23/03/2011
La delegazione italo-francese durante l'audizione al PArlamento Europeo.
IL 15 marzo scorso il Comitato italo–francese per il "buon uso del sangue del cordone
ombelicale" è stato ricevuto, a Bruxelles, dalla Commissione Sanità dell'Europarlamento. «Ogni anno le unità stoccate nelle banche private del cordone superano di
2-3 volte quelle bancate nelle strutture pubbliche, ma la probabilità di impiego di quest'ultime è di
5.000 volte maggiore», hanno lamentato i membri del comitato, costituito da personalità del campo scientifico e di quello del
volontariato provenienti dai due paesi europei. Nella sola Italia vi sono 60.000 unità di sangue cordonale "privato" contro le 22.772 delle unità stoccate in banche private.
«La raccolta e la conservazione a scopo preventivo del sangue
cordonale di neonati sani», si legge in un comunicato emesso al termine dell'incontro, «essendo esclusivamente finalizzata per un
futuro ipotetico uso autologo, contraddice i principi generali che
ispirano le norme della Comunità Europea in materia di dono e uso del
sangue e di altre parti del corpo umano per fini terapeutici, è
contraria alla direttiva 2004/23/CE del Parlamento Europeo che riguarda
anche specificamente le cellule staminali ematopoietiche del sangue
cordonale, è definita inutile dalle società scientifiche internazionali
e, sottraendo unità al circuito pubblico internazionale, va contro
l'interesse generale dei cittadini, e in particolare dei malati curabili
con trapianto allogenico».
Il Comitato ha quindi richiesto che l'utilizzo del sangue cordonale venga adeguatamente regolamentato in
Europa e per limitare o, ancor meglio, impedire la "deriva mercantile" generata
dal business privato del sangue del cordone. Il sangue, in Italia, può infatti attualmente essere stoccato sia in banche private (a pagamento) per uso autologo (nel caso in cui il
neonato sia sano per un possibile futuro ipotetico utilizzo sul donatore) sia, con costi a carico del servizio sanitario pubblico, in banche pubbliche nel caso in cui il neonato venga al mondo affetto
da una patologia curabile con trapianto autologo.
Il Comitato chiede anche una definizione
delle basi medico–scientifiche e delle utilità pratiche delle due
tipologie, nonché la determinazione delle norme di qualità e sicurezza
per raccolta, controllo, conservazione, stoccaggio e uso delle due
tipologie. «Se le banche pubbliche del cordone infatti eseguono una
selezione delle donazioni rigorosa in base a precisi e imprescindibili
parametri, che porta ad un bancaggio del 30% delle sacche (quelle non
idonee vengono impiegate per la ricerca), le banche private, in nome
della logica del lucro, accettano tutte le donazioni», si legge nel comunicato-stampa rilasciato a seguito dell'incontro.
La Federazione Italiana
Adoces, il Mo.Vi (Movimento del Volontariato Italiano), il Coordinamento
Volontarinsieme e la Conferenza Regionale del Volontariato Veneto,
che rappresentavano il mondo del volontariato italiano in seno al Comitato, ha chiesto «l'introduzione di normative specifiche
per l'informazione, sia attraverso i media sia attraverso internet, a
tutela degli utenti, con regole certe e controlli severi, affinché
sappiano con certezza quali prospettive offre la donazione e quali
invece la raccolta privata e possano dunque compiere una scelta
consapevole».
Roberta Angelilli, Vice Presidente del Parlamento Europeo ha sottolineato che la promozione e il sostegno della ricerca scientifica non possono prescindere da un'informazione esaustiva e corretta, che i futuri genitori hanno il diritto di ricevere per essere tutelati da eventuali truffe. Mario Mauro, membro della Presidenza, ha detto che «la cultura della donazione, che sta dietro le iniziative finalizzate dal buon uso del cordone ombelicale, necessita, in particolar modo, nell'arco dell'Anno Europeo del Volontariato, di una forte determinazione degli attori delle istituzioni europee affinchè l'uso delle cellule del cordone ombelicale sia reso possibile per uso pubblico e non in banche private. Si tratterebbe, in questo caso, di una deriva mercantile del dono, contraria ai principi di gratuità e solidarietà che hanno finora ispirato le direttive europee in materia».
In Europa la conservazione del sangue cordonale è molto variegata. Nella maggioranza dei Paesi operano una o più banche private per la conservazione autologa. Attualmente vi è un divieto esplicito alle banche di sangue cordonale di tipo autologo nelle normative di Belgio, Francia, Italia, Lussemburgo e, in modo non esplicito, Olanda. In questi Paesi operano società che, essendo vietato lo stoccaggio da parte dei privati, esercitano opera di intermediazione per conservare a pagamento all'estero il sangue raccolto al momento del parto.
Stefano Stimamiglio