06/06/2011
Bambini poveri nelle strade di Luanda, la capitale dell'Angola (foto archivio Vis).
Don Bosco per i bimbi di strada. Anche nel cuore dell'Africa. Anche in Angola. Anche a Luanda. E' ormai pienamente attiva la nuova casa famiglia Zeferino Namucurà, inaugurata il 7 maggio scorso dopo esser stata ristrutturata
grazie al progetto “Rafforzamento della rete di protezione sociale dei bambini
e adolescenti più vulnerabili e marginalizzati di Luanda”, cofinanziato
dall’Unione europea e dai fondi raccolti attraverso la campagna “L’Africa
non gioca” avviata nel 2010 dal Vis, il Volontariato internazionale per lo sviluppo, un'organizzazione non governativa (ong) che fa capo al mondo e ai metodi educativi dei Salesiani.
La casa, situata
in uno dei quartieri più poveri di Luanda, chiamato Boa Vista, accoglie al
momento 11 ex ragazzi di strada, impegnati nel loro cammino di recupero e
reinserimento nella società. «Un figlio non viene dalla strada o dalla
spazzatura, ma nasce nel ventre materno», racconta Dina, la mamma di casa, che
si prende cura dei ragazzi sbandati oggi ospitati nella casa famiglia. Il Vis, che ha voluto la struttura e la gestisce, è presente in Angola dal 1991
ed ha operato in diversi settori: educazione, tutela della salute, formazione professionale, difesa dei diritti umani. Negli ultimi anni
l'attività del Vis si è andata concentrando in due province: quella che fa capo a Luanda, la capitale
del Paese africano, e quella di Moxico, un'area rurale al confine con lo Zambia e con la Repubblica democratica del Congo.
La presenza del Vis, in aiuto e a sostegno dei bambini poveri di Luanda, in Angola (foto archivio Vis).
Da tempo, le attività dell'ong, a Luanda, si sono basate principalmente sulla promozione dei diritti umani e sull'alfabetizzazione. Nel primo caso si è lavorato principalmente alla sensibilizzazione e formazione di bambini, giovani ed adulti sul tema dei diritti umani, arrivando alla creazione di un centro multifunzionale di documentazione, formazione e comunicazione sociale sui diritti umani. Dei corsi residenziali di formazione hanno beneficiato circa 500 formatori (professori di scuole e leader di gruppi giovanili) che potranno quindi disporre di strumenti formativi adeguati per la diffusione e condivisione dei principi di base in relazione alla promozione dei diritti umani. Negli incontri di sensibilizzazione sono state coinvolte indicativamente 7.000 persone (bambini e ragazzi delle scuole, donne, leader comunitari e di gruppi giovanili). Inoltre sono state avviate diverse iniziative di diffusione delle informazioni e sensibilizzazioni sulle tematiche sui diritti umani anche via radio, la stampa di riviste giovanili con sezioni specifiche e sono stati organizzati corsi di informatica.
Nel secondo caso, sempre presso Luanda, sono stati coinvolti in corsi di aggiornamento 750 alfabetizzatori senior (Metodo Don Bosco), unitamente sono stati avviati alla formazione 100 nuovi alfabetizzatori in un processo che durerà due anni. I beneficiari sono stati dotati di un kit didattico appositamente progettato per il territorio locale.