06/02/2013
«Con la nostra campagna intendiamo far conoscere ai soggetti contagiati l’esistenza di strumenti a tutela dei loro diritti. Molte vittime di questo fenomeno ignorano la procedura per richiedere l’indennizzo e il risarcimento del danno o ne vengono a conoscenza solo quando sono già decorsi i termini per la presentazione della richiesta; il che si traduce in una duplice ed inammissibile lesione del diritto alla salute e del diritto di difesa, entrambi garantiti dalla nostra Costituzione», osserva il Presidente dell’Associazione Periplo Familiare, Dott. Riccardo Fiorani.
Le vittime di contagi che rientrano in questa categoria beneficiano, oggi, di una
doppia tutela: il
diritto all'“equo indennizzo” (previsto dalla Legge 210/’92) e, se sussistono gli estremi di una responsabilità civile per colpa, il r
isarcimento del danno provocato.
Periplo Familiare sta seguendo, tra gli altri, il caso di
una richiesta di risarcimento promossa dai parenti di un uomo deceduto per Aids nel 2004; i familiari, dopo la sua morte, sono venuti a conoscenza tramite il ritiro di alcune cartelle cliniche di
una trasfusione (di cui non erano stati informati dai sanitari) praticata al defunto nel corso di un intervento nel lontano 1969. Anche in questo caso, nonostante il tempo trascorso, sussiste la possibilità di agire, in quanto la prescrizione decorre dal momento in cui il soggetto o, in caso di decesso, gli eredi abbiano acquisito contezza del contagio e della sua esatta riconducibilità alla trasfusione.
Quanti casi capitano, mediamente, in un anno?
«A partire dal 2000, il numero delle persone che si sono rivolte a noi è cresciuto in modo significativo toccando l'apice nel 2011, con più due nuove richieste di assistenza al giorno».
Quali costi comporta il servizio che offrite?
«Periplo familiare si è trovata negli anni a offrire assistenza in prima istanza psicologica alle vittime degli errori sanitari, laddove i casi più delicati imponevano preliminarmente il superamento di gravi difficoltà di carattere mentale. Il sentimento di sfiducia che un grave torto infonde nel paziente lo porta molto spesso a essere diffidente nei confronti delle istituzioni in genere, ivi compreso il sistema giudiziario.
La sensibilità del personale e dei medici legali fiduciari dell'associazione è stata in tanti casi determinante per far ritrovare al danneggiato la forza per ripartire e affrontare le proprie difficoltà.
Per dare avvio alla pratica, l'associazione non pretende alcuna somma e, solo in caso di richiesta che si concluda positivamente con il risarcimento, ci aspettiamo dall'assistito un ragionevole compenso».
In giro proliferano annunci pubblicitari di tutele gratuite contro casi di malasanità. È un bene o un male?
«Con le disposizioni contenute nel cd.
decreto Bersani è stata introdotta la possibilità di pubblicizzare le caratteristiche del servizio offerto e il prezzo delle prestazioni, per cui c
hi offre servizi legali è stato assimilato a qualunque altro imprenditore o prestatore di servizi. Da ciò consegue che il messaggio pubblicitario possa essere diffuso anche tramite giornali, riviste, radio e televisione, con gli stessi limiti oggi vigenti per la ordinaria pubblicità commerciale.
Il risultato è stato per studi legali ed associazioni
un approccio con il cliente con una logica di marketing finora utilizzata solamente dai grandi network legali statunitensi.
A meno di un intervento legislativo che intervenga in senso restrittivo sul decreto Bersani non ritengo ci siano i presupposti per contenere tale
attività promozionale, che per la verità
ritengo non abbia mai oltrepassato il limite del decoro professionale e sia rimasto comunque assi più contenuto rispetto a quanto accade oltreoceano».
Alberto Picci