«Se la legge passasse così niente si potrebbe più raccontare come si racconta ora». Giovanni Bianconi, inviato del Corriere della Sera e tra i più noti cronisti giudiziari del nostro Paese continua a ripetere che «una legge così non ha senso». Sulle pubblicazioni per riassunto dell’atto giudiziario, per esempio, spiega che «è una cosa grottesca perché non si capisce per quale motivo come giornalista devo riassumere e non posso pubblicare delle frasi di quell’atto giudiziario. E’ una norma priva di logica. E’ senza senso per gli stessi indagati. Non si capisce infatti dove sia la garanzia di maggior rispetto del diritto della persona sotto indagine o arrestata se, per raccontare i motivi per i quali è stata arrestata devo riassumerli con parole mie e non riportare le parole usate dal giudice. Alla fine si sarà per forza meno precisi perché l’imprecisione è connaturata al riassunto». «Inoltre», continua Bianconi, «ha senso che alcune cose le dica il giudice e non io come cronista. Per esempio, nell’inchiesta sulla corruzione presunta a Firenze il giudice ha usato l’espressione “sistema gelatinoso”. E’ evidente che questo ha senso se lo dice il giudice, non se lo dico io. Se oggi la legge fosse in vigore io però non potrei riportare la frase perché l’ha detta il giudice. Se poi fondamento di arresti, perquisizioni o interrogazioni è un’intercettazione, allora non se ne può dare notizia neppure per riassunto, così come non si potrà più dire se uno degli indagati ha avuto contatti telefonici con un altro, neppure se questo ha determinato l’arresto». Bianconi sottolinea, infine, che «anche se c’è un regime speciale sulle intercettazioni per mafia e terrorismo, questa distinzione non riguarda la pubblicazione. In altre parole se a fondamento delle ordinanze che chiedono l’arresto di un mafioso ci sono intercettazioni, i giornalisti non potranno spiegare i motivi dell’arresto del boss. Se la legge fosse stata in vigore sulle inchieste sulla strage di Capaci, per esempio, che hanno a fondamento le intercettazioni, non avremmo potuto spiegare ciò che era successo».
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