20/04/2011
I progetti del Vis nel mondo riguardano soprattutto bambini e adolescenti.
Una giovane avvocato di 38 anni, esperta di diritti umani, madre di due bambini è la prima donna a diventare presidente del Vis (Volontariato interanzionale per lo sviluppo), l'Organizzazione non governativa dei Salesiani italiani. Carola Carazzone è anche la prima ex volontaria arrivata al vertice del Vis; malgrado l'età, la nuova presidente conta quasi 25 anni di esperienza nella solidarietà e nell'impegno per i più bisognosi, prima nella sua città, Torino, e in seguito anche in Paesi in via di sviluppo.
«Cercherò di porre alla base del mio operare tre pilastri: visione, lavoro in rete, efficacia», spiega l'avvocato Carazzone con la sua bella voce gentile. Aggiunge che «fin dall'origine il Vis non ha mai avuto una visione meramente assistenzialista, di solo "dare", "inviare", "costruire". La sua specifica visione di sviluppo umano e sostenibile deve portarlo sempre più ad adottare un approccio rigoroso basato sui diritti umani, volto all'ampliamento delle capacità individuali e sociali».
Quanto al lavorare in rete, la presidente pensa non solo a un coordinamento di tutte le componenti della Famiglia Salesiana, ma anche a un collegamento con referenti esterni e a una collaborazione con i responsabili delle politiche pubbliche: «Non basta costruire con le controparti salesiane delle bellissime isole educative nelle zone più povere del pianeta», cita come esempio, «bisogna al contempo riuscire a rafforzare i sistemi educativi pubblici».
Infine, un'attenzione particolare va dedicata all'efficacia della propria azione: «Per una Ong di ispirazione cristiana», aggiunge Carola Carazzone, «si tratta di valutare la reale efficacia non solo dei progetti realizzati, ma dell'intero processo di sviluppo umano di cui si è parte, seguendo l'insegnamento di Don Bosco "Non solo fate del bene, ma fatelo bene"».
La prima presidente donna del Vis è un avvocato specializzata in diritti umani, con un titolo ottenuto a Strasburgo e un master internazionale in Cooperazione e sviluppo all'Università di Pavia. Ha vissuto quattro anni all'estero come cooperante, prima in Perù e quindi in Albania, sempre in progetti riguardanti i diritti di bambini e adolescenti. E' portavoce del Comitato promozione e protezione dei diritti umani, una rete di 83 Ong italiane, e ha coordinato azioni di pressione sempre su questi argomenti presso organismi internazionali come l'Onu e l'Unione europea, «per agire dentro le istituzioni della politica mondiale al fine di promuovere un cambiamento politico e sociale a livello nazionale e locale».
Rosanna Biffi