La testimonianza di don Antonio Martello

"Ho visto un lenzuolino muoversi".

28/04/2010
L'ospedale "Nicola Giannettasio" di Rossano Calabro (foto KIKA PRESS)
L'ospedale "Nicola Giannettasio" di Rossano Calabro (foto KIKA PRESS)

Don Antonio Martello, cappellano dell'Ospedale di Rossano (Cosenza), è uomo di poche parole. «È la prima volta che mi capita una cosa del genere. Faccio il cappellano da trent'anni, da circa sette in questa struttura». Un'esperienza che l'ha toccato nel profondo: «Stavo pregando, di fianco alla sala parto. Ho visto un lenzuolino muoversi, l'ho alzato e sotto c'era un piccolo neonato, vivo. Ho dato l'allarme, ho chiamato il medico di guardia e si sono subito messi in moto i soccorsi». Della responsabilità, di  chi non ha agito per ore, non dice: «C'è un'indagine in corso, se na sta occupando la magistratura. Io ho fornito la mia deposizione».

Sull'aborto si esprime da uomo di chiesa: «Fa parte del nostro modo di  vedere la vita, siamo contrari per principio, sia a quello terapeutico sia quello non terapeutico». Ma la sua visione si allarga, tra le corsie, a contatto con la gente: «È praticato sempre più spesso, sta aumentando vertiginosamente come pratica contraccettiva quello entro i novanta giorni. Un'interruzione alla ventiduesima settimana è più rara».

L'aborto avviene di frequente anche in Calabria: «Qui da noi si nasce di meno proprio perché si fanno più aborti e le cause sono sempre più spesso economiche: la risposta che quasi sempre danno a me quando chiedo il perché, quando parlo con i genitori, è sempre la stessa: noi non siamo in grado di mantenere un figlio».  E la Chiesa cosa può rispondere? «Il problema è sociale: bisogna insistere sul territorio, sulla formazione, sull'educazione, dentro le famiglie. Bisogna dare un lavoro alla gente. Dare sicurezza e prospettive. È un problema sociale, più che sanitario. Più che religioso».

Maria Gallelli
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