06/05/2013
Dal Rapporto emergono alcune differenze tra una realtà e l'altra, non tanto nella sostanza della problematica, quanto, piuttosto, nella sua manifestazione che dipende dal contesto socio-culturale. "A Milano, i bambini convivono con le problematiche
di una grande metropoli, avanzata dal punto
di vista culturale ed economico che ha attratto
nel tempo varie ondate migratorie. Nei quartieri
Vigentino, Morivione, Fatima, Cermenate dove è
presente il centro Zero5 di Intervita, i principali
problemi riguardano la difficoltà diffusa delle
famiglie nel sostenere i propri figli nel percorso
formativo, la crescente presenza di figli di immigrati
scolarizzati solo parzialmente in Italia, l’isolamento
della popolazione straniera - in particolare
delle donne-mamme - e la difficoltà diffusa
di comunicazione scuola-famiglia".
"A Napoli il centro I.A.M.M.E. si trova nel quartiere
San Lorenzo-Vicaria una delle zone in cui l’emarginazione
sociale risulta maggiormente elevata,
a causa dei forti tassi di disoccupazione e sottoccupazione.
La fitta presenza della criminalità
organizzata rappresenta una ghiotta alternativa
di vita per una buona parte degli adolescenti che
abbandonano la scuola. Inoltre i giovani spesso
vivono all’interno di famiglie molto numerose e a
basso reddito, dove sovente le madri rappresentano
il punto più fragile: giovanissima età, bassa
scolarizzazione, difficile autonomia economica e
lavorativa".
"A Palermo, infine, il centro Arteca si trova nel
quartiere di Borgo Vecchio, uno dei più problematici
dal punto di vista sociale. Qui abbiamo un
quartiere-ghetto con scarsa incidenza di servizi
sociali dove si registra un livello socio-culturale
basso e una scarsa scolarizzazione degli adulti.
I ragazzi in obbligo scolastico sono spesso impegnati
in precoci attività lavorative (lavoro in
nero) o ingaggiati in attività criminali e diversi
studi hanno sottolineato il legame tra dispersione
scolastica e devianza minorile. La diffusa
povertà e disoccupazione contribuiscono all’aumento
dei fenomeni di criminalità e devianza,
rinforzando una già diffusa cultura dell’illegalità
e indebolendo la fiducia nelle istituzioni".
Tra i sentimenti che ricorrono con maggiore frequenza spicca il senso di impotenza di fronte alle difficoltà scolastiche dei figli: per le mamme, su cui grave interamente questo compito, si tratta di un insuccesso personale. Di una sfida persa, se non in partenza, poco dopo. Nel momento in cui gli sforzi profusi per dedicarsi al percorso formativo dei bambini non danno i risultati auspicati, si passa alla fase dell'auto-colpevolizzazione. Con conseguenze dirette e negative sull'autostima. Oppure, viceversa, si innesca un meccanismo "perverso" di difesa strenua dell' "ignoranza" dei figli: per ogni insufficienza c'è una giustificazione, per ogni critica c'è una contro-accusa.
Grazie ai laboratori proposti, soprattutto le ragazze iniziano a cogliere la fatica di alcune mamme a nascondere sentimenti negativi come malessere, tristezza, nervosismo al solo fine di tutelarle. Vivere più liberamente la propria emotività, come mamme e come donne, sarebbe un segno di emancipazione non indifferente nella lunga strada verso la conquista dei propri diritti.
In Italia 6 milioni 743 mila donne hanno subito
violenza (31,9% della classe di età tra i 16 e
i 70 anni) e 3 milioni 961 mila donne hanno
subito violenze fisiche. Sono 120 le vittime di
femminicidio solo del 2012.
A rendere singolare la situazione italiana è un
dato sconcertante:
solo il 18,2% delle donne che
hanno subito violenze li considera reati e solo
il 7,2% li denuncia. Addirittura il 33,9% non ne
parla con nessuno. Dati desolanti se si pensa
che secondo l’Organizzazione Mondiale della
Sanità a livello mondiale, la violenza tra le mura
domestiche è considerata la prima causa di
morte o invalidità permanente delle donne (14
- 50 anni).
Simbolo della campagna di sensibilizzazione è Maya, una sagoma femminile contrassegnata dal cuore arancio di Intervita scaricabile via web e personalizzabile con un messaggio dedicato alla propria mamma. Il contributo raccolto permetterà all'associazione di realizzare azioni concrete per offrire
a tante donne italiane la possibilità di crearsi un futuro migliore attraverso tre filoni di intervento: sostegno psicologico alle mamme in difficoltà, coinvolgimento in attività di scolarizzazione e sostegno all'autonomia economica attraverso corsi di formazione.
Alberto Picci