I criteri di valutazione
16/03/2012
A partire da queste premesse,
ecco i criteri di valutazione
delle buone
prassi aziendali elaborati
dall’équipe di ricerca:
- Aver effettuato
un’analisi della domanda,
aver cioè dato spazio di
ascolto all’emergere di bisogni
di conciliazione; le
aziende affermano, in genere,
di aver implementato
politiche di welfare
aziendale e di conciliazione
famiglia-lavoro in seguito
all’emergere di un
bisogno. Se, da una parte,
questo fa onore alla capacità
di ascolto e di riorganizzazione
messo in atto
dalle aziende, d’altro canto
lascia scoperta una criticità
profonda, ossia la possibilità
che le pratiche di
conciliazione entrino in
modo strutturato nella
cultura aziendale e
nell’organizzazione del lavoro,
a prescindere
dall’emergere o meno di
un bisogno (e spesso i bisogni
rimangono latenti).
- Presenza di una progettualità
ad hoc, cioè la
strutturazione di un progetto
che risponda al bisogno
emerso; anche in questo
caso, oltre alla criticità
sopra individuata emerge
il problema della messa in
moto delle risorse, sia
all’interno sia all’esterno
dell’azienda.
- Monitoraggio in itinere,
il progetto di conciliazione
deve essere monitorato
nel suo sviluppo
per essere eventualmente
modificato in alcuni aspetti
e raggiungere gli obiettivi
desiderati.
- Valutazione ex post
sia dell’efficacia (adeguatezza
dell’intervento e
soddisfazione dei dipendenti)
sia dell’efficienza
(rapporto tra risorse impiegate
e risultati raggiunti)
del progetto implementato.
Tale aspetto risulta
molto importante e,
al tempo stesso, ancora
ampiamente sottovalutato
nell’implementazione
di buone pratiche di conciliazione
aziendale.
- Familiarizzazione,
ovvero coinvolgimento ed
empowerment della rete familiare.
- Rilevanza, il progetto
interviene su un’ampia
fascia di dipendenti e/o è
fruibile da tutti loro.
- Presenza di partnership
con enti esterni, in
particolare apertura al territorio
circostante e alle
realtà del Terzo Settore.
- Capitale Sociale, l’intervento
“sviluppa e consolida
il capitale sociale delle
famiglie e del contesto
territoriale in cui si situa”.
Oltre a un’ampia disamina
di otto buone prassi
aziendali, in realtà molto
differenti tra loro per territorio
e dimensioni (vengono
studiate in dettaglio le
promising practices di Bpm,
B&M Service Centre srl,
Bracco spa, Ferrero spa,
Martini&Rossi spa, Elica
spa, S.A.L.P. spa, Euromotori),
sono stati stilati alcuni
indici sintetici particolarmente
interessanti, che
prendono in considerazione
gli ambiti aziendali
coinvolti nella costruzione
di processi di conciliazione
famiglia-lavoro.
Lorenza Rebuzzini
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