Un Paese in cerca di equità

Una ricerca esclusiva Demòpolis - Famiglia Cristiana: ecco che cosa Monti dovrebbe fare per rendere giustizia agli italiani onesti.

Un Paese in cerca di equità

22/12/2011
Mario Monti
Mario Monti

Una medicina amara. Molto amara. L’ennesima. Col rischio che porti a effetti collaterali. Come quello di scivolare nella povertà. E con un retrogusto rabbioso verso chi le tasse non le paga e sfrutta allegramente i servizi della collettività, seduto in groppa ai contribuenti onesti che vanno avanti con fatica crescente e che pagano le tasse anche per loro. Quanto alla parola d’ordine del Governo Monti (“equità”), solo una minoranza ne ritrova traccia nella stangata da 25 miliardi che ci attende per il 2012 e che va ad aggiungersi a quelle precedenti, per un totale in tre anni di 200 miliardi di euro. Oltre la metà degli italiani ritiene la Manovra iniqua e il 31 per cento considera le scelte di Monti “sbagliate”.

Lo conferma la ricerca esclusiva condotta dall’istituto di sondaggi Demòpolis per conto di Famiglia Cristiana. Due terzi degli intervistati chiedono una modifica del sistema fiscale con benefici per le famiglie con figli. E a proposito della riforma delle pensioni che ha cancellato di fatto l’anzianità, applicato per tutti il sistema contributivo e cambiato la vita alla generazione del baby boom, il 58 per cento apprezza l’idea di introdurre, accanto agli anni, il criterio della salute per determinare l’età pensionabile.

Ma che cosa manca alla Manovra del Governo dei professori (o dei banchieri, come lo chiamano i suoi detrattori, vista l’alta percentuale nella compagine ministeriale della “categoria”)? Resta sul banco degli imputati la politica, il cui indice di fiducia non è mai stato così basso. I tagli ai costi del Palazzo, nonostante Monti stia studiando l’adeguamento dell’indennità dei parlamentari a quella della media europea, non sono ritenuti incisivi per il 90 per cento del campione.

Manifestazione di immigrati
Manifestazione di immigrati

Brucia anche il fatto che non si è applicata una patrimoniale sulle grandi ricchezze oltre il milione di euro, come è avvenuto in Francia, nonostante l’Italia sia il Paese con la più alta ricchezza patrimoniale privata del mondo dopo l’Australia. Provvedimenti, quello sui politici e sui grandi ricchi, non si sa quanto efficace sul piano dei numeri necessari a fare cassa, ma ritenuti altamente simbolici, poiché a dare l’esempio in un momento di lacrime e sangue deve essere chi guida il Paese e chi ha di più. Pochi, inoltre, pensano che siano state applicate politiche concrete di sostegno alle famiglie. Evidentemente le detrazioni per i figli a carico per l’Imu (la nuova Ici) non sono state percepite o sono giudicate dagli italiani largamente insufficienti.

Le misure fiscali del Governo hanno provocato manifestazioni e scioperi
Le misure fiscali del Governo hanno provocato manifestazioni e scioperi

Gli italiani dimostrano di avere le idee chiare anche sugli interventi necessari a trasformare il “Paese dei furbi” nel “Paese dell’equità”. Il primo, stando al sondaggio, è la modifica del sistema fiscale con benefici per le famiglie con figli e detrazioni per le persone a carico (come avviene negli altri principali Stati europei, a cominciare dalla vicina Francia). Come si vede dalle tabelle del sondaggio, l’opinione degli intervistati che si dichiarano cattolici praticanti non è dissimile da quella di chi si proclama genericamente cittadino laico. Non è, dunque, un problema legato alle credenze religiose, ma di “civiltà”. Da notare anche la richiesta di aumento dei servizi per le famiglie con bambini piccoli. La concessione della cittadinanza per coloro che nascono sul suolo italiano, recentemente auspicata anche dal capo dello Stato, raggiunge il 45 per cento tra i cattolici e scende di otto punti tra i cittadini che si proclamano laici. Inoltre, un terzo degli intervistati chiede incentivi concreti per l’impiego femminile, uno dei settori del mercato del lavoro più critici in Italia, specialmente nel Mezzogiorno.

La nave del Governo comunque va. I sacrifici chiesti ai “soliti noti” (le famiglie del ceto medio-basso) sono giudicati necessari per allontanarsi dal baratro del fallimento dei conti pubblici. Ma la luna di miele del professore con gli italiani è finita da un pezzo: il gradimento è sceso al 54 per cento.

Francesco Anfossi
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Postato da Andrea Annibale il 22/12/2011 00:45

Facendo un discorso alla “Cicero pro modo sua”, io mi ritrovo tra quella minoranza di italiani che, essendo inabili al lavoro, deve contare sul risparmio accumulato da tre generazioni (nonni, padri e nipoti) per far fronte al mio presente e al mio futuro (la mia vecchiaia). Perciò dico e sono il primo a dire, passi qualunque sacrificio, si paghi quello che si deve pagare (personalmente pagherò parecchio perché i miei risparmi sono composti al 95% da beni immobili) purché LA SI SMETTA di leggere e di sentir parlare un giorno sì ed uno no di bancarotta dello Stato. Sono per l’appunto per il Partito del Risparmio Privato e mi trovo in completa sintonia politica con Monti e con Napolitano. Non capisco il ragionamento di chi dice che, siccome siamo un popolo di risparmiatori, era meglio uscire dall’euro. Il vero rischio e la vera rovina sarebbero stati la perdita di valore dei beni, specie i risparmi mobiliari e le rendite, conseguenti alla fine dell’euro. Facebook: Andrea Annibale Chiodi; Twitter: @AAnnibale.

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