08/08/2010
I carabinieri del Ris sul luogo di un delitto.
Per settimane, a volte anche mesi, sono alla ribalta della cronaca. Camere da letto, bagni, salotti, terrazze e cucine. Ogni particolare viene analizzato, vivisezionato, commentato. Talvolta, vengono riprese in diretta Tv mentre i carabinieri del Ris tentano di decifrare ogni dettaglio, ricostruire la scena del delitto, dare ordine al caos. In poche parole, decifrarne il mistero a cui hanno fatto da sfondo. Proprio come sul set di una fiction televisiva.
Poi scompaiono, come inghiottite nel nulla. Sono le case legate ai fatti di sangue. Cosa succede quando i riflettori si spengono? Chi ci vive? Come ci vive? Quali segni restano della follia di cui sono state teatro? E quanto tempo ci vuole perché quei segni scompaiano definitivamente? Da Erba a Cogne, dal Circeo a Perugia, da Garlasco a Portofino. Molto spesso, alcune di queste case vengono ristrutturate e poi vendute oppure messe in affitto. Cambiano, come i nuovi abitanti che vanno ad abitarle.
Non di rado, da luoghi di sangue e follia si trasformano in case d’accoglienza per poveri e sfortunati. Dal male al bene, in una sorta di redenzione capace di dare un senso al dolore dei familiari delle vittime.
Ciò che le accompagna, e forse non le abbandonerà mai, è la curiosità morbosa con cui la gente le ammira. Su molti siti Internet, molti dei quali specializzati in occultismo e misteri, da qualche anno vengono infatti proposti veri e propri tour tra le case dell’orrore con tanto di indirizzo e numero civico.
A volte, come villa Altachiara di Portofino dove nel 2001 morì la contessa Francesca Vacca Agusta, non trovano acquirenti. Altre volte, come la casa di via della Pergola a Perugia dove venne uccisa Meredith Kercher, diventa difficile per un’agenzia immobiliare pubblicizzarle su Internet.
Molte storie, in definitiva, si somigliano. Tranne un’eccezione quasi inspiegabile.
Antonio Sanfrancesco