Prepararsi al matrimonio

Esce un libro a carattere multidisciplinare dell'editore Cantagalli. Tra i vari contributi, quello di Antonella Pennati racconta di un'interessante indagine sui corsi prematrimoniali.

14/01/2011

Il 22 novembre 1981 Giovanni Paolo II promulgava con mirabile chiaroveggenza l'enciclica Familiaris Consortio, l'enciclica sociale sulla realtà divina e umana del matrimonio cristiano. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata e la Chiesa, in questi 30 anni, si è organizzata. Così, ad esempio, è sorto l'Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e Famiglia, che lavora alacremente nel campo dell'elaborazione teologica sul matrimonio e della formazione di laici e sacerdoti. Così, solo a titolo di esempio, è sorto in Emilia il movimento Familiaris Consortio, il cui nucleo è formato da sacerdoti che lavorano nel campo della spiritualità coniugale e della formazione al matrimonio. Così, dal punto di vista pastorale, le parrocchie in generale si sono meglio organizzate per offrire ai fedeli una formazione remota, prossima e successiva alla celebrazione delle nozze impensabile fino a qualche anno fa.

A questo proposito il Cisf, Centro Internazionale Studi sulla Famiglia, ha concluso di recente un interessante studio sulla situazione dei corsi prematrimoniali nelle diocesi italiane. Ne riporta per sommi capi i risultati un articolo di Antonella Pennati, ricercatrice del Cisf, riportato nel provocante e recentissimo libro Insieme verso le nozze (a cura di Paolo Gentili ed Enrica e Michelangelo Tortalla, Cantagalli, euro 16), testo a carattere interdisciplinare dove vengono presentati altri ricchi contributi di esperti in varie discipline. Una sintesi dell'intervista della d.ssa Pennati è rinvenibile anche nel sito del Cisf al link: www.famigliacristiana.it/cisf/pubblicazioni-e-ricerche/articoloCISF/insieme-verso-le-nozze.aspx

Di seguito riportiamo anche altri libri utili per conoscerne di più in materia:

- Boffi Pietro (a cura di), Accompagnare l'amore. I percorsi di preparazione al matrimonio nella comunità  cristiana, Paoline, Milano, 2006, pp. 222

- Borghello Ugo, Il sogno dell'amore per sempre. Vademecum per fidanzati, Edizioni Ares, Milano, 2007, pp. 376

- Cipollone Emidio, Gallotti Maria e Nicola (a cura di), In cammino verso l'amore. La comunità cristiana accoglie e accompagna i fidanzati alle  nozze, Effatà, Cantalupa (TO), 2010, pp. 206.

- Cuzzocrea Francesco, La preparazione dei giovani al matrimonio e alla famiglia. Una proposta formativa di tipo pubblico, Gangemi, Roma, 2006, pp. 94

- Negri Luigi, Vivere il matrimonio. Percorso di verifica per fidanzati e sposi, Edizioni Ares, Milano, 2006, pp. 174

- Solmi Enrico (a cura di), Io accolgo te. Strumento operativo per la preparazione dei fidanzati al  matrimonio. Guida + sussidio, Dehoniane, Bologna, 2008, pp. 224+64

- Zabotti Francesca, Bezze Giorgio (a cura di), Amori in corso. Luoghi e tempi abitati dall'amore, Ave, Roma, 2007, pp. 134.

Stefano Stimamiglio
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Postato da Franco Salis il 18/01/2011 20:45

Circa trent'anni fa ho letto la Familiaris Consortio.Che fatica! il linguaggio era proprio (per me) un "mattone".Era tutto splendido,ad eccezione di una frase che nonostante i trenta anni non ho ancora digerito, che suona pressapoco così "i pastori celebrino le nozze anche quando i nubendi non sono del tutto convinti".Circa cinque, dieci anni fa in ambiente ecclesiale si è tenuto un convegno in merito.Risultato nulla di fatto perchè nulla poteva giustificare una tale asserzione.Il risultato è che facilmente la Chiesa celebra le nozze ma molto,ma molto difficilmente pronuncia la nullità (non l'annullamento,per caità).Molti eventi mi passano sotto il naso e non ho la capacità di coglierli.Per esempio l'encomiabile iniziativa di celebrare messe per divorziati e risposati,un atteggiamento del Papa "comprensivo nei confronti di sacerdoti che intendono (anticipando qualche volta l'intenzione)di servire il Signore,col matrimonio anzicchè col sacerdozio.Leggo il suggerimento di parlare di "memoriale di me" anzicchè "in memoria" di me a proposito della consacrazione dell'Ostia con tutte le non poche implicanze che ancora devo approfondire.Infine ho letto il lik suggerito nel sopraesposto articolo a proposito delle iniziative nelle varie diocesi di "corsi" di preparazione al matrimonio,successi e fallimenti e intendimento di mettere a punto un piano sempre più efficace.Tutte cose che mi hanno riempito di gioia,ma che poi considerando la realtà,mi riempiono di tristezza.Mi ricordo i tempi in cui frequentavo gli incontri ecclesiali, prima dell'azione devastante di una grave patologia,che un amico,ben più preparato di me, diceva:"bene,qui siamo in cinquanta(numero considerato elevato),ma quanti sono quelli che sono rimasti fuori? quali mezzi si intendono intrapprendere per ricuperarli? Domanda cui non si è data risposta.Il fatto è che i divorziati si sentono "condannati" dalla Chiesa e di conseguenza quasi per protezione si allontanano dalla Chiesa.Un parroco ad una nubenda che voleva accelerare i tempi delle nozze perchè..."majora premunt",si sente rispondere "dovevate pensarci prima".Ma ci si rende conto quanto sia devastante spiritualmente e religiosamente una tale risposta?Conclusione: il parrocco accolga sempre e comunque con amore i nubendi,l'accoglienza amorevole non può mai essere negata,ma parimente sia un pò più esigente quanto a maturazione dei nubendi.Quando le cose vanno male,ancora la Chiesa accolga ancora più amorevolmente,faccia sentire gli sposi che nonostante tutto fanno parte della Chiesa.

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