08/02/2013
Don Virginio Colmegna.
Dopo un mese di carcere è stata scarcerata dal penitenziario di Como una romena di 27 anni, madre di tre figlie, che doveva scontare una condanna a 6 mesi per accattonaggio con minore ma che nel frattempo ha radicalmente cambiato vita. Lo ha reso noto don Virginio Colmegna, già direttore della Caritas ambrosiana e ora responsabile della Casa della carità di Milano: il sacerdote ha interrotto lo sciopero della fame, cominciato nei giorni scorsi proprio per segnalare questo caso di malagiustizia.
«Piccola, minuta, gli occhi che sprizzano felicità - si legge sul sito della Csaa della carità -, Anna (la donna è stata chiamata così, con un nome di fantasia a tutela della sua privacy, ndr.) ha finalmente
potuto riabbracciare le figlie e solo in quel momento ha capito che
l’incubo è finito. Il giudice dell’esecuzione del Tribunale di Milano ha
dichiarato la non esecutività della sentenza e ha disposto l’immediata
scarcerazione dopo trenta giorni di carcere. Per una contravvenzione del
2006, Anna era stata condannata con sentenza di primo grado nel maggio
del 2010 al termine di un processo celebrato senza che potesse
difendersi, perché nessuno le aveva mai notificato nessun atto».
«Storia
surreale, quella di Anna, caso emblematico tra i tanti che purtroppo
non emergono e non trovano spazio su giornali e televisioni», prosegue
la note della Casa della carità. «Anna, giovane donna di 27
anni, vive da tempo con le figlie, ha una casa e un lavoro fisso e
retribuito, conduce una vita esemplare (come testimoniano tutti quelli
che l’hanno conosciuta e frequentata in questi anni, a cominciare dalle
maestre delle figlie e dal suo datore di lavoro) ma dal maggio del 2010
al gennaio di quest’anno non riceve alcuna notifica né dell’inizio del
processo né della condanna. Viene dichiarata irreperibile senza che sia
mai cercata. A gennaio scattano le manette: i
Carabinieri che l’arrestano sono i primi a restare sorpresi di fronte a
una persona normale che la mattina presto sta aiutando le figlie a
vestirsi, le danno il tempo di portarle a scuola e di trovare qualcuno
cui affidarle».
Anna era stata ospite della Casa della carità di
Milano, dove era stata seguita e aiutata a rompere con il passato e a
trovare una sua autonomia. La notizia del suo arresto trova don Virginio
Colmegna, presidente della Casa, impegnato - insieme ai rappresentanti di
associazioni e istituzioni - nella campagna “Carcere, diritti e dignità”
che prevede, tra l’altro, un digiuno a staffetta contro la grave
situazione esistente nelle carceri. Subito decide di prolungare il suo
digiuno a oltranza: «Fino a quando – dice – Anna non sarà liberata».
Don Virginio è stato il primo ad abbracciarla all’uscita dal carcere di
Como. Dopo giorni di tristezza, finalmente sorride anche lui: «E’ un
gran risultato che, però, fa intravvedere quanto ancora ci si debba
impegnare per difendere i diritti e quanto il carcere non serva».
L’abbraccio che mi ha dato, confessa, «è il segno di una grande gioia
interiore». Poi aggiunge: «L’appello di “Carcere, diritti e dignità”
resta e continua per tutte le Anna che non hanno parola, contro il
sovraffollamento carcerario, per la dignità e i diritti di tutti i
detenuti».
Alberto Chiara