23/06/2010
Una delle prove scritte.
Giulio, liceo classico, buoni voti, passione per la musica. Ha appena terminato la prova scritta di italiano all'esame di Maturità.
- Come erano le tracce, difficili?
«Temi fattibili, niente di particolarmente complicato, tranne, forse, il tema storico. Ma come ogni anno, si tratta di un argomento scelto solo da chi ha un interesse particolare per la storia».
- La giornata che fa più paura?
«Quella di venerdì, quando ci sarà la terza prova scritta. Dovremo rispondere in due ore a 13 quesiti, su quattro materie. Non è sempre così, ma la nostra commissione ha scelto la risposta aperta, quindi dovremo scrivere a manetta e senza incertezze, una decina di righe per ogni quesito, avendo a disposizione circa un quarto d’ora per ciascuno. E il risultato fa media per il voto».
- Durante l’interrogazione orale non bisogna mai fare scena muta, condividi?
«Beh, a parte chi per un anno intero non fa altro che studiare, è normale che non si possa sapere tutto e allora, se capita la domanda che mette in crisi, bisogna cercare di arrivarci, con il ragionamento».
- È vero che i professori non fanno domande trabocchetto?
«Ma sì. Insomma, prevale il buon senso. È logico che cerchino di non mettere in difficoltà lo studente».
- Come fai a mantenere la calma in questi giorni?
«Ma, non so, fino a ieri sera ero tranquillo, poi mi è venuto un attacco di panico inspiegabile, allora mi sono detto che in fondo il voto non conta poi tanto, che la maturità si dimostra affrontando le prove con sicurezza, con la consapevolezza di aver costruito la propria preparazione nel corso di tutti i cinque anni del liceo».
a cura di Rosanna Precchia