Manovra, e ora una ricrescita etica

Le misure presentate da Monti sono un'amara medicina per un'Italia in condizioni davvero critiche. Ma ora ci attende una ricostruzione basata su principi di equità e solidarietà.

06/12/2011

La manovra Monti è varata. Amara medicina per un malato terminale: l’Italia. Con una lunga conferenza stampa il premier ha esposto la manovra. Tre le cose che mi hanno principalmente colpito. La prima, l’urgenza. Il premier ha asserito che fra breve, senza la manovra presentata, quasi fulminea per un Governo che si è insediato da poco più di due settimane, avremmo avuto difficoltà finanche a pagare gli stipendi alla gente. Ma che cosa ci hanno raccontato fino a pochissimo tempo fa gli esponenti del precedente Governo per i quali la situazione non era poi “così grave”, che eravamo ben lontani dall’essere nelle condizioni della Grecia? La seconda, il decoro. Il premier, in una situazione di grave crisi, ha dichiarato di rinunciare al proprio compenso di premier e di Ministro. Almeno uno su 945 tra deputati e senatori! La terza, l’equità. E’ una parola che tutti usano quando parlano di tasse e riforme, ed anche il Governo nell’esporre la manovra l’ha utilizzata. Ma cosa si intende per equità? E qui bisogna fare un bilanciamento, forse, più che parlare di ciò che è più equo, nella situazione in cui ci troviamo, bisogna perseguire ciò che è meno iniquo. Tutti dobbiamo contribuire ed a tutti viene chiesto di fare sacrifici. E’ giusto, ma qui entrano in gioco le priorità. Per me era indispensabile dare priorità a quei provvedimenti che meno colpiscono le classi più in difficoltà.


L’evasione fiscale


La manovra finanziaria è di circa 20 miliardi di euro al netto. La stima sull’evasione fiscale, da autorevoli fonti, è di circa 130 miliardi di euro. Non c’è null’altro da dire, i numeri sono facilmente paragonabili; per quanto ancora dobbiamo sopportare questa follia che è la maggiore delle iniquità che subiamo? Non c’è davvero nessun intervento possibile da fare, oltre quanto stabilito nella manovra in merito all’abbassamento della soglia del contante a 1000 euro? Leggo su autorevoli quotidiani che sono circa 206 mila le auto di lusso ( cioè che costano più di 100 mila euro) vendute in Italia nel 2010, mentre i contribuenti che hanno dichiarato redditi superiori a 200 mila euro sono solo 72 mila. I numeri non tornano. E questi contribuenti sono per lo più impiegati o pensionati, solo il 13.7% è collocato alla voce “altri”. Mi rendo conto che è difficile contrastare il fenomeno, ma non posso accettare che lo Stato si dichiari di fatto impotente dinanzi a questa situazione. Mi sembra che i provvedimenti previsti per la tassazione dei beni di lusso possano costituire solo un timido inizio di ciò che deve essere ancora fatto. Non c’è nulla da aggiungere, nel nostro Governo ci sono economisti che sanno fare i conti meglio di me e ben conoscono come altri Paesi siano riusciti a limitare l’evasione fiscale.


Tagli alla spesa della politica

Si fa un gran parlare di “credibilità” nei confronti dei mercati, e della credibilità dei politici nei confronti dei cittadini ne vogliamo parlare? Come è possibile chiedere al comune cittadino di andare in pensione più tardi e con un assegno più modesto mentre i parlamentari “strepitano” perché ritengono “non equo” che chi si è seduto al parlamento prima di loro abbia vantaggi che a loro verranno negati? Non è adesso che siamo iniqui, è fino ad ora che lo siamo stati! Se abbiamo sbagliato prima non è il caso di perseverare nell’errore oggi. E c’entra poco il fatto, che pure ho sentito dire a molti, che comunque i risparmi per i tagli agli stipendi, vitalizi e benefits ecc. dei politici sarebbero modesti rispetto al grosso buco che abbiamo; quale che sia l’importo recuperato il problema è etico più che economico ed afferisce al principio, sancito dalla nostra Costituzione, che i cittadini sono tutti uguali ed in egual maniera devono essere trattati. E vale la pena di ricordare che gli attuali parlamentari non sono stati “eletti” come i loro predecessori, bensì “nominati” per volontà delle segreterie dei partiti e, quindi, con ben poca spesa per la loro personale campagna elettorale.


Il connubio politica-burocrazia

Per la questione più strettamente economica dei tagli alla politica ho apprezzato quanto è stato previsto nei provvedimenti, specie in merito a ciò che è stato fatto per le Giunte provinciali ed altro. A quando la sospirata legge costituzionale per la completa abolizione delle Province e per gli altri provvedimenti da adottare, quali il dimezzamento del numero dei parlamentari? Se le procedure sono lunghe a maggior ragione è bene cominciare subito. Ho detto più volte, ma non mi stancherò mai di ribadirlo, che oltre agli stipendi, vitalizi e benefit dei parlamentari, ciò che determina una spesa veramente insostenibile, e che dobbiamo eliminare o razionalizzare, è l’immane apparato burocratico, creato ad hoc dalla politica per ottenere consensi dagli “amici”, e che costa agli italiani un’enormità sia in termini di soldi sia di complicazioni amministrative. Un connubio politica – burocrazia che lascia ampi spazi a tangentisti ed imbroglioni. Apprezzo i tagli operati nell’eliminazione di alcuni Enti e nella riduzione delle poltrone delle Autority, ma sono ben poca cosa rispetto alle numerose entità statali, o comunque a carico del pubblico contribuente, che possono ancora essere eliminate o “ottimizzate”. Mi domando se i nostri Istituti di ricerca hanno mai fatto un censimento a tutti i livelli, statale, regionale, provinciale, comunale, dei vari Enti, Consorzi, Società pubbliche o parzialmente pubbliche, che spesso, nella migliore delle ipotesi, svolgono compiti del tutto paritetici a quelli delle direzioni generali dei ministeri o degli assessorati degli organi periferici, ovvero, sotto la generica voce “coordinamento” e “controllo”, svolgono compiti concretamente inesistenti, del tutto inefficaci e finanche dannosi.


Una miriade di poltrone

E che poltrone. Migliaia di Presidenti, amministratori delegati, consiglieri, consulenti, sindaci, dirigenti, dipendenti, con un lungo seguito di autisti, e per tutti lo stipendio è un diritto, mentre il lavoro è un’altra cosa che a volte è soltanto un onere per la comunità. E infine nessuno considera “poco equo” che manager pubblici, che non rischiano nulla dei loro soldi, cumulino incarichi generosamente retribuiti oltre lo stipendio già lucroso? e, anche quando gestiscono le aziende in modo fallimentare, vadano a casa con liquidazioni da sogno? E i vertici delle banche, che hanno liquidazioni di decine di milioni di euro e stipendi di milioni di euro? Tutto questo, oltre che economico, è soprattutto un problema etico. La razionalizzazione del lavoro pubblico va operata a tutti i livelli anche militari ma, non mi stancherò mai di ripetere, di evitare pericolosi risparmi sulla sicurezza. Le forze dell’ordine devono essere impiegate per tutelare tutti i cittadini, mentre oggi, invece, migliaia di persone e mezzi vengono impiegati per troppe scorte e servizi di vigilanza molte volte inutili.


La patrimoniale

Non è equa, perché, come ho giustamente sentito dire, si tassano di fatto due volte i patrimoni (mi riferisco ovviamente a chi onestamente su questi paga già regolarmente le tasse), e però quando i soldi non ci sono cosa è più equo che uno molto ricco diventi un po’ meno ricco oppure che uno che a stento riesce a vivere piombi nella povertà? Una sorta di patrimoniale è stata messa, come già detto, sui beni di lusso ed’è stata stabilita una tassazione dell’1,5% sui patrimoni “scudati”; grazie a questa tassa, mi sembra, che sia stato possibile prevedere la rivalutazione delle pensioni comprese tra i 467 euro fino a 950 euro circa. E se avessimo tassato i patrimoni scudati al 3%, anziché all’1,5%, fino a che importo saremo riusciti a rivalutare le pensioni? Forse una tassazione al 3% potrebbe essere da qualcuno considerata “un’iniquità”, ma a me sembra un’iniquità in ogni caso inferiore a quella che ha fatto umanamente sfuggire le lacrime al nostro ministro!


Le pensioni

Assolutamente condivisibile che, con l’aspettativa di vita che oggi abbiamo rispetto al passato, si vada in pensione più tardi, e giudico doveroso che venga applicato a tutti il medesimo criterio. Ma attenzione. Numerose persone stanno perdendo il lavoro prima di raggiungere la pensione: mi attendo provvedimenti ulteriori che consentano di garantire loro la possibilità di vivere comunque decorosamente. E poi i giovani, i futuri pensionati. Ricordiamoci che i giovani di oggi, molti dei quali hanno un’attività discontinua e precaria, entrano spesso nel mondo del lavoro in un’età ben più avanzata rispetto alla nostra. Per quanto si innalzi l’aspettativa di vita molti di loro potrebbero andare in pensione ben oltre 70 anni. Consideriamo poi che i nostri servizi sociali sono di minor livello rispetto a quelli degli altri Paesi europei più avanzati, e sui servizi sociali, se rimarranno nello stato in cui si trovano, poco o nulla potranno contare i pensionati di domani.


Siamo oramai pienamente coscienti che la situazione Italiana è fortemente critica, più critica di quanto ci avevano fino ad oggi raccontato. Sono cosciente che queste misure, al punto in cui siamo, non hanno alternative. Chiedo però: adesso che abbiamo fatto ciò che era più urgente fare, quando cominceremo a fare ciò che è più giusto? La sfida che abbiamo dianzi non è solo quella della ricrescita economica del Paese, ma anche e soprattutto quella di una ricrescita etica. Le ristrutturazioni non sono finite, sono appena cominciate. La vera sfida da affrontare per il futuro del nostro Paese e che, tutti insieme uniti dobbiamo vincere assolutamente, è la ricostruzione di un’economia sana basata su principi di equità e solidarietà. Io attendo fiducioso.

Roberto Jucci
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Postato da ironyman il 08/12/2011 19:43

riguardo all'equita' (?) riporto un illuminante artciolo su Virgilio il carico fiscale non è ripartito equamente tra tutti. Equità vorrebbe dire anche e soprattutto progressività, cioè chi ha di più paga in proporzione di più. Invece, sempre secondo i calcoli della Cgia, le fasce a reddito più alto avranno un peso fiscale inferiore in percentuale. Ecco la simulazione fatta dall'associazione degli artigiani di Mestre sulla base di tre famiglie-tipo con fasce di reddito differenziate e casa (o case) di proprietà. Viene calcolata l'incidenza dell'aumento dell'addizionale Irpef, l'arrivo dell'Imu sulla prima casa, l'aumento delle aliquote Iva e dell'accisa sui carburanti. Famiglia-tipo Redditoannuo Renditadella casa Auto(tipo e utilizzo) Aumento del carico fiscale Inpercentuale 1. Famiglia bi-reddito, 1 figlio a carico 30mila euro 600 euro A benzina10mila km/anno 480 euro 1,6% 2. Famiglia monoreddito, 2 figli a carico 50mila euro 800 euro A gasolio 20mila km/anno 790 euro 1,58% 3. Famiglia monoreddito, 3 figli a carico 150mila euro 1.100 euro+ 2a casa1.000 euro A gasolio 20mila km/anno 1.483 euro 0,98% Come si vede, i contribuenti con reddito di 30mila euro all'anno (in questa prima fascia rientrano 34 dei 41,5 milioni di contribuenti italiani) pagano in percentuale oltre il 60% in più di quelli con reddito di 150mila euro. Se la manovra avesse previsto - come si ventilava nei giorni scorsi - un aumento di 2 punti dell'aliquota Irpef più alta (dall'attuale 43 al 45% per i redditi superiori ai 75mila euro) il carico fiscale per la "famiglia 3" sarebbe aumentato di oltre 3mila euro, cioè il 2% in più.

Postato da MRS il 07/12/2011 21:57

E' vergognoso che qualcuno possa considerare una "iniquità" tassare i patrimono scudati al 3%. Ma i patrimoni "scudati" non sono quelli che non si sa come siano stati accumulati, nella migliore delle ipotesi grazie ad evasione fiscale e forse anche in maniera ancora più illecita? E se pure fossero frutto di lavoro "onesto" perchè noi comuni contribuenti dobbiamo essere tassati almeno al 20% e loro solo all'1,5 %? Costoro hanno fatto un "patto" con lo Stato e perchè i pensionati no? Qui il paragone tra ciò che è più o meno equo non regge. E' platealmente e semplicemente sbagliato sotto tutti i punti di vista, e nel pianto del Ministro c'era forse anche un pò di vergogna.

Postato da A100 il 07/12/2011 21:53

Con questa manovra la strada verso la Grecia è spianata. Ieri ho inserito un commento in cui spiegavo cosa ha portato realmente l'Italia a questo punto, al di là della politica italiana. Non è stato pubblicato, evidentemente non era in linea con il pensiero di Famiglia Cristiana, per la quale va bene tutto purchè sia contro Berlusconi.

Risposta di: Fulvio Scaglione (vice-direttore FC)

Caro A100,

nel nostro archivio risultano parecchi suoi commenti pubblicati. Se ne manca uno è perché qui non è arrivato. O crede che di colpo abbiamo cominciato ad avere paura di Lei?
Saluti 

Postato da Giorgio_76 il 06/12/2011 23:38

Sul fatto che fossero necessari sacrifici non ci piove sarebbe stato opportuno però un po' di rigore nei conti pubblici, maggior trasparenza sui bilanci degli enti. Non vedo perchè non debbano essere pubblicati i bilanci di comuni, provincie, regioni, parlamento, ecc. affinchè il cittadino percepisca "in chiaro" i costi della politica. Non è stato fatto un solo passo per ridurre i privilegi della casta. Vorrei capire poi chi assumera un precario di 60 anni? Dove creeranno posti di lavoro lor signori dal momento che l'intento è di pensionare a 66 anni? Personalmente posso fare l'impiegato fino a 66 anni ma il muratore? l'operaio alla manovia alla FIAT o in altre aziende? Chi fa lavori usuranti? Può un insegnante avere la stessa freschezza, pazienza e forza a 60 anni? Chi paga sono sempre soltanto solamente i soliti, oggi, come ieri, avere un lavoro fisso comporta oneri gravosissimi. Mi domando dove sono finiti i tanto sbandierati tecnici cattolici. Nel dopo guerra i politici per primi davano esempio di sobrietà, oggi in un periodo di crisi paragonabile ad allora i politici promettono che dalla prossima legislatura faranno. Intanto la legislatura attuale verrà fatta durare fino alla scadenza del mandato, termine utile perchè ciascun eletto possa poi usufruire del vitalizio. Ai cattolici in politica ricordo le parole di Fra Cristoforo: "Verrà un giorno ..." (Promessi Sposi).

Postato da otna il 06/12/2011 22:19

Sono molto delusa. E' la prima volta che scrivo su un blog, ma l'indignazione non è mai stata a questo livello. Neanche quando Berlusconi si faceva le leggi su misura, perchè da lui non ci si poteva aspettare altro. Ma dal governo Monti, sinceramente mi aspettavo qualcosa di più. Mi aspettavo più equità e coraggio. Più attenzione verso le famiglie, verso chi non è ricco. Ma è chiaro che la cosa più facile rimane tartassare i più deboli, i più scoperti, i più onesti. Il governo Monti si è inchinato alla evasione fiscale, l'ha ratificata. Ne ha fatto una voce regolare di bilancio, negativa naturalmente, da controbilanciare con degli attivi raschiati laddove non c'è più niente da raschiare. Mi fidavo, mi sento tradita.

Postato da Libero Leo il 06/12/2011 20:13

In merito all’evasione fiscale Jucci riporta la stima di 130 miliardi, ma è probabile che sia molto maggiore, perché nelle stime in genere non si considerano gli straordinari, che spesso vengono fatti a condizione che il compenso vanga erogato “fuori busta”, e non si considera l’evasione che quasi sempre si accompagna alle pensioni baby: una persona di 40-60 anni, anche se riceve la pensione, è poco probabile che non faccia proprio nulla; quasi sempre trova un “lavoro esentasse”. In merito alla frase di Jucci (“i contribuenti che hanno dichiarato redditi superiori a 200 mila euro sono solo 72 mila”), riportata a riprova della grande evasione, va precisato che è ingannevole. Infatti per molti redditi non c’è obbligo di dichiarazione in quanto l’imposta è pagata nel momento in cui li si percepisce. Si pensi agli interessi su titoli di stato, obbligazioni, fondi d’investimento, ecc.. Inoltre un imprenditore può decidere di distribuire una minima parte degli utili della sua azienda. In questo caso egli può benissimo dichiarare un reddito modesto senza alcuna evasione. In merito al contrasto dell’evasione si presentano due scenari. La limitazione delle libertà individuali. Il primo passo in questa direzione è l’imposizione di sempre maggiori vincoli burocratici. Un altro è quello attuato in questi giorni: la limitazione dell’uso del contante. Proseguendo su questa strada si pongono vincoli alla libera circolazione del denaro e, successivamente, dei cittadini. Piano piano si arriva alla situazione in cui si trovava l’URSS. Un altro scenario è quello che rispetta le libertà individuali e tiene conto delle leggi della scienza delle finanze. Un principio fondamentale è il seguente: in uno stato di libertà l’evasione fiscale diminuisce diminuendo la pressione fiscale; aumenta aumentando la pressione fiscale. Infatti, più elevate sono le imposte, più conveniente è evaderle o eluderle. E chi può farlo? Non certo chi ha pochi capitali e poche opportunità. Perciò si arriva al paradosso che più si aumentano le imposte per ridistribuire i redditi, più si favorisce l’elite di coloro che hanno i mezzi per far viaggiare i loro soldi, per viaggiare loro stessi emigrando in paesi i cui governanti sono meno esosi. Inoltre, con l’aumento delle imposte si creano i presupposti per diminuire gli investimenti e l’occupazione. E ciò va ad ulteriore maggior danno dei più disagiati. In definitiva si ottiene il contrario di ciò che si dichiara di voler perseguire. Apparentemente si fanno gli interessi dei più poveri; ma in realtà li si impoverisce sempre di più. Si potrebbe obiettare: ma lo stato ridistribuisce i soldi che incassa con le imposte. Certamente di redistribuisce; ma dopo averne sprecato una gran parte. Lo spreco lo si può combattere, ma non eliminare. Non si può eliminare, ad esempio, il maggior costo di un bene quando questo bene non lo si compra direttamente da chi lo produce. Così non si può eliminare il maggior costo di una prestazione sanitaria quando, invece di pagarla direttamente al dottore, la si paga allo stato sotto forma di imposta; e lo stato la paga alla regione, e la regione la paga alla ASL, e la ASL la paga al dottore. Più passaggi ci sono più aumenta lo spreco.

Postato da genepi il 06/12/2011 18:33

Tutti che si affannano a trovare risorse per far quadrare i conti......ma, come mai non si toccano mai certi tasti ? p. es. le spese militari: quanto costano le missioni all'estero ( visti poi certi risultati.....per non parlare dei motivi!!!)? Quanto costano 10 cacciabombardieri F115? Non sono queste "spese inutili" in questo frangente? No, è più facile spennare i soliti noti che non possono eludere/evadere. E poi voglio vedere se tutti, ma proprio tutti, pagheranno l'ICI/IMU.....o qualche "ente" verrà esentato.

Postato da vitorusso49 il 06/12/2011 13:13

Sono condivisibili le riflessioni di Roberto Jucci. Nella manovra, però, non c'è equità come era stato detto.

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