25/10/2012
Il caporale Tiziano Chierotti. Foto Ansa.
Si chiama transizione, è il passaggio di consegne tra la coalizione internazionale da ormai 11 anni in Afghanistan e le legittime autorità del Paese. Dovrebbe durare ancora due anni. Fino alla fine del 2014. «Sappiamo che questa fase della presenza italiana è la più delicata e complicata», ha spiegato il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola: «Il Governo si è
impegnato a rispettare le date del ritiro in accordo con gli
alleati transatlantici, fino a completare la transizione
verso le forze di sicurezza afgane». La morte di un alpino e il ferimento di altri tre penne nere insanguinano il faticoso processo di normalizzazione (che ha visto, negli ultimi tempi, anche trattative ufficiali tra americani e talebani, poi sopese in primavera e ora, a quanto se ne sa, in stand by).
Tutto è accaduto giovedì 25 ottobre, intorno alle 13,40 ora locale: spari e colpi di razzi anti-carro hanno colpito una pattuglia mista
di militari italiani e afgani nella provincia calda di
Farah. Il bilancio finale è pesante: è morto un alpino di 24 anni, il
caporale Tiziano Chierotti, mentre tre suoi compagni sono rimasti feriti. Non
sono in pericolo di vita. Morto anche un soldato afgano che
partecipava all'operazione. Secondo le prime ricostruzioni, i militari
italiani coinvolti erano impegnati in una attività di
pattuglia congiunta della Task Force South East con unità
del 207/o Corpo dell'esercito afgano nel villaggio di Siav,
a circa 20 chilometri a ovest della base operativa avanzata
'Lavaredò di Bakwa - dove è basata la Task Force South East
costituita dal 2/o reggimento alpini di Cuneo - quando sono
stati attaccati con armi da fuoco da un gruppo di insorti.
Immediata, fa sapere il comando italiano, la reazione della
pattuglia che ha subito messo in sicurezza l'abitato di Siav
per poi prestare soccorso ai feriti, i quali dopo meno di
trenta minuti sono stati evacuati in elicottero presso
l'ospedale da campo di Farah, dove sono stati ricoverati.
Tre hanno riportato ferite alle gambe e non sono in pericolo
di vita. Il caporale Chierotti, gravemente colpito
all'addome, è stato trasportato dall'ospedale di Farah alla
struttura sanitaria di livello superiore di Camp Bastion. Ma
il giovane, originario di Sanremo, è morto per il repentino
aggravarsi delle condizioni cliniche, nonostante i tentativi
di rianimazione.
Dall'inizio della missione, le Forze armate italiane contano militari 52 morti e circa 130 soldati feriti in occasione. In occasione dell’audizione davanti alle
commissioni Difesa di Camera e Senato dell’11 ottobre, il ministro della
Difesa Giampaolo Di Paola ha confermato il progressivo disimpegno dei
militari italiani dal teatro afghano nell’arco dei prossimi due anni. Il
contingente stanziato subirà una riduzione sempre più accentuata, in
linea con il piano Nato che prevede il ritiro della missione
internazionale Isaf (International Security Assistance Force) entro il 2014.
Lo scontro mortale di Bakwa, però, fa capire come l'Afghanistan, a poco più di due
anni dalla conclusione della missione Isaf sia tutt'altro che pacificato. Anche nella
regione Ovest, a guida italiana, dove sono impiegati i circa
4.000 militari del contingente nazionale. Il 24 ottobre lo scoppio di
un ordigno artigianale ha causato la morte di Salim Mobarez,
capo del distretto di Porchaman nella provincia di Farah. Il
giorno prima nel distretto di Obe - sempre nell'Ovest
a responsabilità italiana - gli insorti hanno teso un agguato ad un reparto
delle forze di sicurezza afgane causando tra sette e 12
morti.
Alberto Chiara