08/02/2012
Un progetto del Vis (Volontariato internazionale per lo sviluppo) a favore dell'infanzia in Sudan (foto: archivio Vis).
Archiviati i festeggiamenti, il Vis guarda avanti. Ha 25 anni compiuti. Continua a garantire una presenza operosa nei vari continenti nel segno di don Giovanni Bosco. L'organizzazione non governativa Volontariato internazionale per lo sviluppo (Vis, appunto) nasce, infatti, il 3 marzo 1986 a Torino, ben radicata nel mondo (e nello spirito) salesiano.
Oggi il Vis è attivo in numerosi Paesi agendo tramite progetti di sviluppo, il sostegno a distanza, le iniziative di emergenza e l'aiuto alle opere missionarie. Gli interventi del Vis sono orientati allo sviluppo delle comunità locali e prevalentemente rivolti a favore di bambini, adolescenti e giovani in condizione di povertà, svantaggio e disagio. I progetti di sviluppo mirano a contrastare, rimuovere le cause e prevenire l'aggravarsi delle condizioni di povertà, indigenza e arretratezza, attraverso la creazione di processi volti all'ampliamento delle capacità e delle opportunità delle persone.
Tanti campi d'azione. E anche tante testimonianze. Tanti storie di generosità e di dedizione. Ecco alcuni esempi.
Laura Scalvenzi e Matteo Radice (foto: archivio Vis).
Ecuador-Egitto, andata e ritorno
Laura Scalvenzi e Matteo Radice hanno intrapreso la loro avventura con il Vontariato internazionale per lo sviluppo in Ecuador, nel
2002. Sono rientrati dopo sei anni, con l’arrivo della piccola
Claudia. Nel 2010 si sono rimessi in gioco, partendo per l’Egitto, sempre con il Vis, per
poi ritornare nel 2011 in Ecuador, dove attualmente risiedono e
lavorano nel campo della biodiversità.
Sopra, a destra: Sara Persico (foto: archivio Vis).
Prima il Congo, poi Haiti
Dopo sei anni di esperienza a Goma, nella Repubblica Democratica del Congo,
Sara Persico dal gennaio 2011 è ad Haiti come referente del Volontariato internazionale per lo sviluppo (Vis) per i
progetti di emergenza e ricostruzione del post-terremoto.
Chiara D'Onofrio (foto: archivio Vis).
Abbracci di pace
Chiara D'Onofrio parte per Haiti nel giugno 2010. Circa un anno e mezzo dopo, nel novembre 2011, rientra a Roma, la città in cui vive. È laureata in antropologia e prima di rimboccarsi le maniche con il Vis ha lavorato in Sri Lanka per il Dipartimento della Protezione civile in un progetto di emergenza post-tsunami.
Sopra, a destra: Giovanna Fortuni (foto: archivio Vis).
Da Colombo a Lima, con la famiglia al fianco
Giovanna Fortuni,
dopo le esperienze con il Volontariato internazionale per lo sviluppo in Sri Lanka (2005-2007) e in Etiopia
(2007-2009), Giovanna Fortuni continua a lavorare nella cooperazione allo sviluppo.
Attualmente coordina e supervisiona le persone impiegate in alcuni programmi ambientali, sociali e di inserimento lavorativo in Perù di
una Ong italiana. Vive a Lima con il marito Axel e i figli Filippo e
Lorenzo di 4 e 2 anni.
Alberto Chiara