Scommessopoli, quasi inutile lottare

L'ultimo scandalo del calcio ci insegna che indagare, scoprire e punire serve. Ma per la dignità nostra e della giustizia. Non per sperare di vincere la "guerra".

20/12/2011

L’ultima tranche delle indagini sulle scommesse calcistiche ha portato dunque all’arresto di 17 persone, tra le quali Cristiano Doni ex capitano dell’Atalanta, giocatore di enormi doti e idolo dei tifosi bergamaschi, sino a poche ore fa pronti a giurare sulle sua innocenza e a recriminare per i suoi tre anni e mezzo di squalifica e per i punti di penalità, 6, che handicappano nella classifica di serie A l’Atalanta, sulla base di risultanze legate alla prima parte dell’inchiesta. Pare che di tutti gli arrestati sia proprio Doni quello che ha causato maggiori problemi diciamo fisici alle forze dell’ordine, cercando di fuggire. Tante le partite “incriminate”, in prevalenza di serie B e dello scorso campionato. Adesso la giustizia sportiva acquisirà gli atti dalla giustizia ordinaria e aprirà il suo processo, rapido: ci sono anche giocatori che hanno scommesso su partite, loro e altrui, sono possibili radiazioni e penalizzazioni.

Ma intanto il procuratore di Cremona, la città da dove, grazie a un pentito, sono partite le indagini, ha avvertito che quanto scoperto è soltanto un punto di partenza, non di arrivo. Sempre la benedetta punta dell’iceberg. Sempre a chiederci non se le cose, le cosacce stiano davvero così e giustizia stia per esse fatta, ma se la differenza fra il poco che sappiamo e il molto che effettivamente accade non sia enorme. Se, in altre parole, siamo un po’ cretini, abbastanza cretini, normalmente cretini, molto cretini, troppo cretini a credere ancora al calcio, e di riflesso a tutto lo sport di vetrina, quello dove ormai circola troppo denaro perché l’onestà possa continuare ad avere almeno i suoi discreti spazi vitali, e non sia invece ridotta a una esistenza da cani nella cuccia, più o meno ammaestrati a subire di tutto.

E c’è davvero di tutto in questa ultima incriminazione: la base operativa principale lontano lontano, addirittura a Singapore; le schede telefoniche rumene; gli organizzatori di tante nazionalità; i soldi portati in valigia per il mondo, a ripagare lautissimamente chi ha investito in corruzione perché Tizio qui, Caio là, Sempronio magari in un altro posto del calcio ancora non individuato abbia, con il suo comportamento in campo, indirizzato una partita verso un certo risultato. Gran miracolo che ci siano ancora magistrati vogliosi e capaci di indagare, di scoprire qualcosa scrutando il movimento di scommesse internazionali confluite in un paese insospettabile, magari allergico al calcio ma non alle seduzioni dell’azzardo. A Singapore arrivano enormi puntate su una partita qualsiasi di pallone che si gioca a Roccacannuccia, Italy: già saperlo è difficile, figuriamoci indagare sulle origini delle puntate, per non dire poi della quasi impossibilità di ricostruire l’iter del denaro onde arrivare all’origine del crimine.

Un momento della conferenza stampa nella quale è stato illustrato il nuovo giro di scommesse nel calcio.
Un momento della conferenza stampa nella quale è stato illustrato il nuovo giro di scommesse nel calcio.


Ci sono, è vero, l’iniziativa e la collaborazione dell’agenzia che riceve le scommesse, danneggiata da pagamenti imprevedibili e immani per risultati balzani
, che neanche il caso avrebbe saputo architettare. Ma le difficoltà di indagine sono ancora maggiori per chi, come un allibratore, non ha poteri legali… La psicosi dell’illecito costante ormai esiste, l’entità anomala delle puntate è la sola indicazione per ora sfruttabile. Non ci sono nello sport strumenti per misurare l’impegno di un calciatore: lui dice che non stava bene, che non “sentiva” quella partita, e nessuna “giuria” lo può condannare per i suoi errori in campo. L’Uefa, la federazione calcistica europea, di recente è stata chiamata a dire qualcosa su un 7 a 1 del Lione a Zagabria, dove alla squadra francese occorreva segnare un grande numero di gol alla squadra croata per ottenere la difficilissima qualificazione agli ottavi di finale della Champions League, con bonus di 20 milioni di euro. Chiaramente c’è stato un accordo fra le due compagini, di valore calcistico pressocché pari, e la televisione ha pure immortalato la strizzatina d’occhio di un calciatore locale al rivale che ha appena segnato, il dito alzato a significare ok. Ma può trattarsi di cavallereschi segnali di ammirazione, di riconoscimento della superiorità, non invece gesti di complicità…

L’Uefa si muove soltanto se si segnalano puntate anomale in qualche parte del mondo, puntate premiate dal risultato bizzarro. La segnalazione non c’è stata, anche perché mica si può monitorare tutto il mondo delle scommesse, e allora niente inchiesta, avanti il Lione. Non c’è nulla da fare, allora? Pensiamo di no. Bisogna sì indagare, lottare, scoprire, punire, ma per la dignità nostra e della giustizia, non per sperare di vincere la guerra. Come d’altronde accade in tante brutte situazioni della vita, dove bisogna combattere il male anche se si sa che esisterà sempre. Nello specifico del pallone, chi è un tossico del calcio riesce persino a non accorgersi che la partita di droga è tagliata.

E a chi invece vuole un calcio pulito (ma anche pulito tutto lo sport di vertice, di vetrina, insomma lo sport con tanto denaro tanto e tanti interessi) diamo un consiglio assai pratico, che vale anche per lo scommettitore puro, quello che magari crede persino alla propria competenza per emettere un pronostico logico: si cerchi, si pretenda di non sapere a priori e anche a posteriori che una partita è truccata, si trascurino certe pesanti letture di indagini e sentenze, si guardi ai risultati del campo e basta. Non sapere può diventare legittima difesa. Ci sono in certi Paesi concorsi-pronostici che, quando una partita è rinviata, ad esempio per maltempo, per la completezza della schedina accettano l’1 o il 2 o la X decisi da un sorteggio. Basta che il sorteggio sia onesto: almeno il sorteggio.

Gian Paolo Ormezzano
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Postato da martinporres il 20/12/2011 15:38

Vi invito ad andare a rileggere l'articolo del 5/06/11 di Elisa Chiari :"Scommesse, le antiregole del gioco", con il commento di un opinionista relativo a Claudio Doni. Per intuire che Doni, poteva fare il gioco di qualcuno, evidentemente, non bisognava aspettare l'arresto del calciatore da parte della procura di Cremona.

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