27/08/2010
Mons. Agostino Marchetto, Segretario del Pontificio Consiglio per i migranti
E’ il secondo intervento del Vaticano in pochi giorni. Prima il Papa all’Angelus parlando in francese aveva sottolineato la necessità di una pedagogia della “fraternità”, senza “discriminazioni”. E adesso interviene sull’agenzia francese I.Media monsignor Agostino Marchetto, praticamente il ministro dell’immigrazione della Santa Sede, Segretario del Pontificio Consiglio per i migranti, e ripete che Sarkozy sbaglia sulle espulsioni dei rom e che la Chiesa ha tutto il diritto di criticarlo. In questa intervista a famigliacristiana.it spiega il motivo.
Monsignor Marchetto, perché la Chiesa parla?
“Perché la Chiesa difende l’uomo e in particolare coloro che più soffrono. I rom sono una minoranza che in Europa vede calpestata troppo spesso la propria dignità. Noi non possiamo tacere. Ma la Chiesa se parla non è di destra o di sinistra: difende solo i diritti umani”.
Dunque è una questione morale?
“Sì, la morale non riguarda solo le questioni della sessualità, dell’aborto o del matrimonio gay. La morale riguarda l’uomo nella sua interezza”.
Ma i rom fanno paura.
“Non si può colpevolizzare una intera popolazione perché alcuni delinquono. Quello dei rom non è un problema di sicurezza, ma di integrazione. Le istituzioni europee hanno stanziato molti fondi per l’integrazione sociale dei rom. Ma alcuni Paesi, tra cui l’Italia, non li hanno mai richiesti. Tra i rom ci sono cinque milioni di bambini: bisogna mandarli a scuola e cominciare da loro l’integrazione, senza che perdano tuttavia la propria identità di popolo. Poi occorre investire soldi nell’assistenza sanitaria e in campi più accoglienti”.
Lei ha denunciato all’agenzia francese che l’olocausto dei rom durante il nazismo è stato praticamente rimosso dalla nostra coscienza.
“E’ proprio così. Abbiamo dimenticato 600 mila zingari uccisi nei lager di Hitler. Li ha dimenticati il mondo intero e in particolare l’Europa. Gli ebrei possono celebrare la Shoah, hanno una identità condivisa sull’olocausto. Agli zingari non viene riconosciuto nemmeno il fatto che hanno sofferto. Lo dice praticamente solo la Chiesa, lo hanno ricordato sia Giovanni Paolo II, sia Benedetto XVI ad Auschwitz, dove c’è un sezione del campo appositamente per la soluzione finale degli zingari. Ma oggi quando si sottolinea una verità della storia molti in Europa fanno finta di niente, come se lo sterminio degli zingari fosse una leggenda”.
Alberto Bobbio