Amnesty, il diritto come missione

Combatte la tortura e la pena di morte, difende le vittime dei soprusi, promuove una cultura di giustizia e di pace.

29/04/2010
Una manifstazione in favore di Amnesty International davanti a Palazzo Chigi, a Roma.
Una manifstazione in favore di Amnesty International davanti a Palazzo Chigi, a Roma.

Fondata nel 1961 dall’avvocato inglese Peter Benenson, Amnesty International conta oggi più di due milioni soci sparsi in oltre 70 Paesi. La sezione italiana è stata fondata nel 1975. Ma come funziona quest’associazione e quali sono le sue finalità? Ne parliamo con la presidente di Amnesty Italia, Christine Weise. «Amnesty è un’organizzazione di volontariato che mira alla promozione e alla difesa dei diritti umani. Si finanzia solo con donazioni individuali per mantenere la neutralità dai governi. Promuoviamo petizioni, raccolte firme e organizziamo manifestazioni e incontri nelle scuole».

     Chi e quanti sono gli iscritti ad Amnesty Italia? «Sono circa 80», precisa Christine Weise, «anche se gli attivisti veri e propri sono circa 2 mila, sparsi nelle varie sedi locali. Sono persone normalissime di tutte le età che hanno scelto di dedicare una parte del loro tempo agli ideali in cui credono. Ci sono anche numerosi cattolici, perché su molti temi abbiamo parecchi punti in comune con la dottrina sociale della Chiesa. Molte parrocchie ospitano nei loro locali i nostri gruppi».

     Può fare degli esempi di alcune vostre campagne che hanno avuto successo? «In Ungheria e in Albania, grazie anche al nostro impegno, di recente sono state approvate nuove leggi a tutela delle donne che subiscono violenza domestica. In Italia abbiamo lanciato la campagna “È la risposta sbagliata” contro il piano nomadi del comune di Roma che prevede lo sgombero forzato di oltre 6 mila persone e il loro trasferimento in campi attrezzati in periferia. Riteniamo positivo l’interesse per la situazione, ma sbagliata la risposta per due motivi: oltre 1200 persone resteranno fuori e soprattutto tanti bambini saranno costretti a cambiare scuola, con grave danno per la loro integrazione».

     Come fare per contattarvi? «Sul sito www.amnesty.it ci sono tutte le informazioni per trovare la sede più vicina. Altrimenti, si può telefonare alla nostra sede centrale: 06.44.901», conclude Christine Weise.

Eugenio Arcidiacono
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