23/01/2013
Il presidente del Movimento per la Vita italiano, l'on. Carlo Casini
«Invitiamo tutti a sottoscrivere la campagna Uno di noi e a farla conoscere, magari utilizzando anche facebook e twitter». L’appello giunge direttamente da Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita italiano e parlamentare europeo. Voluta fortemente dai movimenti per la vita europei, l’iniziativa ha lo scopo di raggiungere almeno 1 milione di firme per vietare la sperimentazione sugli embrioni umani fatta con i fondi europei. Sperimentazione che implica necessariamente la loro distruzione. L’obiettivo esplicito è dunque quello di riconoscere e attribuire all’embrione, in quanto persona, la stessa dignità che spetta a qualunque altro uomo, che i trattati dell’Unione europea riconoscono espressamente.
Presidente Casini, come si è arrivati ad autorizzare e addirittura finanziare la distruzione di embrioni umani?
«In linea assolutamente generale la negazione dei principi legati a un’autentica cultura della vita ha conosciuto in questi decenni una lunga parabola che si può suddividere in tre fasi: nella prima si è, in nome della tolleranza, depenalizzato il reato di aborto; successivamente l’aborto è addirittura diventato un diritto dell’uomo; la terza fase è quella l’attuale, in cui la distruzione degli embrioni, oltre a essere permessa viene pure finanziata da un organismo, l’Unione Europea, che dovrebbe invece tutelare i diritti dei più deboli. La campagna “Uno di noi” è intesa proprio a ridurre quest’ultima stortura».
Cosa succederà se si raggiungerà in tutta Europea la fatidica cifra di un milione di adesioni?
«Una volta raggiunto il quorum di adesioni, la Commissione Europea si farà promotrice, presso il Consiglio e il Parlamento, della nostra proposta. A quel punto starà a questi organi se tradurla in diritto o meno. Sono abbastanza fiducioso che essa venga accolta, soprattutto se i numeri delle adesioni saranno molto alti».
Esistono precedenti di tutela della vita embrionale a livello europeo?
«Certamente, c’è una sentenza della Corte di Giustizia europea di fine 2011, che ha vietato la brevettabilità a fini commerciali degli embrioni. Un principio solenne da parte del principale organo giudiziario dell’Unione europea. Non dimentichiamo poi il recente premio Nobel per la scienza conferito al giapponese Shinya Yamanaka, che ha dimostrato come le prospettive della ricerca sulle cellule staminali adulte, che non implicano la distruzione degli embrioni e sono quindi moralmente lecite, siano decisamente migliori di quelle embrionali».
A chi è rivolto l’appello a sottoscrivere la campagna Uno di noi?
«Evidentemente a tutti. Mi rivolgo però qui anche a tre particolari categorie di persone. In primo luogo ai medici e agli scienziati che, sottoscrivendo una dichiarazione che vede nel concepito un essere umano a tutti gli effetti, attesta con la sua scienza la ragionevolezza scientifica della richiesta; in secondo luogo ai giuristi, che testimoniano che i diritti dell’uomo perdono la loro autorità se l’uomo stesso non è sempre e comunque considerato “uomo” fin dal concepimento; infine ai politici, che hanno il compito di tradurre i grandi principi nelle leggi. Per questo proporremo a tutti i candidati alle prossime elezioni di aderire alla nostra campagna “Uno di noi” e di sottoscrivere così un impegno a tenere conto del principio che il concepito è, appunto, “uno di noi”. Forse aderendo a tale campagna non si potranno cambiare subito le leggi ingiuste in materia di vita nascente, ma si può ciò non di meno manifestare così un proprio modo di essere, una cultura e un progetto di presenza politica molto qualificata in questo campo. Cercheremo anche di dare notizia delle risposte dei singoli politici».
E Famiglia Cristiana non mancherà di fare da “megafono” ai suoi lettori dei candidati che avranno aderito alla campagna. Per aderire alla campagna cliccare qui.
Stefano Stimamiglio