29/07/2012
Tutte le foto di questo servizio, compresa quella di copertima, sono dell'archivio Vis.
Addis Abeba, Etiopia, luglio 2012
L'appello fu lanciato un anno fa. Era il luglio 2011. L'emergenza siccità aveva colpito il Corno d'Africa. In particolare la
Somalia, il Kenya e l'Etiopia. Anche noi, come VIS in Etiopia, abbiamo raccontato per tutta l'estate (e anche oltre)
le drammatiche condizioni delle comunità rurali e nomadi incontrate nella Somali
Region, l'area più colpita.
Grazie alla positiva risposta dei donatori, abbiamo potuto intervenire - insieme con i Salesiani - a favore delle comunità colpite, ridotte ormai allo stremo, distribuendo acqua e cibo come risposta immediata all'emergenza.
Successivamente ci siamo impegnati nella realizzazione di progetti più a
medio termine per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni: stiamo portando avanti la costruzione di pozzi d'acqua, cisterne di raccolta,
impianti di irrigazione, latrine comunitarie per migliorare le condizioni
igieniche. Non trascuriamo l'aspetto formativo: abbiamo realizzato campagne di sensibilizzazione sui temi
sanitari in diverse zone, specialmente in quelle di Jijiga, del Tigray e di Gambella.
Abbiamo pure lavorato molto nell'area di Dolo Ado, nel
campo di transito per i rifugiati somali che arrivano nella zona sud-est della
Somali Region. Si tratta di un'area in cui la situazione è apparsa fin dall'inizio per quella che era: drammatica, addirittura tragica. Secondo fonti autorevoli impegnate sul terreno, l'anno scorso, tra giugno e metà agosto, nel complesso di campi di Dolo Ado, per la precisione in quello di Kobe, ogni giorno morivano in media 10 bambini di un'età compresa tra 0 e 5 anni. A uccidere erano fame, sete e malattie infantili: non a caso nell'estate 2011 fu rapidamente organizzata in quell'area una campagna di vaccinazione che riguardò 18.000 bambini.
Ebbene, nella zona di Dolo Ado, oltre ai profughi in condizioni
difficili e spesso al limite della soppravvivenza, stremati dalla fuga,
dopo
aver abbandonato tutti i pochi averi e senza speranze per il futuro,
abbiamo
trovato anche la comunità locale in una situazione di grave emergenza.
Nonostante le restrizioni negli spostamenti, dovute alle precarie
condizioni di sicurezza, in stretta collaborazione con i nostri partner
locali, abbiamo organizzato le
distribuzioni di cibo coinvolgendo la popolazione ospitante,
assicurandoci che gli aiuti andassero a chi ne aveva bisogno.
La siccità c'è
ancora.
A un anno di distanza, possiamo affermare che la situazione non è
sostanzialmente migliorata e che la mobilitazione internazionale deve continuare per far fronte ai bisogni della popolazione.
L'ultimo rapporto redatto a luglio dall'Ufficio delle Nazioni Unite per
il coordinamento degli interventi umanitari (Unocha) conferma che in
diverse aree della
Somali Region sono ancora necessarie distribuzioni di acqua perchè i pochi
impianti disponibili sono rimasti a secco e le falde acquifere sotterranee si sono
abbassate ulteriormente.
La situazione peggiorerà più ci avvicineremo alla
stagione secca. Il VIS sta continuando le distribuzioni d'acqua nelle zone di Bolol e
Awbarre con l'intenzione però di cercare al più presto soluzioni durevoli,
come la costruzione o il recupero di pozzi, con lo scopo di
lavorare insieme alle comunità locali per realizzare progetti che possano
alleviare nel breve termine le sofferenze della popolazione, ma che allo stesso
modo possano porre le condizioni di base affinchè nel futuro l'emergenza siccità
venga scongiurata sul nascere
Gloria Paolucci, Etiopia, VIS - Volontariato Internazionale per lo Sviluppo