Roberto Natale è il Presidente della Fnsi, la Federazione nazionale della stampa italiana. Natale, perché si è arrivati a questo sciopero dei giornalisti? “Non facciamo questo sciopero a cuor leggero, ma dopo aver usato nei mesi scorsi tutti gli strumenti, tutta la fantasia, tutto lo spettro delle iniziative possibili. Torneremo a fare altre iniziative nelle prossime settimane perché ce ne sarà bisogno”. Qual è il filo comune che lega tutte le iniziative di protesta? “La convinzione profonda che il nostro diritto dovere di informare sta insieme a un diritto ancora più fondamentale, quello dei cittadini ad essere informati. E' il tasto sul quale stiamo più battendo ed è la garanzia di una impostazione non corporativa della nostra battaglia”. E' fiducioso in un cambiamento del testo di legge che si sta discutendo? “La discussione all'interno del centrodestra consente di non considerare chiusa la vicenda. I richiami ripetuti di Napolitano sono importanti e speriamo che pesino. Noi, per parte nostra, insistiamo su proposte che ci consentirebbero di far quadrare in maniera perfetta il diritto/dovere di informare con il diritto alla riservatezza. Abbiamo fiducia che la determinazione con la quale ci stiamo muovendo porterà frutti”. Se così non fosse, fin dove si spingerà la protesta? “Se questo pessimo testa diventerà legge andremo alla Corte europea dei diritti umani, che ci darà ragione. Siamo anche pronti alla disobbedienza civile professionale, così come annunciarono di fare i medici quando si prospettò il disegno di legge che voleva obbligarli a denunciare gli immigrati che si presentavano in ospedale senza permesso di soggiorno. Noi giornalisti italiani diciamo: non ci costringerete ad andare contro l'essenza della nostra professione, che è informare”.
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Postato da giuseppe.distefano il 10/07/2010 15:36
E' corretto, semplice e breve.
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