19/11/2010
Andrea Olivero, presidente nazionale delle Acli e portavoce del Forum delterzo settore (foto Adnkronos).
Cinque per mille. E' scontro aperto. Andrea Olivero, presidente nazionale delle Acli e portavoce del Forum del Terzo settore, alterna fioretto e spada, graffiante ironia e dura polemica. «Ringraziamo i 303 parlamentari che con il loro voto hanno decretato la riduzione del 75 per cento dei fondi destinati al 5 per mille, passati dai già risicati 400 milioni dell’anno scorso ai risibili 100 milioni dell’attuale manovra», dice. «Ora possiamo solo sperare che al Senato prevalgano la responsabilità ed il buon senso e vengano assegnati al 5 per mille fondi adeguati e non elemosine», aggiunge Andrea Olivero che conclude nuovamente ironico: «Ci auguriamo che d’ora innanzi questi politici non usino più la parola sussidiarietà nei loro interventi».
Il drastico taglio previsto ha suscitato reazioni vibranti.«Eliminare il tetto previsto per il 2011, ripristinando quanto meno l'importo dei fondi contemplati nel 2010». E’ l’appello lanciato dalle associazioni non profit al Governo, preoccupate perché «la legge per la stabilità, di prossima discussione e approvazione in Parlamento, limita a 100 milioni di euro i fondi da destinare al 5 per mille per l'anno 2011». Se la legge venisse definitivamente approvata così com’è, spiegano le associazioni nella lettera inviata ai presidenti di Camera e Senato, «non sarebbe rispettata la volontà dei cittadini che liberamente decideranno di versare alle associazioni destinatarie la loro quota del 5 per mille con la prossima dichiarazione dei redditi: solo 100 milioni, rispetto all’intero ammontare del 5 per mille, verrebbero infatti distribuiti alle associazioni, mentre il resto verrebbe trattenuto dallo Stato».
Se il tetto di 100 milioni venisse confermato, precisano le associazioni, ci sarebbe una «riduzione del 75 per cento rispetto all'importo destinato nell'anno precedente (peraltro già oggetto di una limitazione rispetto al totale dei fondi raccolti). Tale ulteriore taglio si aggiungerebbe a quelli effettuati al bilancio della cooperazione internazionale italiana, ai contributi alle istituzioni internazionali che si occupano di aiuti ai Paesi in via di sviluppo e a quelli per la ricerca scientifica, universitaria e sanitaria». Secondo le associazioni del non profit, «questi tagli si ripercuoterebbero significativamente sull'operatività delle organizzazioni del terzo settore, che hanno dimostrato, negli ultimi anni in modo ancora più evidente, una professionalità molto elevata, oggetto di apprezzamento in Italia e all'estero e dunque motivo di orgoglio per il nostro Paese».
Tantissime le associazioni firmatarie dell’appello: da Emergency a Libera, dal Gruppo Abele a Terre des Hommes, da Amref a Save the Children, dal Cnv al Wwf, da Amnesty a Msf. Tra le varie associazioni, anche le Misericordie: «Dopo i tagli ingiustificati che ogni anno i governi hanno attuato alle risorse destinate al servizio civile, si colpisce ancora una volta la grande risorsa del volontariato italiano, riducendo in maniera significativa quel sostegno che arrivava da una libera scelta dei cittadini italiani. In un momento di grave crisi economica come l’attuale, le organizzazioni del volontariato devono essere considerate, dal governo e dalle istituzioni, preziose opportunità, che concorrono al mantenimento di livelli accettabili di ‘stato sociale’ e di qualità della vita, a cui i cittadini hanno diritto».
Alberto Chiara