08/08/2012
Tra studenti e giovani aumenta il consumo di cannabis e stimolanti. Tutte le fotografie di questo servizio, copertina inclusa, sono dell'agenzia (Thinkstock).
Sono generalmente in calo, anche se, tra gli studenti, si riscontra una «lieve tendenza all'aumento» del consumo di cannabis e di stimolanti. Gli italiani e la droga: la Relazione annuale al Parlamento 2012 fornisce la fotografia più precisa e aggiornata del fenomeno. Curata dal Dipartimento delle politiche antidroga, la cui delega è affidata al ministro per la Cooperazione internazionale e l'integrazione, Andrea
Riccardi, la Relazione si basa sui dati di tutto il 2011 e del primo semestre dell'anno in corso.
Stando alle stime più attendibili, nel nostro Paese ci sono circa 2,3 milioni di consumatori di sostanze stupefacenti, occasionali e non, in un'età compresa tra i 15 e i 64 anni. «Per quanto concerne la lettura dei dati - ha spiegato Riccardi nella presentazione della Relazione - sono consapevole dei pericoli insiti nelle generalizzazioni. È vero che il dato sui consumi di sostanze stupefacenti indica che la tendenza alla contrazione, in atto ormai da alcuni anni, può ritenersi sostanzialmente confermata. È altrettanto vero, però, che questa tendenza, oltre a presentare, in generale, un'intensità minore rispetto a quella riscontrata nel 2010, si manifesta in modo differente in relazione al tipo di sostanza e alle diverse aree del territorio nazionale».
Per la cannabis, cita come esempio il ministro, si riscontra una
«lieve tendenza all'aumento tra la popolazione studentesca; sempre tra i
giovani, si assiste ad una ripresa dei consumi di stimolanti,
mentre i consumi di cocaina e allucinogeni presentano un trend in
diminuzione». Per l'eroina, si nota, «in generale, una diminuzione dei
consumi; tuttavia preoccupa la stabilità dell'assunzione di tale
micidiale droga da parte degli studenti dell'Italia meridionale e
insulare e della popolazione femminile. La contrazione dei consumi,
inoltre, sembra essere accompagnata da un aumento della frequenza di
assunzione tra gli studenti che hanno provato eroina negli ultimi trenta
giorni. Analogo discorso si può fare per la cocaina, tenuto conto
che in una parte della popolazione giovanile, sedici-diciassettenni, non
si è potuto registrare alcun decremento».
Un altro allarme, sottolinea il ministro Riccardi, lo provoca la
crescente diffusione di «forme di dipendenza legate al gioco d'azzardo,
anche tra la popolazione studentesca». Secondo la Relazione il
fenomeno non ha ancora contorni precisi a cauisa delle diffcoltà a
reperiri dati certi. Si sa comunque che la percentuale della popolazione
coinvolta oscilla tra l'1,2 e il 3 per cento del totale,
impennendosi («arriva al 7,5 per cento») quando l'universo di
riferimento si restringe alla sola popolazione studentesca (15-19 anni).
Ad ammettere di aver giocato in modo troppo coinvolgente e problematico
sono soprattutto i maschi. Il ministro Riccardi auspica che si possa
arrivare a «tutelare, in particolar modo, i soggetti pù deboli, come gli
anziani e gli adolescenti, attraverso l'introduzione di una rigorosa
disciplina sulla pubblicità e sulla conoscenza dell'alea connessa al
singolo gioco». Il consumo dell'alcol e gli episodi di ubriachezza
tra gli studenti, infine, anche se in flessione, «meritano comunque
particolare attenzione».
La Relazione al Parlamento ha anche quantificato il costo sociale del problema. Tra
i soldi necessari per l’acquisto delle sostanze, i fondi stanziati per
le Forze dell'ordine impegnate nel contrasto, il costo del mantenimento
dei detenuti accusati di trafficare sostanze stupefacenti, la spesa
socio-sanitaria per i tossicodipentni e quella legata alla perdita di
produttività, il costo sociale complessivo, nel 2011, è stato di 31,2
miliardi di euro, pari al 2 per cento Porodotto interno lordo.
Un altro allarme, sottolinea il ministro Riccardi, lo provoca la
crescente diffusione di «forme di dipendenza legate al gioco d'azzardo,
anche tra la popolazione studentesca». Secondo la Relazione il
fenomeno non ha ancora contorni precisi a cauisa delle diffcoltà a
reperiri dati certi. Si sa comunque che la percentuale della popolazione
coinvolta oscilla tra l'1,2 e il 3 per cento del totale,
impennendosi («arriva al 7,5 per cento») quando l'universo di
riferimento si restringe alla sola popolazione studentesca (15-19 anni).
Ad ammettere di aver giocato in modo troppo coinvolgente e problematico
sono soprattutto i maschi. Il ministro Riccardi auspica che si possa
arrivare a «tutelare, in particolar modo, i soggetti pù deboli, come gli
anziani e gli adolescenti, attraverso l'introduzione di una rigorosa
disciplina sulla pubblicità e sulla conoscenza dell'alea connessa al
singolo gioco». Il consumo dell'alcol e gli episodi di ubriachezza
tra gli studenti, infine, anche se in flessione, «meritano comunque
particolare attenzione».
La Relazione al Parlamento ha anche quantificato il costo sociale del problema. Tra
i soldi necessari per l’acquisto delle sostanze, i fondi stanziati per
le Forze dell'ordine impegnate nel contrasto, il costo del mantenimento
dei detenuti accusati di trafficare sostanze stupefacenti, la spesa
socio-sanitaria per i tossicodipentni e quella legata alla perdita di
produttività, il costo sociale complessivo, nel 2011, è stato di 31,2
miliardi di euro, pari al 2 per cento Porodotto interno lordo.
Alberto Chiara