E l'Africa va a energia pulita

Kenya e Congo: due esempi di come il continente africano cerca di progredire con le energie sostenibili, verso l'obiettivo delle emissioni zero. E senza corrente elettrica.

Congo: la radio davvero ecologica

31/07/2012
L'allestimento della prima stazione radio a pannelli solari a Oshwe, nella Repubblica Democratica del Congo (dal sito di Greenpeace.org).
L'allestimento della prima stazione radio a pannelli solari a Oshwe, nella Repubblica Democratica del Congo (dal sito di Greenpeace.org).

In Africa le applicazioni innovative delle fonti rinnovabili non mancano. Sono ormai abbastanza diffusi apparecchi radio a energia solare, ma la grande novità è che la comunità Oshwe, nella Repubblica Democratica del Congo, ha inaugurato la prima stazione radio a pannelli solari. La radio, che sorge in un'area priva di allaccio alla rete elettrica, è essenziale a mantenere il contatto con le comunità più remote nel cuore della foresta pluviale, e a segnalare casi di abusi, violazioni e di deforestazione illegale.

Nel corso degli ultimi anni Greenpeace ha raggiunto diverse comunità forestali per spiegare come e perché dovrebbero proteggere la foresta e comprendere i propri diritti, suggerendo alternative praticabili e sostenibili alla deforestazione.

La nuova installazione, che evidenzia la forte collaborazione tra Greenpeace e la popolazione di Oshwe, è il risultato di due anni di intenso lavoro nella zona.

“La stazione radio non dovrà dipendere da un generatore a carburante, costoso, rumoroso e inquinante: si tratta di un perfetto esempio delle opportunità delle energie rinnovabili per comunità come questa” spiega Tran Thanh Loan, di Greenpeace Africa.

Insieme agli impianti a pannelli solari, è stata anche eretta una antenna radio in grado di raggiungere i villaggi più remoti, su un raggio di 100 chilometri. Questo darà alle comunità forestali accesso a notizie di vitale importanza. La regione Oshwe si trova nel cuore della foresta, nella provincia di Bandundu, e confina con la parte meridionale del parco nazionale Salonga, un importante scrigno di biodiversità.

La popolazione vive essenzialmente di caccia, agricoltura e la pesca. La regione di Oshwe si estende su circa 43.000 chilometri quadrati, e come molte altre parti della foresta del bacino del Congo è minacciata dalle multinazionali del legno: “Crediamo che le comunità che vivono nella foresta di Oshwe, possano finalmente conoscere cosa sta succedendo nella Repubblica Democratica del Congo, dove si trova la seconda foresta pluviale del pianeta, e comprendere le implicazioni delle decisioni che vengono prese nella capitale, Kinshasa, sulla gestione delle loro risorse” aggiunge Tran Thanh. Greenpeace ha anche formato 12 giovani volontari per assicurare nel tempo la manutenzione degli impianti solari della comunità.

Gabriele Salari
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