05/11/2011
Torino, la situazione ai Murazzi nella tarda mattinata di sabato 5 novembre (foto: Paolo Siccardi-Sync).
Stavano partendo per intervenire a Genova quando il loro comando li ha bloccati perché rimanessero a disposizione nella sede principale di corso Regina Margherita, dal momento che i bollettini meteo annunciavano peggioramenti su diverse aree del Piemonte.
Nel pomeriggio di venerdì 4 novembre, uomini e mezzi dei Vigili del fuoco di Torino, in particolare gli specialisti delle squadre Saf, i nuclei speleo-alpino-fluviali, sono rimasti in caserma. Esattamente come i colleghi di Milano. Il primo weekend di novembre, infatti, risulta brutto, bruttissimo su tutto il Nordovest.
L'allarme emesso dal Centro funzionale regionale piemontese indica fino a tutta domenica 6 novembre un
elevatissimo grado di criticità (livello 3) nelle zone della
Valsesia, della Valchiusella e della Valle Cervo (nelle province di Biella, Novara, Torino e
Vercelli), oltre che nelle Valli Orco, Lanzo e Sangone, in provincia di Torino, con precipitazioni diffuse e
la possibilità di fenomeni franosi ed esondazioni.
Torino, la situazione ai Murazzi nella tarda mattinata di sabato 5 novembre (foto: Paolo Siccardi-Sync).
È prevista nel resto del Piemonte una moderata criticità (livello 2), che si presume peggiori domenica, nelle zone delle valli di Susa, Chisone, Pellice, Po, Varaita, Maira, Stura di Demonte e nella pianura del Cuneese. Alcune di queste zone sono state colpite dalle alluvioni del 1994 e del 2000, con morti, sfollati e ingenti danni economici.
Torino, la situazione ai Murazzi nella tarda mattinata di sabato 5 novembre (foto: Paolo Siccardi-Sync).
Nella mattinata di sabato 5 novembre, in provincia di Alessandria sono state segnalate criticità diffuse per frane ed esondazioni nella zona di Ovada. Dalle altre province non sono state comunicate situazioni particolari di pericolo.Tra i valori massimi riportti spiccano i 291 millimetri d'acqua a Ovada, i 113 mm ad Arquata Scrivia, i 96 mm a Sabbia (Vercelli), i 109 mm nella Valstrona (Verbano-Cusio-Ossola).
I livelli idrometrici dei principali fiumi piemontesi e dei loro affluenti sono comunque in crescita. Nel Piemonte meridionale è stato segnalato il transito della piena dello Scrivia nell'area di Guazzora; nei bacini dell'alto Tanaro ed Erro sono stati registrati consistenti incrementi con valori prossimi alle soglie di moderata criticità. Ad Alessandria e dintorni, le portate del fiume Bormida hanno superato i valori di elevata criticità a causa del contributo dell’Orba, la cui onda di piena sta defluendo verso valle. Attorno alle 11 il Bormida è straripato il alcuni punti.
Nelle province del Verbano-Cusio-Ossola, di Biella, Vercelli e nel Canavese i livelli sono in crescita ma rimangono comunque al di sotto delle soglie di attenzione. Entro la serata di sabato 5 novembre è attesa un'ulteriore intensificazione delle precipitazioni. Inizialmente le zone più interessate saranno a sud quelle a ridosso dello spartiacque appenninico tra la Liguria di Ponente e le province di Cuneo, Asti ed Alessandria, a nord il Verbano, l’alto Vercellese, il Novarese ed il Biellese registreranno valori localmente molto forti. Dal pomeriggio del 5 novembre i massimi di precipitazione andranno spostandosi verso il Canavese e le Valli di Lanzo.
La piena del Po a Torino, sullo sfondo la chiesa della Gran Madre di Dio. Foto Siccardi-Sync.
Il bollettino delle 13 di sabato 5 novembre, vista la persistenza delle piogge, eleva il livello di criticità (3) ad altre zone del Piemonte, a ridosso delle Alpi e degli Appennini. «Nelle prossime ore», si legge tra l'altro nel comunicato dell'Arpa, «assisteremo ancora a fenomeni intensi lungo lo spartiacque ligure di Ponente e a una intensificazione dei flussi umidi sulla fascia pedemontana Nordoccidentale e successivamente Occidentale, che determinerà un aumento delle precipitazioni con valori di picco localmente forti e molto forti. La quota neve si rialza fin sui 2500 metri a Sud e 2300 metri a Nord. Conseguentemente si osserverà un incremento dei livelli del Tanaro fino ad Asti e della Bormida fino ad Cassine superando i livelli di attenzione».
Numerose famiglie sono state evacuate a scopo precauzionale dalle proprie abitazioni, soprattutto cascine, a Ovada e ad Alessandria. All'alba di domenica mattina, risultavano aver dovuto abbandonare le proprie case almeno 300 persone. A Torino, infine, in attesa della piena del Po, attesa nella notte tra il 6 il 7 novembre, è stata disposta - per lunedì - la chiusura delle scuole. Tutti i 15 mila volontari della Protezione civile piemontese sono mobilitati, divisi in turni che garantiscono una presenza costante di 1500-2500 unità.
Alberto Chiara