30/03/2012
Nella foto di copertina: l'ex calciatore Roberto Baggio presenta e appoggia l'iniziativa "Il calcio contro la fame".
Una gravissima crisi minaccia milioni di persone in Africa, nella vasta area del Sahel. Dal 30 marzo al 2 aprile i tifosi in centinaia di stadi in tutta Europa saranno coinvolti in una campagna a favore di quelle popolazioni, promossa dall'Associazione delle Leghe europee di calcio professionistico, dalla Commissione europea e dalla Fao. Il messaggio viene lanciato da oltre 300 club calcistici di 20 differenti leghe europee, in 16 Paesi.
Patrick Vieira, ex star del calcio francese e ambasciatore di Buona Volontà della Fao, originario del Senegal, una delle Nazioni colpite dalla crisi, ha detto: «Noi siamo responsabili verso coloro che sono in difficoltà senza che ne abbiano colpa alcuna. Il diritto al cibo è un diritto umano fondamentale, nessuno al mondo d'oggi dovrebbe soffrire la fame».
Si stima che siano circa 16 milioni le persone a rischio carestia nel Sahel, per lo più famiglie di piccoli contadini e di pastori. L'Echo (l'Ufficio affari umanitari della Commissione europea) e la Fao stanno fornendo aiuti urgenti nella forma di cibo, programmi in denaro e distribuzione di fattori produttivi agricoli oltre ad interventi di più lungo periodo, che affrontano le cause di fondo delle crisi ricorrenti del Sahel, tesi a proteggere e rimettere in piedi i mezzi di sussistenza delle comunità.
L'ex portiere della nazionale italiana e ambasciatore di questa campagna di mobilitazione per la Lega di serie A, Francesco Toldo, ha sottolineato: «La gente del Sahel deve sapere che il mondo non si è dimenticato di loro. Nel week-end a cavallo tra la fine di marzo e l'inizio di aprile, il calcio europeo esprime tutta la sua solidarietà nei loro confronti affinché sappiano che non sono soli».
Un'immagine del Sahel arso dalla siccità. Foto di Pablo Tosco/Oxfam
Un altro Paese alquanto prostrato è il Niger. Lì, la crisi alimentare potrebbe presto diventare emergenza umanitaria: se gli aiuti tarderanno ad arrivare, circa 2 milioni di persone rischiano di morire di fame e il numero può crescere fino 3 milioni e mezzo ad aprile. Nel complesso, oltre 6 milioni di persone in Niger hanno bisogno di aiuti immediati per sfuggire alla minaccia della fame.
A causare questa crisi, il mix micidiale di siccità, piogge irregolari, prezzi alimentari alle stelle, povertà radicata e conflitti regionali. Anche se c’è cibo nei mercati la popolazione più vulnerabile non può permetterselo. «Il mondo non può restare a guardare. Possiamo evitare il peggio e salvare migliaia di persone, agendo ora. E’ molto semplice», afferma Samuel Braimah, direttore di Oxfam Niger.
Le Nazioni unite calcolano che sarebbero necessari 229 milioni di dollari per far fronte alla crisi, cifra destinata ad aumentare sensibilmente nei prossimi giorni. Più di metà della cifra manca all’appello anche se alcuni paesi ricchi hanno cominciato a donare, Unione europea in primis. Oxfam, intanto, ha già avviato la risposta all’emergenza, dando so
stegno alle comunità più vulnerabili per aumentare la capacità di ripresa a seguito di una stagione di mancati raccolti.
Nella regione al confine con il Mali, l’agenzia ha avviato un programma per i rifugiati nella regione di Tillabery, lavorando al fianco delle autorità governative e di altre associazioni umanitarie. Ad Ayorou, è in corso la distribuzione di cibo, acqua, zanzariere, coperte e kit igienico-sanitari.
Gabriele Salari