24/09/2011
La Perugia-Assisi compie mezzo secolo di vita e continua a essere
la coscienza critica di un mondo lacerato dall’odio, sempre alle prese con armi
che sparano, feriscono, uccidono.
«Marcia per la pace e la fratellanza fra i
popoli»: questo è il nome per intero dell’iniziativa che proprio oggi,
24 settembre 2011, festeggia 50 anni. Aldo Capitini, filosofo politico e pedagogista, ma
soprattutto uno dei “padri” della non violenza nel nostro Paese, la vagheggiava
già nel corso degli anni Cinquanta. Ma fu solo nell’estate del 1960 che la
Marcia cominciò ad essere un progetto concreto, con l’invio delle prime lettere
e la costituzione di un piccolo comitato promotore che lentamente raccoglierà le
adesioni di intellettuali, professori, insegnanti, partiti, parlamentari,
amministratori comunali e provinciali, sindacati e associazioni di ogni genere.
Un'immagine delle iniziative che hanno caratterizzato i giorni precedenti alla Marcia Perugia-Assisi 2011. Foto di Roberto Brancolini
Per Aldo Capitini la Marcia doveva essere «popolare e regionale»,
in modo da «destare la consapevolezza della pace in pericolo nelle persone più
periferiche e lontane dall’informazione e dalla politica», come scrisse lui
stesso. Scelse Assisi, come meta finale, così da richiamare «il santo italiano
della nonviolenza», e disegnò il percorso attraverso le zone più popolose
dell’Umbria, Perugia, Bastia Umbra, Santa Maria degli Angeli.
Aldo Capitini – che morirà pochi anni dopo, nel 1968 – alla
fine degli anni Cinquanta sentì l’urgenza di realizzare un’importante iniziativa
di pace per via della situazione internazionale che si faceva sempre più
pesante a causa della guerra fredda, la corsa al riarmo, la costruzione del
muro di Berlino. A soli 15 anni dal terribile secondo conflitto mondiale si
consolidava ormai la divisione del mondo nei due blocchi, guidati dalle
superpotenze, Stati Uniti e Unione Sovietica.
Una realtà ben diversa da quella di oggi, e da quelle che le
diciannove successive edizioni della Perugia-Assisi si sono trovate ad
affrontare.
Un'immagine delle iniziative che hanno caratterizzato i giorni precedenti alla Marcia Perugia-Assisi 2011. Foto di Roberto Brancolini
La prima volta fu il 24 settembre 1961, alle 8 del mattino,
la Marcia prese il via dai Giardini del Frontone di Perugia, cosa che si è sempre
ripetuta poi fino ad oggi. Tra i partecipanti c'era gente d’ogni condizione
sociale, nomi illustri e gente comune; il deputato a fianco del mezzadro, lo
scrittore accanto al professionista, il contadino umbro allo studente romano. Quell’edizione
contò in tutto venti-trentamila persone, una partecipazione eccezionale per
l’epoca. Era la prima volta che una simile iniziativa si svolgeva in Italia.
Quella prima Marcia, giunta nel primo pomeriggio alla Rocca
di Assisi, si concluse con gli interventi di uno studente giapponese, di Arturo
Carlo Jemolo, Guido Piovene, Renato Guttuso, Ernesto Rossi.
Intervenne anche Aldo Capitini,
naturalmente, cui toccò la lettura della Mozione del popolo per la pace. «La
pace è troppo importante perché possa essere lasciata nelle mani dei soli
governanti», disse Capitini. Tra gli obiettivi che indicò c’erano il
superamento dell’imperialismo, del razzismo, del colonialismo e dello
sfruttamento, il rafforzamento delle Nazioni Unite, il disarmo totale
controllato, la cessazione degli esperimenti nucleari, una diversa impostazione
dei bilanci statali, il massimo sviluppo di tutta la vita democratica dal
basso, l’alleanza di tutte le forze pacifiste per una azione unitaria. Molti di
essi sono quanto mai validi ancora dopo mezzo secolo.
Un'immagine delle iniziative che hanno caratterizzato i giorni precedenti alla Marcia Perugia-Assisi 2011. Foto di Roberto Brancolini
La marcia suscitò un grande entusiasmo aprendo una stagione
di “marce per la pace” che si svolsero in numerose città di diverse regioni. Ma
quella da Perugia ad Assisi sarà ripetuta solo diciassette anni dopo, in
occasione del decimo anniversario della morte di Aldo Capitini. Nel suo
ricordo, il 24 settembre 1978, quindicimila persone ripercorrono quella strada
con lo slogan, coniato dalla Fondazione Centro Studi Aldo Capitini e dal
Movimento Nonviolento, “Mille idee contro la guerra”.
«Dai giorni della Marcia
del 1961», si legge nel volantino di convocazione, «il disarmo è rimasto nelle
intenzioni ma la corsa agli armamenti è proseguita impegnando oltre la metà
delle ricchezze prodotte dagli uomini, aggravando tutti i problemi economici,
alimentari, politici, morali del mondo». Nel 1978, dalla Rocca di Assisi, parlano
Pietro Pinna, il primo obiettore di coscienza in Italia, Lucio Lombardo Radice,
padre Ernesto Balducci.
Da allora la Marcia si è svolta con una certa regolarità,
ogni due o tre anni, anche con diverse eccezioni ed edizioni straordinarie,
come ad esempio il 1999 – l’anno della guerra in Kosovo – che spinse gli
organizzatori a realizzare un doppio appuntamento, a maggio e a settembre dello
stesso anno; oppure il 2001, quando si svolse la più grande e partecipata delle
edizioni, con una presenza stimata in 350-400 mila persone. O ancora nel 2003,
quando il 12 ottobre, di nuovo si riverserà un grande fiume umano (stimato in
300 mila persone) per reagire alla seconda disastrosa guerra angloamericana
contro l’Iraq.
Domattina, 25 settembre 2011, ancora una volta dai Giardini
del Frontone di Perugia, partirà la diciannovesima Marcia, con lo slogan “50 anni
nei 150 anni”, dato che la manifestazione di pace si svolge nell’anniversario
dell’Unità d’Italia.
Luciano Scalettari