21/03/2012
La famiglia oggi offre un punto di osservazione
prezioso sia per capire i grandi problemi
di questo tempo, sia per immaginare una via
di uscita dalla crisi, non solo economica ma più in
generale antropologica, in cui siamo immersi.
E, soprattutto, in un mondo in cui un’ideologia
dell’individualismo spinto, illimitato (indisponibile
ad accettare qualunque limite alla propria realizzazione)
e assoluto (sciolto da qualsiasi vincolo, visto
appunto come limitante), ha mostrato tutta la sua
incapacità di realizzare le promesse di felicità e benessere
che avevano decretato il suo successo, la famiglia
si offre come un luogo dove elaborare, insieme
ad altri, i significati che orientino le nostre scelte
in un momento così complesso e difficile.
Con una premessa terminologica, che è anche
metodologica: le parole che utilizziamo non sono
pure etichette che servono a intendersi (più o meno),
ma sono modi di dare forma alla realtà, di descriverla,
ma anche di immaginarla, nella comunicazione
ovvero nella costruzione/scoperta comune di
un senso. Per questo le parole vanno continuamente
ripensate, liberate dalla patina di opacità che
l’uso abituale deposita sulla loro capacità di significare,
rigenerate nei loro significati più autentici che
rischiano di venire mortificati dalle consuetudini e
dalle ristrette evidenze del “dato di fatto”.
Chiara Giaccardi
Mauro Magatti