L'America che si fa giustizia da sé

Nessun processo per Osama Bin Laden, nessuna Norimberga per Al Qaeda. Obama si trasforma in Ispettore Callaghan

04/05/2011

Dunque il mostro Osama Bin Laden, il mandante dell'attentato terroristico più mostruoso della storia dell'umanità, è stato ucciso con un colpo alla testa, senza pietà, in un blitz della Cia che pare non abbia fatto prigionieri. Il suo corpo è finito in fondo al mare. E' la faccia giustiziera dell'America. Incarnata per l'occasione, singolare coincidenza della storia, dal democratico Barack Obama, il raffinato professore di diritto, lo studioso di dottrine umanitarie appassionato di Lincoln, del pensatore radicale garantista Alinsky e del filosofo liberaldemocratico John Rawis. Dal presidente che ha fatto smantellare la prigione-canile di Guantanamo e che ha puntato il dito contro le torture in Iraq.

A ben vedere, l'umanista Obama ha fatto peggio del suo predecessore, il falco George W. Bush, che almeno un processo, al feroce dittatore Saddam Hussein e ai suoi accoliti, lo aveva concesso, istituendo l'Iraqui Special Tribunal. Certo, Bush, aveva evitato che a giudicare fosse un tribunale del  Consiglio di sicurezza della Nazioni Unite, sul modello delle corti di giustizia internazionale che avevano giudicato i criminali della Jugoslavia e del Rwanda. Ma almeno un processo c'era stato. Per Osama Bin Laden, che con la sua morte chiude il decennio iniziato l'11 settembre 2001, nessuna pietà. Né per lui né per le persone che si trovavano vicino a lui, donne comprese, al momento del blitz delle forze speciali dell'intelligence Usa.

Si parlerà a lungo di questo Obama trasformato nell'ispettore Callaghan, anche se a ben vedere non ci sono molte novità sotto il cielo a stelle e strisce. L'America, come aveva teorizzato la dottrina Monroe, non concepisce il limite della sovranità, tranne che per sé stessa, si riserva il diritto di intervenire dove vuole in nome della sua "crusade for freedom" (anche oggi che la Guerra Fredda è finita) e si sente legittimata a fare ciò che vuole nel suo interesse nazionale. Restano le considerazioni di un eventuale processo esemplare, che in linea di principio in una delle culle della democrazia, baluardo dei diritti civili, andrebbe garantito anche al diavolo e che forse sarebbe servito come monito all'umanità e per rendere ancor più noti i suoi aberranti crimini. Oltre che, in fase istruttoria, a smantellare la rete di Al Qaeda e di rivelarne molti segreti. Un processo ci dà l'occasione di penetrare dentro gli abissi del male. Ma forse, tra i segreti dell'aguzzino Bin Laden, ce n'era qualcuno scomodo anche per una forza tranquilla come l'America, fin dai tempi in cui la Cia lo finanziava durante la guerriglia in Afghanistan contro l'l'Unione sovietica. 

Anche per questo Obama ha preferito parlare alla pancia dell'America e al suo desiderio di vendetta e tirare fuori la Colt. "Giustizia è fatta", ha detto. Ma è una giustizia che sa più di vendetta, avrebbe forse commentato un po' sconsolato il grande cacciatore di nazisti Simon Wiesenthal. Quando gli israeliani andarono a prendersi Eichman, in Argentina, se lo portarono a Tel Aviv per processarlo. Se lo avessero ammazzato sul posto, tra le altre cose, il mondo non avrebbe conosciuto il suo orrore e non avremmo avuto un libro fondamentale come "La banalità del male" di Hannah Arendt. E a proposito: non ci sarà una Norimberga di Al Qaeda. Avremmo visto sul banco degli imputati il totalitarismo del nostro secolo: il terrorismo. Forse abbiamo perso una occasione. Storica.

Francesco Anfossi
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Postato da folgore il 05/05/2011 18:32

Genepi....no, vedi di mandare qualcuno ad indagare che magari si riesce a trovare qualche aggancio per un avviso di garanzia al ...... mi avete capito chi! Ma va la, ma va la. Siamo seri che era lui un mandante (il Bin Laden sia chiaro).

Postato da c.pacchioni il 04/05/2011 17:51

Eccolo, è arrivato genepi. Vedete che cosa succede a scrivere certe cose? Bin Laden ucciso per coprire i mandanti. Di cosa? Dell'11 settembre? Poveri noi...

Postato da Franco Salis il 04/05/2011 13:59

Gent.le Anfossi,cari lettori,se non lo avete già fatto andatevi a leggere il commento di Zucconi su Repubblica.it a proposito del processo.Non sempre condivido l'analisi di Zucconi,ma questa volta ha dimostrato di avere la testa attaccata alle spalle e non si è lascato andare a disquisizioni di sottile etica giuridica(in guerra!),che farebbe sorridere se i fatti non fossero stati tragica realtà.Zucconi non è mai stato tenero col cattolicesimo,mentre il fondatore di Repubblica,secondo me,ha rivisto molte delle sue riflessioni.

Postato da genepi il 04/05/2011 12:49

Sarebbe stato piú giusto un processo, ma.....di solito si "mettono a tacere" gli esecutori, per coprire i mandanti; lo insegna la Storia e, senza scomodare "l'america" o altro, basta guardare in casa nostra.....Calvi, Sindona,....

Postato da santrev il 04/05/2011 00:17

Sarebbe stato piú giusto un processo, ma ció avrebbe creato quel tipo di eroe che avrebbe rinvigorito la guerriglia. Inoltre non sono d'accordo sul fatto che Obama sia peggiore di Bush. Anzi le aperture do Obama sul sociale hanno messo in evidenza un aspetto nuovo per l'America.

Postato da folgore il 03/05/2011 18:02

Caro Anfossi, lasci perdere certe equiparazioni. I Navy Seal stavano in quel territorio come da accordi, mentre gli israeliani in Argentina....beh veda cosa si scrive su wikipedia: "Dopo un lungo periodo di preparazione, il servizio segreto israeliano organizzò, nel 1960, un'operazione che portò al rapimento e al segreto trasferimento (nel sistema giuridico argentino l'estradizione non era prevista) di Eichmann in Israele affinché venisse sottoposto a processo per i crimini di cui si era reso responsabile durante la guerra. Al momento del rapimento (a pochi metri dalla sua residenza), un gruppo di operazione dei servizi segreti israeliani lo stava aspettando con la scusa di un problema meccanico della loro auto. Al sentire "un momento, signore", Eichmann capì che si trovava nei guai, dato che era consapevole del fatto che fosse ricercato." In quanto ai negazionisti, beh lasci perdere che sulle tombe di certi come Hess ci vanno anche se è stato processato.

Postato da antonel il 03/05/2011 17:58

Egregio signor Anfossi, ma come fa a paragonare Bin Laden e Al Qaeda con Milosevic e Mladic e i loro scagnozzi? Ma stiamo scherzando? Personalmente quando si tratta di Israele io sto dalla sua parte, ma se Eichmann è un caso esemplare di civltà giuridica io sono la Fata Morgana.

Postato da e.milli il 03/05/2011 17:10

Gentile Anfossi, la sua risposta a eugallesi non mi convince. Le pare davvero che la potenza di al Qaeda sia paragonabile a quella dei seguaci di Milosevic e di Mladic? Le teorie negazioniste le alimentano quelli che dicono "i processi non si vogliono perché salterebbero fuori scomode verità".

Postato da eugallesi il 03/05/2011 16:25

Caro Anfossi, il paragone con Eichmann - mi perdoni la franchezza - è campato in aria. Portare il criminale nazista a Tel Aviv aveva davvero il significato di una conclusione dei processi di Norimberga. Un alto valore simbolico anche sul piano giuridico. Nessun pericolo di ritorsioni, nessun rischio di attentati, solo la volontà di punire i colpevoli di crimini orrendi. Discorso che vale anche per Milosevic, Mladic e altri assassini che non potevano o possono più contare su una base di fanatici sostenitori così estesa e strutturata da rappresentare un terrore. Confermo perciò le mie considerazioni “alla buona”, comunque condivise da decine di autorevoli commentatori. Mi sento in ottima compagnia. E confermo, soprattutto, il giudizio negativo su un atteggiamento che, ripeto involontariamente, finisce per dare fiato alle aberrazioni dei negazionisti.

Risposta di: F.Anf.

Non sono i processi che alimentano le teorie negazioniste. E' il non farli che sortisce questo effetto. Sul resto (Mladic, Milosevic) purtroppo le sue informazioni sono inesatte: quando sono stati processati avevano schiere di truppe al seguito e feroci bande di assassini "in sonno" pronte a risvegliarsi. Solo una giustizia esemplare spegne il fuoco che cova sotto la cenere. Cordiali saluti

Postato da Franco Salis il 03/05/2011 14:43

"Risposta di: Francesco Anfossi (responsabile Attualità) Gentile Eugallesi, fare un processo al peggiore degli assassini è un principio di civiltà giuridica". MIA CONSIDERAZIONE NON E' PRINCIPIO DI CIVILTA' GIURIDICA SE COMPORTA MIGLIAIA DI MASSACRATI REALISTICAMENTE PREVEDIBILI NEL FUTUTO E' SOLO BUONISMO INFECONDO. Per Ironyman,alle dotte interessanti citazioni fai seguire considerazioni non sempre,a mio avviso, congrue. Tuttavia sono sempre interessanti perché stimolano la discussione. Quelle di Anfossi non erano “perplessità” ma “giudizi” legittimi per carità, ma pur sempre giudizi e quindi condivisibili da alcuni, meno da altri. Solo che chiedo un briciolo di realismo. Ma scusate dimenticate che ci sono ancora in corso sequestri di persona da personaggi legati ad alqueda per ottenere soldi al fine di finanziare altri sequestri? E’ lecito pensare quante persone l’organizzazione criminale avrebbe fatto sequestrare per ottenere la liberazione del suo capo? O è pura fantasia quella che sto insinuando? Ora i benpensanti diranno, anzi hanno detto, che si scatenerà la vendetta! Bene anzi male,ma che dobbiamo fare, rinunciare a difenderci? In tutti i blitz viene ucciso,crivellato di colpi, il terrorista,perché? Per il gusto di vedere il sangue ? Il blitz è una tecnica che ha regole operative e finalità precise:o uccidi o sei ucciso. ironyman dice “o peggio ancora se uno usa maggior violenza del necessario, il suo atto è illecito”. Ma che fai? al bitz anzi che armi porti il bilancino del farmacista? Il blitz è un atto di guerra, che ha avuto successo grazie ad esatte informazioni (intelligence o soffiata a pagamento?). Non è vero che la guerra non serve a niente. Basta con i luoghi comuni! La guerra ha costi umani, più che economici, immani. Però bisogna distinguere la guerra di conquista e la guerra di difesa. Non è vero che col dialogo e con la diplomazia si risolve tutto. Questo è un altro luogo comune. Tutti i casi insoluti, non sono insoluti per essere stati affrontati col dialogo e diplomazia? Solo per fare un esempio, dov’è Emanuela Orlandi? Se la polizia non avesse dato seguito ai “civilissimi principi giuridici” ed avesse avuto la mano più pesante, la cittadina vaticana sarebbe stata viva e Enrico De Pedis non avrebbe riposato spudoratamente in basilica col titolo di benefattore ,(sempre che sia lui). Ecco questo fatto assieme a tantissimi altri io li inserisco tra le cause del terrorismo cioè nell’espressione “vi sono soprattutto conflitti interetnici e contrapposizioni economiche e politiche", di cui parla Padre Lombardi. Abbiate pazienza.

Postato da folgore il 03/05/2011 14:37

Caro Anfossi, lasci perdere l'esempio che ha citato, perché è un autogol! In quel caso gl'israeliani andarono in un altro Stato e vi prelevarono uno che non era loro cittadino e lo portarono in Patria per processarlo. A lume mi sembra che in quel caso - solitamente - si chiede una estradizione. Sarebbe come se, per fare un esempio, l'Italia inviasse un commando a prelevare Battisti in Brasile e lo riportasse in Italia. Che poi a seguito del suo processo si sia scritto un libro non cambia nulla, sempre la procedura non mi sembra sia stata la migliore.

Postato da eugallesi il 03/05/2011 07:46

Scusate se insisto, ma secondo ma c'è un equivoco di fondo. L'operazione contro Bin Laden è stata un'azione di antiterrorismo, ma soprattutto politica. Più che temere le sue "rivelazioni", Obama ha sicuramente valutato i rischi enormi che un Bin Laden vivo avrebbe comportato in termini di fanatismo fondamentalista. Al Quaeda darà purtroppo dei colpi di coda, però con il capo in prigione, pronto a rilasciare proclami, tutto si sarebbe moltiplicato per cento. E' lo stesso motivo, credo, della sepoltura in mare. La tomba di Bin Laden si sarebbe altrimenti trasformata in un santuario del terrore. E poi, che cosa c'era ancora da nascondere? Che Bin Laden era stato prezzolato dagli americani ai tempi dell'invasione sovietica dell'Afghanistan? Che avrà avuto contatti con le intelligence occidentali? Mah, mi sembrano tutte cose risapute, di minimo impatto. A meno di fare i "negazionisti" dell'11 settembre e sostenere che dietro l'attentato c'erano gli stessi americani e magari anche gli israeliani. Sono ricostruzioni deliranti, ma se navigate su Internet le trovate, eccome. Mi spiace che anche Famiglia Cristiana contribuisca, involontariamente e in nome di una civiltà giuridica che qui non c’entra, a dare appigli a questi dementi.

Risposta di: Francesco Anfossi (responsabile Attualità)

Gentile Eugallesi, fare un processo al peggiore degli assassini è un principio di civiltà giuridica. Obama e l'America non dovrebbero sottrarsi a questo principio. Mi pare che le sue considerazioni sulle altre opportunità di prenderlo vivo siano un po', come dire, alla buona. Per il resto, ho già ricordato che il criminale nazista Eichmann fu prelevato dagli israeliani per essere sottoposto a regolare processo. Un processo esemplare. Senza il quale, tra l'altro, Hannah Arendt non avrebbe mai potuto scrivere "La banalità del male".

Postato da ironyman il 02/05/2011 20:34

Anch’io ho tirato un sospiro di sollievo quando ho appreso che Bin Laden è stato scoperto e non potrà più nuocere. Il mondo è ora più sicuro. E quando ho saputo che era morto nell’imboscata ho pensato che nel tentativo di sfuggire alla cattura avesse reagito alle forze speciali e che nello scontro a fuoco avesse avuto la peggio. Non sono per la pena di morte ma in questo caso la sua fine sarebbe stata un fatto accidentale ed inevitabile. La dottrina non esclude infatti il ricorso alla pena di morte ma solo quando questa sia l'unica via praticabile per difendere efficacemente dall'aggressore ingiusto la vita di esseri umani. E’ lo stesso principio secondo cui la Chiesa ammette l’intervento umanitario negli scenari di guerra. Poi il Pentagono ha rivelato che lo scopo non era stato la cattura di Osama Bin Laden, ma la sua uccisione. La scoperta ovviamente cambia la prospettiva e quindi condivido le perplessità sollevate da Anfossi. Non possiamo immaginare cosa sarebbe successo se le unità militari avessero cercato di catturare Bin Laden. Potrebbe anche essere che l’esito sarebbe stato diverso oppure no. Sta di fatto che la cultura giuridica americana prevede la pena di morte, ma comunque non prima di una condanna seguita ad un regolare processo e invece decretata così come per editto è una vera e propria esecuzione. Certo, si dirà, anche a seguito di un regolare processo la fine di Bin Laden sarebbe stata comunque segnata. Sarà certamente vero, ma comunque il processo avrebbe consentito a Bin laden di difendersi e di fare rivelazioni che forse avrebbero potuto fare luce su tanti anni di terrorismo. In ogni caso un Bin laden assicurato alla giustizia e messo in condizione di non nuocere secondo la dottrina cattolica non avrebbe meritato la morte. Se la dignità della vita umana è un principio cardine della fede, va difesa sempre ed in ogni circostanza anche quando l’impulso alla vendetta è difficile da reprimere e la sua eliminazione va considerata solo quando per dirla come S.Tommaso è utile per la salvezza della comunità e se uno usa maggior violenza del necessario, il suo atto è illecito. Questo ovviamente non comporta che dobbiamo abbassare la guardia o dimenticare le sofferenze indicibili che il terrorismo ha causato e che purtroppo, credo, ancora determinerà. Intanto prendiamo atto che le azioni di intelligence, anche a distanza di molti anni, hanno potuto dove le guerre hanno fallito. E’ un dato confortante da non sottovalutare.

Postato da ironyman il 02/05/2011 19:57

Anch’io ho tirato un sospiro di sollievo quando ho appreso che Bin Laden è stato scoperto e non potrà più nuocere. Il mondo è ora più sicuro. E quando ho saputo che era morto nell’imboscata ho pensato che nel tentativo di sfuggire alla cattura avesse reagito alle forze speciali e che nello scontro a fuoco avesse avuto la peggio. Non sono per la pena di morte ma in questo caso la sua fine sarebbe stata un fatto accidentale ed inevitabile. La dottrina non esclude infatti il ricorso alla pena di morte ma solo quando questa sia l'unica via praticabile per difendere efficacemente dall'aggressore ingiusto la vita di esseri umani. E’ lo stesso principio secondo cui la Chiesa ammette l’intervento umanitario negli scenari di guerra. Poi il Pentagono ha rivelato che lo scopo non era stato la cattura di Osama Bin Laden, ma la sua uccisione. La scoperta ovviamente cambia la prospettiva e quindi condivido le perplessità sollevate da Anfossi. Non possiamo immaginare cosa sarebbe successo se le unità militari avessero cercato di catturare Bin Laden. Potrebbe anche essere che l’esito sarebbe stato diverso oppure no. Sta di fatto che la cultura giuridica americana prevede la pena di morte, ma comunque non prima di una condanna seguita ad un regolare processo e invece decretata così come per editto è una vera e propria esecuzione. Certo, si dirà, anche a seguito di un regolare processo la fine di Bin Laden sarebbe stata comunque segnata. Sarà certamente vero, ma comunque il processo avrebbe consentito a Bin laden di difendersi e di fare rivelazioni che forse avrebbero potuto fare luce su tanti anni di terrorismo. In ogni caso un Bin laden assicurato alla giustizia e messo in condizione di non nuocere secondo la dottrina cattolica non avrebbe meritato la morte. Se la dignità della vita umana è un principio cardine della fede, va difesa sempre ed in ogni circostanza anche quando l’impulso alla vendetta è difficile da reprimere e la sua eliminazione va considerata solo quando per dirla come S.Tommaso è utile per la salvezza della comunità e se uno usa maggior violenza del necessario, il suo atto è illecito. Questo ovviamente non comporta che dobbiamo abbassare la guardia o dimenticare le sofferenze indicibili che il terrorismo ha causato e che purtroppo, credo, ancora determinerà. Intanto prendiamo atto che le azioni di intelligence, anche a distanza di molti anni, hanno potuto dove le guerre hanno fallito. E’ un dato confortante da non sottovalutare.

Postato da eugallesi il 02/05/2011 17:51

Trovo abbastanza stucchevole confondere l'azione militare contro Bin Laden con una condanna a morte sommaria. Chi ha grandi responsabilità politiche deve valutare in questi casi i pro e i contro. Sono decisioni tremende, ma vanno prese. Personalmente non amo il complottismo e posso anche pensare che l'uccisione di Bin Laden non fosse l'unica opzione, ma il risultato dello svolgimento dell'azione. In ogni caso, in un giorno come questo, fare quelli del "ben altro" mi sembra una nota stonata. E' simpaticamente ironica la battuta sui cowboys, però non va presa alla lettera come fa Filippo. Mi sembra che il messaggio fosse più profondo.

Postato da Oddo Filippo il 02/05/2011 16:39

Ho letto la notizia su internet stamattina. Mi sono rallegrato. Il pensiero di Francesco Anfossi mi ha fatto riflettere. Concordo, ma non dimentichiamoci dei tanti morti delle torri gemelle. Certo l'idea " Dio perdona io no " è terribile: la giustizia delle democrazie dovrebbe essere diversa da quella dei pistoleri del Texas. Filippo Oddo

Postato da giogo il 02/05/2011 16:35

Ma il clima di Norimberga era ben diverso, era altra cosa. Parlando "brutalmente" eliminare il criminale-terrorista subito è meglio perchè la cosa venga presto dimenticata. Vi immaginate un processo con le sue lungaggini e tutti i ricatti inimmaginabili che farebbero i SUOI per liberarlo? le persone in ostaggio che verrebbero catturate e poi uccise? le discussioni infinite di politici, commentatori vari. Quella contro il terrorismo non è una GUERRA COME TUTTE LE ALTRE, combatti contro un fantasma senz'anima, vile e sconosciuto che uccide senza selezione e peggio di un bombardamento. Saluti

Postato da Andrea Annibale il 02/05/2011 14:31

Se uno è disarmato e si consegna bisogna processarlo, se uno è armato e risponde sparando, a mio modesto avviso gli si può sparare. Questo come criterio generale. Io non ero presente e non so esattamente come sono andate le cose. I cattolici dovrebbero ricordarsi di ciò per cui ha chiesto persino perdono un Papa come Giovanni Paolo II, cui va aggiunto lo sterminio dei catari, le torture, le pene capitali irrogate, il rogo di eretici e streghe, le crociate eccetera. Bisogna guardare la trave nel nostro occhio e non la pagliuzza nell’occhio degli USA. Che poi non ci si debba rallegrare per la morte di un uomo sono d’accordo. Ma da oggi il mondo è più giusto e più sicuro e di questo io sono soddisfatto. “Sentirete poi parlare di guerre e di rumori di guerre. Guardate di non allarmarvi; è necessario che tutto questo avvenga, ma non è ancora la fine” (Matteo, 24, 6). E’ necessario che tutto questo avvenga prima che Cristo ritorni. Il male è presente nel mondo e va chiamato come tale e affrontato con forza, giustizia e intelligenza. Da migliaia di anni, l’intelligence uccide. Non bisogna allarmarsi per questo, ma per le ingiustizie che ci sono nel mondo: a titolo di esempio i milioni di bambini e adulti che muoiono di fame. Altro che Osama Bin Laden! Certo, era meglio una Norimberga, se fosse stato possibile, in questo ha ragione Anfossi.

Postato da e.milli il 02/05/2011 12:24

Rassegnatevi, qualche volta vincono i cowboys e perdono gli indiani... Se gli Usa avessero fatto tutti i calcoli che dite voi, Saddam sarebbe stato ucciso nel blitz. Ne aveva da raccontare molte anche lui, forse perfino di più di Bin laden.

Postato da Franco Salis il 02/05/2011 11:39

Quando ho appreso la notizia, mi sono stupito del “giubilo” degli americani per il successo dell’operazione. Contestualmente il mio pensiero è andato alle mie figlie,una fra qualche ora dovrà prendere l’aereo da Hong Kong per Pechino e l’altra per Londra. Debbo però contestualmente dissentire dalle affermazioni , toni e accostamenti dell’amico Anfossi. Quale notizia avresti voluto? “ancora il capo terrorista più ricercato del mondo è riuscito a sfuggire ad uno scontro a fuoco con le forze americane,lasciando per terra alcuni soldati americani e un collaboratore del terrorista”.Non ci sono alternative razionali,o quella pubblicata su tutti i giornali,o questa liberamente tratta dal tuo “pezzo”.Non ce ne sono altre, se non prodotte da pura fantasia malata “catturato e consegnato alle autorità pachistane”.E adesso una provocazione:non credi che l’operazione (colpo alla testa) sia da considerarsi viste le circostanze, l’ipotesi per cui la Città del Vaticano prevede la pena di morte? Il colpo alla testa,lo ritengo “indifferibile” per evitare la reazione dell’altro. Ma che ispettore Callaghan!Per farmi perdonare, posso fare un accostamento,che forse ti farà piacere:alcuni decenni fa vi è stato un conflitto a fuoco tra le forze dell’ordine e un criminale alla macchia,che avendo risposto all’intimazione dell’alt col fuoco è rimasto ucciso. Il giudice del luogo ha dichiarato “avrei preferito processarlo”.Insomma se non si vedono cadere le forze dell’ordine,non si è contenti.

Postato da frassinello il 02/05/2011 10:32

Scusate, lo dico con simpatia e con il sorriso sulle labbra, ma siete veramente i maestri della ricerca del pelo nell'uovo e dell'arrampicata sugli specchi. Buon lavoro. F.

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