23/04/2012
Gabriele Costamagna (le foto di copertina e di questo servizio sono di Paolo Siccardi-Sync).
E' nato a Cuneo, ha studiato a Torino, si è sposato ancora a Cuneo, è andato a vivere a Milano, oggi lavora a Torino. E la sua crescita imprenditoriale avviene in tutto il mondo attraverso Facebook. Dimenticavamo: ha 25 anni.
Abbiamo incontrato nella nuova Torino post-industriale delle "Officine grandi riparazioni" Gabriele Costamagna, l’ideatore del primo gioco manageriale sviluppato su un social network. Fatica, costi, investimenti, progetti: una piccola azienda fatte di tre giovani laureati in Informatica, che lanciano nuove idee alla conquista della Rete, dei mercati, ma soprattutto di nuovi investitori.
Si chiama "SportSquare", la piazza dello sport, ed è il primo gioco manageriale su Facebook. L’idea è di Gabriele, che poi ha imbarcato nella sua avventura due "co-founder", due ragazzi come lui, compagni di Università: Alex Carpentieri, informatico, e Andrea Aloi, laureato in realtà virtuale e Multimedialità. A marzo del 2011, grazie al progetto che guarda ai social network come nuova frontiera per un gioco relegato sino a quel momento solo al pc e alla console, la loro "SportSquare" è tra i tre vincitori dell’evento "Start up weekend", che quest'anno sarà in programma a giugno, sempre a Torino. Sono due, quindi, le parole chiave: "gioco manageriale" e "start up". È lo stesso Costamagna a spiegare cosa sono e cosa rappresentano soprattutto per lui, che da un anno e mezzo lavora 14 ore al giorno al suo progetto, si sbatte per trovare nuovi finanziatori (ovviamente chi volesse credere in lui si faccia vivo) e da quando è partita la sua avventura imprenditoriale non vede uno stipendio. Ma per lui è normale: «Il mio investimento è proprio non averlo. So che alla fine questa idea funzionerà».
Da sinistra: Alex Carpentieri, Gabriele Costamagna e Andrea Aloi.
Come nasce e cos’è "Sport Square"?
«Sono sempre stato un appassionato di giochi manageriali sportivi,
giochi in cui non solo conduci ad esempio una partita di calcio ma
gestisci l’intera squadra, decidendo quale giocatore comprare, quando
farlo e come farlo. Così nel 2011, con altri due miei colleghi di
università, durante lo Start up weekend di Torino, ho deciso di proporre
l’idea che unisce tecnologia e Facebook. Siamo risultati tra i tre
vincitori e grazie a un finanziamento di circa 50.000 euro abbiano
potuto svilupparla. E da dicembre 2011 la nostra è diventata una vera e
propria azienda, con già 30 mila utenti registrati». Un’azienda appena
costituita, in fase embrionale, con una Partita iva e un fatturato:
piccolo, ma sta crescendo velocemente.
Con i vostri giochi su Facebook siete partiti con il "Soccer", il
calcio, che in questo momento è giocato in 67 Paesi del mondo. Oltre al
calcio quali altri sport pensate di offrire agli utenti?
«Abbiamo lanciato una ricerca di mercato su Facebook, le
risposte sono arrivate a livello mondiale, ed è emerso che sono sette
gli sport che più interessano: la pallavolo, il calcio, il cricket,
l’hockey, il football, la pallacanestro e il baseball. Pensiamo di
scegliere tra questi. Per il momento il “Soccer Game”, oltre che in
Italia, viene giocato anche nelle Filippine, in Germania, in Grecia, in
Portogallo e in Indonesia».
Questa idea come riesce a unire unire la passione al business?
«Il gioco è gratuito. L’aspetto che mette in moto il guadagno sono i
“virtual gift”, regali virtuali a pagamento che attualmente non
superano il costo di 2 euro. Per questa cifra proponiamo, ad esempio,
l’acquisto di un certo numero di giocatori, che mettiamo "on line" ad un
certo prezzo. Quando l’utente paga con la propria carta di credito, il
denaro va a Facebook, che poi dopo un dato numero di acquisti fattura a
noi la nostra parte.
Quanto trattiene per sé Facebook?
«Il 30 per cento. Le cifre che spendono gli utenti sono irrisorie.
Un caso tipo è quando in un’ora di connessione abbiamo avuto 1.050
utenti che hanno acquistato prodotti virtuali per 350 euro, cifra per
noi già altissima. La nostra aspirazione è di aumentare i contatti, fra
sei mesi ci aspettiamo di raggiungere tra i 75 mila e i 100 mila
utenti».
E quando penserete di aver reso questa vostra start up profittevole? Quando sarete soddisfatti dell'azienda "SportSquare"?
«Il nostro obiettivo di crescita primario ora è di consolidare i
nostri clienti, quelli che ci hanno già dato fiducia. Poi cercheremo di
aumentare la rete dei nostri utenti: da 30 mila a 300 mila, e poi ancora
più su. Questa è la nostra sfida. Quando sarò soddisfatto come
imprenditore? Quando riuscirò a fatturare almeno un milione di euro».
Pino Pignatta e Romina Rosolia
Dossier a cura di Pino Pignatta