Acqua: finito il forum, rimane la sete

Chiuso il sesto summit mondiale rimane il problema di fondo: l'acqua è un diritto o un bene economico? Ogni giorno, nel mondo, 30.000 persone muoiono perché poco o male idratate.

18/03/2012
Un pozzo d'acqua potabile in Afghanistan. Foto di Ahmad Masood/Reuters (anche la fotgo di copertiuna, che documenta la penuria d'acqua in alcune aree della Cina colpite dalla siccità, è della Reuters).
Un pozzo d'acqua potabile in Afghanistan. Foto di Ahmad Masood/Reuters (anche la fotgo di copertiuna, che documenta la penuria d'acqua in alcune aree della Cina colpite dalla siccità, è della Reuters).

All'indomani della conclusione del sesto Forum mondiale dell'acqua svoltosi a Marsiglia, Benedetto XVI ha lanciato un appello a "garantire per tutti un accesso equo, sicuro e adeguato all'acqua". Lo ha detto dopo la recita dell'Angelus in Piazza San Pietro.Un appello che fa seguito al documento vaticano presentato a Marsiglia pochi giorni fa. Ogni tre anni è sempre la stessa rappresentazione.

A ogni Forum si snocciolano dati e aumenta l'allarme mondiale. Dopo aver riaffermato il principio che l'acqua è un diritto universale, il dibattito segue strade diverse e molto spesso ideologiche per arrivare alla soluzione: dissetare il mondo ed evitare 30.000 morti al giorno per la mancanza di fonti sicure. Il nodo da affrontare è economico, ma anche ambientale. C’è chi sostiene che l’unico modo per proteggere l’acqua donataci dalla natura è quello di farla diventare un bene di consumo, di darle un valore economico, cioè di avere un cartellino del prezzo. In un certo senso è vero: solo se l’acqua viene pagata almeno quanto il costo della distribuzione forse possiamo evitare di sprecarla. Ma questo non può essere l’unico principio a guidare la gestione dell’acqua. 

Come affrontare il problema dell’iniquità che inevitabilmente si viene a creare quando alcuni possono pagare e altri no? Sandra Postel, che attualmente dirige il Global Water Policy Project, parla con chiarezza degli svantaggi insiti nel considerare l’acqua come un bene economico: “Il rischio è quello che le funzioni economiche siano elevate al di sopra delle funzioni di supporto alla vita e che si finisca per non dare spazio ai tre pilastri della sostenibilità: efficienza, equità e protezione degli ecosistemi”. In sostanza è questione di scegliere in che tipo di mondo vogliamo vivere. Un mondo dove regna sovrano il mercato? Oppure un mondo dove al centro c’è l’uomo?

Giuseppe Altamore
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Postato da Paolo Zuliani il 20/03/2012 11:31

Interessante anche il Forum Alternativo Mondiale dell'Acqua a Marsiglia, dove organizzazioni e movimenti della società civile hanno incontrato delegazioni governative e ad Aubagne rappresentanti ed eletti delle autorità locali di molti paesi, discutendo sulla gestione pubblica del servizio idrico. Informazioni: http://cevi.coop/acqua/marsiglia--fame-2012-(111).htm

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