20/01/2013
Il cassonetto in cui è stata trovata la bambina (Ansa).
Bologna è incredula. La neonata ritrovata ieri in
un cassonetto delle immondizie nelle vie buone del centro storico, a pochi
passi dalla Curia arcivescovile, era chiusa in una borsa di iuta col cordone
ombelicale strappato e non riannodato, coperta di sangue. Chi l’ha abbandonata,
e c’è da augurarsi che non sia stata la madre, l’aveva condannata a morte, in
una gelida giornata d’inverno. «Un atto
di una crudeltà inaudita», come l’ha definito il procuratore aggiunto Valter
Giovannini, che ha aperto un fascicolo per tentato omicidio.
Tutti fanno il tifo
perché la piccola possa farcela, a cominciare dai due passanti che per puro
caso hanno sentito «una specie di miagolio» e l’hanno salvata, pensando si
trattasse di un gattino o di un cucciolo di cane, gettato nel cassonetto da un
padrone senza cuore.
Invece si trattava di
una bambina.
Piccolissima, appena due chili e settecento grammi di peso, in
stato di ipotermia ma viva e in grado ancora di piangere. «E’ stata una cosa
bruttissima e insieme bellissima», ha detto il barista che l’ha soccorsa per
primo e che, con l’aiuto di un dipendente del garage vicino, dopo aver chiamato
il 118, l’ha presa tra le braccia e l’ha portata al riparo all’interno della
rimessa.
I medici del reparto di
Terapia intensiva neonatale dell’Ospedale Sant’Orsola, dove la piccola è stata
ricoverata, sembrano ottimisti. Il Policlinico precisa in una nota che le sue
condizioni non sono “di immediata gravità”, mentre al momento non filtrano
notizie sulle indagini. Gli inquirenti hanno lanciato un appello perché la
madre si presenti a sua volta al Pronto
Soccorso . Lei stessa, infatti, potrebbe essere in pericolo di vita.
Nessuna
ipotesi può essere esclusa. Un gesto di follia, un atto di violenza commesso da
una terza persona. Le telecamere che controllano la strada, purtroppo, non
erano funzionanti, e questo non facilita le indagini.
La cosa che più lascia
sconvolti è la volontà di uccidere,
sulla quale non sembrano esserci dubbi.
“A Bologna ci sono
mille modi per partorire in maniera anonima e con l’assistenza adeguata”, ha
detto il direttore della Caritas, Paolo Mengoli. Una donna in difficoltà può
trovare aiuto presso gli sportelli del Comune, le strutture della Caritas, le
parrocchie, ed essere accompagnata in modo assolutamente anonimo prima e dopo
il parto.
La strada dove la
piccola è stata abbandonata è uno di quei vicoli stretti tra le case, dove non
passa quasi nessuno, ma a pochi metri dalla strada dei negozi, via
Indipendenza, e dal salotto buono della città, ricco di bar e ristoranti,
proprio a ridosso della Curia arcivescovile. Se ci fosse stata l’intenzione di
darle una possibilità bastava lasciare il fagotto nel cortile dell’Arcidiocesi,
o all’interno di un portone. Chi l’ha gettata nel cassonetto, nella migliore
delle ipotesi, non era abbastanza lucido per elaborare una minima strategia.
Oppure, nella peggiore delle ipotesi,
voleva solo disfarsi in fretta della piccola, senza correre rischi e
senza lasciare tracce.
Simonetta Pagnotti