07/09/2010
Lo sgombero in via Rubattino.
Gli agenti schierati in tenuta antisommossa, le autoblindo, i vigili urbani, le ruspe. Questa mattina, a Milano, alle sette in punto è partito l’ennesimo sgombero dei rom accampati in viale Rubattino, nel quartiere Lambrate. Circa 250 nomadi sistemati tra roulotte, baracche e tende. Tra questi circa 40 bambini seguiti dalla Comunità Sant’Egidio, dai padri somaschi, da alcune maestre e dalle mamme del comitato di via Rubattino, regolarmente iscritti nelle scuole della zona.
“In questi giorni avevamo raccolto zaini, astucci, libri e altro materiale didattico”, commenta Flaviana Robbiati, una delle mamme di via Rubattino, il comitato che assiste i bambini del campo rom, sgombrati più volte nel corso dell’anno. “Dovevamo consegnare tutto il materiale proprio domani a scuola, i bambini erano entusiasti, un altro anno di scuola, di integrazione e di amicizie con i nostri figli sarebbe iniziato tra pochi giorni. Ora sono in strada, sotto la pioggia, e non sappiamo che fine faranno”. Ci sono anche volontari della protezione civile e gli assistenti sociali. “Ma le mamme hanno una paura folle di essere separati dai mariti e soprattuto una volta giunti nei vari centri, di vedersi togliere i bambini, magari per non rivederlo perché dato in adozione o in affido”, ha spiegato una delle mamme del comitato. Un gruppo si è rifugiato sotto il cavalcavia della tangenziale est.
Tra i bambini anche un neonato venuto alla luce dieci giorni fa con parto cesareo. “La maggior parte degli sfollati è costituita da donne e bambini”, commenta affranta una delle mamme, Assunta Vincenzi, “avevamo iniziato un percorso in diverse comunità di recupero, e questo sgombero rischia di vanificare tutti gli sforzi”. Il sindaco Moratti e il vicesindaco De Corato hanno annunciato che l’area ex Innsee verrà sorvegliata da un servizio di guardaneria. “I cittadini”, dichiara soddisfatto de Corato, “che da mesi sono stati tenuti sotto assedio da questi nomadi, mi stanno già inviando numerosi messaggi di ringraziamento per l’intervento, che proseguirà nei prossimi giorni”.
Nei giorni scorsi, mentre si discuteva sulle possibili assegnazioni di case ai rom che lasciano i campi regolari, il consigliere comunale del Pdl Stefano Di Martino aveva segnalato un nuovo insediamento abusivo di nomadi nel quartiere Rubattino, chiedendo l’intervento del Viminale. Il vicepresidente del consiglio comunale non ha esitato a parlare di “bomba sanitaria”. Aveva detto Di Martino: “La soluzione dovrà essere definitiva, soprattutto nell’interesse di queste persone che, per scelta e spesso per necessità, si trovano a vivere in condizioni di degrado totale”. Ma per il momento gli sfollati, uomini, donne e bambini, sono semplicemente in strada sotto la pioggia. Non è dato al momento di sapere se c'è una proposta di accolgienza da parte delle strutture del Comune.
"Secondo uno studio medico condotto sui bambini che abbiamo assistito in questi anni", spiega Valerio Pedroni, volontario dei Padri Somaschi oggi presente allo sgombero, "le difficoltà di apprendimento e i problemi di carattere psicologico sofferti dai bimbi rom a scuola sarebbero dovuti proprio ai frequentissimi sgomberi che si sono succeduti in questi anni nel campo di via Rubattino". Quello avvenuto oggi a Milano è l'ennesimo sgombero del campo abusivo di Rubattino. «Se ne sono succeduti a decine - spiega Pedroni - e lo scenario è sempre lo stesso: anche oggi i rom (in tutto dai 150 ai 200) sono andati via con rassegnazione, si disperderanno, come sempre accade, in altri campi e poi magari tra qualche mese proveranno a tornare qui a Rubattino. Il fatto è che ad ogni sgombero i costi sociali, e non solo quelli sociali, aumentano: chi viene cacciato viene esposto maggiormente al reclutamento della malavita, ci si incattivisce, mentre sarebbe molto più 'economicà anche dal punto di vista delle risorse, una politica di integrazione».
Anche i padri somaschi denunciano l’interruzione della frequenza scolastica.Lo scorso anno sono riusciti ad assicurare la frequenza in aula con l'aiuto di insegnanti e famiglie della zona, nell'ambito del progetto di mediazione scolastica, a circa 40 bimbi. "Adesso", spiega padre Pedroni, "dovremo ricominciare tutto daccapo, trovare i bambini dopo l'ennesima diaspora e cercare di assicurare loro la frequenza: ci sono bambini e famiglie che hanno subito a Rubattino il decimo sgombero ed è perfettamente superfluo cercare di spiegare questa cosa e l'impatto devastante che questa situazione ha sui bambini».