Spaziale Internazionale sono
state intense. Ieri, due giorni dopo la videoconferenza con il Papa, il
collegamento in diretta con Giorgio Napolitano, che da Quirinale ha
voluto salutare l’astronauta al termine della sua lunga permanenza in
orbita e l’altro italiano, Roberto Vittori, che l’ha raggiunto mercoledì
scorso a bordo dello Shuttle Endeavour. Insieme con loro, il Presidente
si è intrattenuto con Kondratyev e con il comandante della navetta
americana Mark Kelly, che si è rallegrato per i 150 anni dell’unità
d’Italia. Un dialogo cordiale, con l’aiuto dell’interprete, e Napolitano
che si è scusato in russo e in inglese per la sua scarsa conoscenza
delle lingue.
Gli astronauti italiani (era dal 1996, con il volo Shuttle di Maurizio
Cheli e Umberto Guidoni, che due nostri connazionali non si trovavano
insieme in orbita) hanno spiegato l’importante contributo dell’Italia
alla ricerca scientifica e alla Space Station. Poi hanno mostrato il
tricolore, strappando l’applauso del Presidente.
Il momento in cui l'abitacolo sganciato dalla navicella Soyuz atterra nella steppa del Kazakistan con a bordo Paolo Nespoli e altri due colleghi astronauti, il russo Dimitri Kondratyev e l’americana Catherine Coleman.
Prima di indossare la tuta a pressione Sokol per entrare nella Soyuz e
iniziare il breve viaggio di ritorno, Nespoli ha salutato l’amico
Vittori, che tornerà con lo Shuttle fra pochi giorni, e ha lasciato su
Twitter un breve messaggio con il desiderio di poter mangiare presto una
pizza. Una piccola debolezza più che comprensibile dopo sei mesi di
cibi liofilizzati o in scatola.
Giancarlo Riolfo