01/09/2011
Protesta contro la legge che impone un limite allo sconto sui libri in un supermercato, quando fu provata in via sperimentale per un anno, fra il 2001 e il 2002.
Entra oggi in vigore la legge Levi, che fissa al 15
per cento lo sconto massimo applicabile sui libri. Scopo primario del provvedimento, è quello di rendere meno spietata la
concorrenza, a favore dei piccoli, siano essi case editrici o punti vendita. I
grandi editori, così come le grosse catene di distribuzione, hanno infatti la
possibilità di proporre riduzioni di prezzo più pesanti, in virtù delle
quantità di prodotto che gestiscono. In questo modo le case editrici meno
potenti e le librerie, soprattutto quelle esterne alle grandi catene,
risultavano svantaggiate.
La situazione era stata esasperata dall'aprodo sul
mercato italiano di Amazon, colosso delle vendita on line, che si è presentato
con una politica di sconti "aggressiva". Agli americani, come pure ai gestori dell'italiano Ibs o degli altri siti di e-commerce librari, la legge Levi naturalmente non piace per nulla. Stabiliti i limiti, resta un minimo di margine di manovra. Sono previste infatti una serie di eccezioni al
limite del 15 per cento. Si potrà arrivare al 20 all’interno di un salone
del libro o nell'ambito di iniziative destinate a organizzazioni no profit,
biblioteche, musei pubblici, scuole. Il tetto si alza al 25 per cento nel caso
di campagne promozionali realizzate direttamente dagli editori, ma solo per un
mese. Non saranno tuttavia possibili a dicembre, ovvero sotto il periodo
natalizio.
a cura di Paolo Perazzolo