26/05/2012
Alcuni studenti durante la manifestazione in memoria di Melissa Bassi (foto Ansa).
Citarsi non è mai di buon gusto. In ora non sospette, però, a proposito delle indagini sull'assassinio di Melissa Bassi, a Brindisi, avevamo scritto: "Se si è trattato del gesto di un pazzo isolato, di un progetto di strage partorito da una mente malata, vogliamo che ci venga spiegato bene, vogliamo esserne sicuri. Su troppe altre bombe, da Bologna a Brescia a Milano, in passato è calata una confusione che ha acuito il dolore delle vittime e gratificato l'impunità dei colpevoli".
E infatti. Sono passati pochi giorni e già la tesi del pazzo isolato, magari maniacalmente impegnato a seguire le studentesse, è passata di moda. Anzi: le contese tra le Procure, la pubblicazione dei filmati delle telecamere di sicurezza e le illazioni dei soliti "bene informati" hanno portato un tizio che non c'entrava nulla alle soglie dello stigma sociale se non del linciaggio.
Siamo insomma alle solite. Tanto più che le ultime notizie portano le indagini verso "luoghi" che sembravano già esclusi. Primo: l'ordigno pesava più di un quintale, quindi una persona sola non avrebbe potuto mettere in opera l'attentato. Se le persone sono più di una, a che cosa dobbiamo pensare? Secondo: a esplodere non è stato solo il gas delle bombole, ma anche una miscela esplosiva ottenuta mescolando diserbanti, nitrato, zucchero e altri elementi. Fatta in casa ma da mani esperte. Quindi un terrorista? O un killer professionista, magari mandato dalla mafia? Terzo: la bomba era stata nascosta in un contenitore apposito, diverso da quelli utilizzati per la raccolta dei rifiuti. Chi l'ha portato lì? Con che mezzo? Possibile che nessuno abbia visto?
Le massime autorità (il ministro della Giustizia Severino, il procuratore nazionale antimafia Grasso), per la verità, avevano tenute aperte tutte le ipotesi. Resta però il fatto che, a fronte a una bomba esplosa davanti a una scuola e di una giovane vita strappata, abbiamo: una certa confusione tra gli inquirenti; un deserto di segnalazioni, nonostante la pubblica commozione; un sospetto fotografato e filmato ma introvabile. Non è molto, certo non è abbastanza.
Fulvio Scaglione