17/06/2012
Antonis Samaras con la moglie Georgia.
Il popolo greco vuole restare in Europa. Non vuole tornare alla dracma. E' disposto a fare i sacrifici richiesti dall'Unione per conservare la moneta unica. O almeno così emerge
dalle proiezioni elettorali. Le urne hanno premiato il partito più europeista,
la Nea Dimokratia guidata da Antonis Samaras. Il partito di Centrodestra,
che ha parlato di vittoria non solo per i greci ma "per tutta
Europa", dovrebbe ottenere 127 seggi. Uniti ai 32 dei socialisti del
Pasok, consentirebbero la formazione di un governo di coalizione delle forze
che vogliono mantenere il famigerato Memorandum della Commissione europea, pur
ammorbidendolo. Forse, perché qualche incognita rimane.
In serata infatti è arrivata una parziale doccia fredda dal
leader del Pasok Evangelos Venezilos, che ha detto sì ad un governo di
"corresponsabilità", condizionandolo tuttavia alla partecipazione
della sinistra radicale contraria alla linea del rigore, la Syriza guidata da Alexis Tsipras, il vero perdente di
questa elezione, che ha già annunciato di non volerne sapere. Ma è probabile
che quello di Venizelos sia un tatticismo per alzare la posta, opvvero il numero e il ruolo dei ministri del
Pasok nel governo.
La vita politica greca si avvia a un'ennesima, complessa
fase. Ma stasera, Atene e l'Unione possono tirare un sospiro di sollievo. Forse
da stasera la Grecia è tornata in Europa.
Francesco Anfossi