26/02/2012
Un'immagine della formazione professionale assicurata dai Salesiani e dal Vis in Burundi. Tutte le foto sono di Andrea Borgarello/Vis.
Per il Burundi è un'assoluta novità. L'esempio di don Bosco germoglia anche in Africa. Aiutare i ragazzi,
specialmente i più poveri, a diventare adulti, seguire con amore il
loro percorso di crescita, accompagnarli nella scuola e nel lavoro:
la sfida salesiana ottiene nuovi frutti a Bujumbura, la capitale del Burundi.
Grazie all'attività del Vis (Volontariato internazionale per lo sviluppo), realtà di ispirazione salesiana, è
iniziato il programma "Nuovo Stage", che offre a 55
apprendisti falegnami, saldatori e meccanici la possibilità di
svolgere stage in 23 aziende della città. Per il Burundi
un'esperienza del genere è un'assoluta novità.
Nel Paese dei grandi laghi
c'è urgente bisogno di un percorso che alterni scuola e lavoro.
«Oggi i programmi scolastici non sono più adeguati rispetto alle
esigenze del mercato, in costante evoluzione», spiega Luca Catalano,
volontario Vis impegnato in Burundi. Spesso gli studenti escono dalle
scuole professionali senza un'adeguata preparazione pratica: questa
lacuna rischia di avere pesanti conseguenze sul loro futuro, in una
terra poverissima, con un tasso medio di qualificazione professionale
molto basso.
Da qui l'idea di cercare un percorso alternativo e
avviare una collaborazione con le aziende. La proposta piace ai
ragazzi, ma piace anche alle imprese, che vi intravedono la
possibilità di formare mano d'opera specializzata.
Così, fino a luglio, per
un giorno alla settimana, gli apprendisti del Centro di formazione professionale don Bosco di Bujumbura lasceranno i banchi di scuola e
si trasferiranno nelle officine, dove saranno seguiti da operai e
direttori di produzione. Per molti di loro, cresciuti in contesti
difficili, questa avventura ha un significato che va ben oltre il
lavoro in sé.
Un'altra immagine della formazione professionale assicurata dai Salesiani e dal Vis in Burundi. Tutte le foto sono di Andrea Borgarello/Vis.
E' una sfida, un'occasione per mettersi in gioco e guardare al futuro con più fiducia. «Due ragazzi, 24 e 26 anni, hanno iniziato da qualche settimana lo stage alla Toyota, nella sede centrale del quartiere industriale. – racconta Catalano – Vengono da Mutakura, uno dei quartieri più poveri della città: per questi ragazzi potersi mettere alla prova in una grande officina è un'occasione unica. Bisognava vedere la loro gioia, il primo giorno di lavoro, come si abbracciavano, tra i complimenti degli amici e la consapevolezza di avere una possibilità da giocarsi».
Lorenzo Motanaro