Il mondo scientifico e il metodo stamina

L’ambiente scientifico si è espresso negativamente sulle varie misure adottate dal Ministero della Salute. Molte le perplessita verso il "metodo stamina".

20/03/2013

La vicenda dei pazienti sottoposte alle cure con cellule staminali secondo il metodo della Stamina Foundation ha immancabilmente suscitato le reazioni dell’ambiente scientifico che si è espresso negativamente sulle varie misure adottate in corso d’opera dal Ministero della Salute. In particolare, una prima lettera è arrivata da 13 fra i maggiori esperti di staminali a livello internazionale, insieme a farmacologi e giuristi, fra cui il direttore dell'istituto Mario Negri Silvio Garattini.

In sintesi, vi si esprime tutta la perplessità nei confronti dell’autorizzazione finale data ad alcuni di loro all’applicazione di questa terapia dal momento che «non esiste nessuna prova che queste cellule abbiano alcuna efficacia nelle malattie per cui sarebbero impiegate”. Addirittura, si parla di “stravolgimento dei fondamenti scientifici e morali della medicina, che disconosce la dignità del dramma dei malati e dei loro familiari».

Anche sei tra società scientifiche e gruppi di lavoro hanno voluto sottolineare che «a salvaguardia dei pazienti, le terapie cellulari richiedono la preparazione delle cellule in strutture (cell factory) altamente qualificate e certificate e che le terapie innovative devono essere condotte su una solida base scientifica, secondo i parametri della ricerca medica internazionale, e attentamente valutate».

Di fronte a questa lunga serie di reazioni provenienti da più contesti, il Ministero della Salute ha deciso di varare delle nuove regole sulle cosiddette “cure compassionevoli”, ovvero le terapie sperimentali in fase avanzata, che non sono ancora approvate dagli organi competenti e prescrivibili in casi da valutare singolarmente. Aumenta il rigore: la preparazione delle terapie deve avvenire solo in laboratori autorizzati e specializzati, sussiste la responsabilità per i medici prescrittori e per le strutture produttrici riguardo all'esito dei trattamenti, trasparenza obbligatoria su tecniche e risultati.

In questi giorni, un ulteriore passaggio nella vicenda di Sofia, la bimba di 3 anni e mezzo affetta da una grave malattia degenerativa al centro dell’ultima disputa in ordine di tempo sulla somministrazione di staminali con protocollo Stamina presso gli Spedali di Brescia. Il giudice di Livorno ha accolto il ricorso d'urgenza presentato dai genitori con un provvedimento che garantisce a Sofia il completamento della cura. Il 2 aprile sarà discusso il merito del ricorso ma i genitori hanno espresso fiducia e apprezzamento.

Alessandra Turchetti
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