Congo, elezioni e proiettili

Secondo i dati pubblicati Kabila, presidente uscente, avrebbe vinto di nuovo. Ma gli oppositori denunciano brogli. Mentre la Chiesa e l'Unione Europea parlano di gravi irregolarità.

Il cardinale Monsengwo: "Risultati non conformi a verità e giustizia"

17/12/2011
Etienne Tshisekedi, il principale oppositore di Kabila (32,3% dei voti) che si è autoproclamato vincitore (Foto Ansa).
Etienne Tshisekedi, il principale oppositore di Kabila (32,3% dei voti) che si è autoproclamato vincitore (Foto Ansa).

«I risultati del voto del 28 novembre non sono conformi né alla verità né alla giustizia». Dichiarazione secca, quella del cardinale Laurent Monsengwo Pasinya. L’arcivescovo di Kinshasa non crede alla correttezza e alla trasparenza del risultato elettorale del voto per le presidenziali reso noto in questi giorni  in Repubblica Democratica del Congo.

     «Dopo le analisi dei risultati resi pubblici il 9 dicembre dalla Commissione elettorale nazionale indipendente (Ceni, ndr)», ha aggiunto, «possiamo realmente concludere che tali risultati non sono conformi alla verità e alla giustizia».

     Il 9 dicembre, il Presidente uscente Joseph Kabila, è stato proclamato vincitore delle elezioni presidenziali del 28 novembre (anche se il risultato sarà proclamato in via ufficiale il 17 dicembre, dopo l’esame dei ricorsi presentati da diversi candidati da parte della Corte Suprema di Giustizia).

     Secondo i dati resi noti dalla commissione elettorale, Kabila ha ottenuto, in totale, 8.830.994 voti, pari al 48,95%, mentre il suo principale sfidante, Etienne Tshisekedi, ha avuto 5.864.775 voti, pari al 32,33%.

     Nel clima di tensione che permane nel Paese africano, Monsengwo in una conferenza stampa ha spiegato le ragioni della sua netta presa di posizione: «Come spiegare», ha detto, «che il 6 dicembre, il candidato Etienne Tshisekedi (il principale sfidante del presidente uscente Joseph Kabila, ndr) aveva ottenuto 5.927.728 voti su un totale di 17.329.137 e il 9 dicembre ne aveva 5.863.745 su un totale di 18.144.154 suffragi, ossia 64.000 in meno nel conteggio di 34.000 seggi in più?»

     Il cardinale ha invitato i candidati che contestano l’esito del voto «a ricorrere alle vie legali e a non cadere nella violenza». Ma ha anche precisato che «la Chiesa è moralmente tenuta a offrire il suo aiuto alla giustizia, per stabilire la verità delle urne laddove sono stati dispiegati i suoi osservatori».

                                                                                                             Luciano Scalettari

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