27/07/2012
Giuliano Pisapia, sindaco di Milano (foto Ansa).
27 voti favorevoli, 7 contrari e 4 astenuti: con questi numeri è stato approvato a Milano l'istituzione di un Registro delle Unioni Civili. Una decisione che è stata presa dopo una votazione durata più di 11 ore.
Una decisione che farà molto discutere. Lo scorso 25 luglio Francesco Belletti, presidente del Forum delle Associazioni Familiari aveva inviato un telegramma al sindaco ed al presidente del Consiglio comunale di Milano con queste parole:
Come presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari, ma soprattutto come cittadino milanese, rivolgo un pressante invito al sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, alla giunta da lui presieduta, a tutti i consiglieri comunali, perchè non approvino la delibera sulla istituzione di un registro delle unioni civili. Il tema si è dimostrato estremamente controverso, come documenta il dibattito pubblico e consiliare, e la fretta con cui si vuole procedere è certamente una cattiva consigliera. La città di Milano merita di restare sulla scena nazionale per ben altre eccellenze.
Un invito rimasto inascoltato.
Francesco Belletti.
Alla notizia dell'approvazione del Registro, avvenuta questa notta in Consiglio comunale, Francesco Belletti ha aggiunto: «Ci pare che i cittadini di Milano abbiano guadagnato ben poco da questa
iniziativa. Il dato poco piacevole è che sulla
povertà delle famiglie, sui servizi e sull’aiuto alle famiglie in
difficoltà mai un Consiglio comunale e tanto meno quello di Milano ha
dedicato così tanta energia e impegno in progetto politico».
Per il
presidente del Forum delle Associazioni familiari, «oggi a Milano ha vinto
l’ideologia». Si tratta, insomma, della «conferma che la politica ha uno
sguardo strabico sulla famiglia. Non ho visto finora nelle scelte strategiche del comune di Milano alcun
investimento sulle famiglie con figli o sostegno reale ai giovani che
decidono di sposarsi».
Ora quello che Belletti si aspetta dalla politica milanese «è che, esaurita l’attenzione a diritti puramente
teorici più legati ad equilibri politici nazionali che ai bisogni reali,
si occupi delle famiglie concrete che da anni combattono la loro
battaglia contro la crisi e contro l’impoverimento che la nascita di un
figlio purtroppo genera».
Orsola Vetri