Saint Tropez
La Ponche ha sempre avuto uno charme particolare.
E'stato forse l'ultimo quartiere a veder sostituire i pescatori seduti
sul molo a rosolare sardine, coi rampolli del jet set scesi da yacht
interminabili e le donne intente a riparare le reti, con fanciulle
appariscenti issate su tacchi vertiginosi.
La Ponche é pigra, ha
quell'indolenza dei paesi dove é sempre estate e ha poca voglia di
cambiare. Eppure la storia é passata di qui e più precisamente da un
grazioso edificio giallo chiamato Hotel de La Ponche, il più piccolo e
certamente il più originale fra i quattro stelle di Saint Tropez.
Decenni di cultura francese e generazioni di artisti sono passati
sotto gli occhi della donna che, aldilà del vecchio bancone di zinco
che farebbe la gioia dei collezionisti, ha vegliato per mezzo secolo
sull'evoluzione di questa borgata marinara diventata regina del mondo
VIP.
Questa donna si chiamava Marguerite e aveva un cognome italiano,
Quindici.
La sua famiglia era originaria di un altro posto di mare, Procida. E
come tutte le genti cresciute davanti al gigante blu, Marguerite aveva
imparato a non montarsi mai la testa e a guardare con un occhio di
distacco tutto quell'agitarsi di starlette, cervelloni e geni folli
che sedevano alla sua terrazza assolata.
Eppure Juliette Greco, aveva
detto un giorno: "Se i muri della Ponche potessero parlare..."
I muri sono rimasti silenziosi, ma Simone Duckstein, figlia di
Marguerite, rivela con gioia la sua cornucopia di ricordi. La storia
dell'hotel é talmente densa di avvenimenti che il passato ha pensato
di avanzare un passo nel presente, rimanendo tangibile nelle stanze
incastonate fra le tegole rosse del borgo, già dipinte da Paul Signac
e Matisse.
Seguendo il filo dei racconti della Duckstein, pare di
vederlo, Roger Vadim, seduto al bancone con aria contrariata e intento
a ordinare dosi doppie di liquore per dimenticare la storia che sta
nascendo sul set di "Et Dieu crea la femme" tra la "sua" Brigitte
Bardot e Jean Louis Trintignant. E pare di vederla, lei, la
leggendaria Bardot, col suo inconfondibile broncio da bambina e il suo
vestito a quadretti vichy, ballare sui tavoli della terrazza sotto lo
sguardo pieno di disapprovazione di Marguerite. E pare di vederlo,
Boris Vian trascorrere notti insonni a parlare di tutto e di niente
con Albert, il marito di Marguerite. Questi dopo una giornata di
lavoro cascava dal sonno, ma quel parigino stravagante, arrivato qui a
bordo di una lenta vettura d'epoca, una Brazier del 1911, a lui era
proprio simpatico. Poi ci fu Orson Welles.
A Saint Tropez, ogni anno a
maggio si celebra da ben cinque secoli la "Bravade", una vivace
processione di uomini in antica divisa militare e donne in costume
provenzale. Orson Welles si divertiva a disegnare schizzi di quella
folla multicolore, seduto alla terrazza della Ponche. Quel carnet finí
alla figlia Rebecca, avuta con la divina Rita Hayworth e un giorno
Rebecca lo offrí a Simone Duckstein, attuale proprietaria dell'hotel,
che lo tiene ancora gelosamente nell'ufficio dell'albergo.
Da piccola
Simone si aggirava fra i tavoli degli adulti più o meno illustri che
soggiornavano lí per l'estate. Alcuni, come Simone De Beauvoir con un
insolito turbante in testa e Jean Paul Sartre con la sua pinguedine e
i suoi spessi occhiali da miope, la incuriosivano. Altri, come Picasso
dagli occhi severi color carbone, la terrorizzavano e altri ancora,
come la leggiadra Romy Schneider, la affascinavano. Una delle ospiti
più fedeli a quelle stanze fu senza dubbio la scrittrice Françoise
Sagan, icona della Nouvelle Vague e autrice di "Bonjour tristesse".
Tornò ogni anno, immortalando La Ponche nel suo libro di memorie "Avec
mon meilleur souvenir". Col mio migliore ricordo. Forse, quello di
un'intera generazione di artisti cristallizzata per sempre nell'età
della spensieratezza.
La curiosità
La famosa "moda alla marinara" che imperversò negli anni
Sessanta, venne lanciata da Catherine Vachon, la cui modesta boutique
di vestiti era allora accanto all'hotel La Ponche. Un giorno,
Catherine ebbe l'idea di usare come modella per le sue magliette a
righe una turista di sedici anni. Quella ragazzina si chiamava Brigitte
Bardot.
Pubblicato il 26 luglio 2011 - Commenti (0)