28/09/2012
Si chiama “International Campaign for Women’s Right to safe abortion” ed è stata celebrata oggi, 28 settembre. Si tratta di manifestazioni pubbliche patrocinate e sostenute dall’organizzazione femminista Women’s Global Network for Reproductive Rights per chiedere l’estensione a livello planetario di norme giuridiche a favore dell’aborto, soprattutto in paesi, come l’America Latina, dove resistono ancora legislazioni restrittive contro l’aborto.
A proposito di aborto, sono state da poco pubblicate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nuove direttive tecniche riguardanti proprio l’interruzione volontaria di gravidanza in un documento intitolato “Safe abortion: technical and policy guidance for health systems” (“Aborto sicuro: guida tecnica e politica per il sistema sanitario”). Nel documento si afferma, tra l’altro, che i medici obiettori di coscienza devono indicare alla donna un altro medico disposto a fare l’intervento e che lavori nello stesso centro sanitario o in altro facilmente accessibile. In mancanza deve eseguire lui stesso l’interruzione volontaria di gravidanza, dimenticandosi di essere obiettore. Un’aberrazione giuridica, che viola pesantemente la coscienza individuale dei medici. Un tentativo, che potrebbe definirsi “goffo” se non fosse drammaticamente reale, di superare le resistenze individuali alla pratica dell’aborto che concretamente si registrano numerose nel mondo.
«Un’iniziativa che sconcerta e preoccupa», ha commentato Pino Morandini, vicepresidente del Movimento per la vita italiano in un comunicato stampa di oggi. «Stupisce che si arrivi a esaltare un valore che è negativo da qualunque parte lo si guardi. Avremmo volentieri condiviso questa giornata se fosse stata dedicata alla prevenzione dell’aborto, valore – questo sì – positivo che esalta la solidarietà e l’aiuto reciproco». Morandini fa risalire l’indizione della giornata pro aborto a «lobby internazionali che continuano a promuovere e prosperare sull’idea che la vita umana sia non solo un bene disponibile ma addirittura sopprimibile, come del resto già succede in Europa dove già si effettua un aborto ogni 12 secondi». Come si risponde a simili iniziative? «Il Popolo della vita risponde con un’iniziativa di democrazia diretta che coinvolge e coinvolgerà nei prossimi mesi la popolazione di tutti i Paesi che fanno parte dell’Unione europea. Con l’iniziativa “Uno di Noi”, i vari movimenti pro life d’Europa intendono proporre alla Commissione europea un atto giuridico teso a riconoscere il diritto alla vita del concepito, che non è un’entità astratta ma è, appunto, uno di noi. Una proposta che sarà sostenuta da milioni di firme e che potrà incidere positivamente sulla sanità, sulla ricerca, sulla cooperazione allo sviluppo». Un’occasione, per Morandini, per rilanciare «il sogno europeo ponendo al centro dell’attività delle istituzioni non i mercati e la finanza ma il compito di promuovere ogni essere umano in qualsivoglia stadio della sua vita».
Stefano Stimamiglio