Elezioni 2013: l'Italia senza...

Senza maggioranza, senza programmi, senza stabilità e con i cattolici relegati ancora in un ruolo marginale. Ecco il risultato del voto.

Un'Italia senza cattolici

25/02/2013
Mario Monti al seggio elettorale (Reuters).
Mario Monti al seggio elettorale (Reuters).

Il successo non certo travolgente della lista di Mario Monti è emblematico anche per i cattolici. Scesi, anzi “saliti” corposamente in campo con l’ex premier per segnare una nuova stagione dell’impegno dei credenti provenienti dal mondo delle professioni, ma soprattutto dell’associazionismo e dei movimenti.

Molti esponenti di questo mondo avevano abbandonato le proprie responsabilità per aderire al progetto dell’ex rettore della Bocconi, da Mario Sberna, presidente dell’Associaizione famiglie numerose a Mario Marazziti, portavoce della Comunità Sant’Egidio, che già aveva dato al Governo Monti il ministro della Cooperazione e dell’integrazione Andrea Riccardi. Ad essi si aggiungevano quelli che avevano optato per le altre liste, a destra e a sinistra, in ordine sparso, con la speranza che una volta giunti in Parlamento, al momento del voto su valori cari ai cattolici, si ricompattassero.

Doveva essere la continuazione con altri mezzi dello “spirito di Todi”, dal luogo dove si erano svolte due assemblee dedicate all’impegno dei cattolici in politica (il terzo impegno però era stato cancellato, e questo era stato considerato un cattivo segnale sull’unità di intenti, di progetti e di idee). Ma nonostante l’appello al voto e all’impegno in politica da parte del cardinale Bagnasco, presidente della Cei, dai primi risultati elettorali non sembra ci si trovi di fronte a una nuova stagione dei cattolici in politica. Anzi.

Uno dei motivi di quest’ennesimo appannamento, tanto per cambiare, risiede in questa legge elettorale, che impedisce agli elettori (e quindi anche agli elettori cattolici) di votare per chi ritengono portare avanti i contenuti del Vangelo. Il sistema bipolare inoltre, con la sua logica antagonista, non ha mai favorito i parlamentari cattolici. E così quello che si temeva si sta avverando. Il Parlamento forse dovrà rinunciare, ancora una volta, a una presenza più massiccia e soprattutto più incisiva dei cattolici in politica.

Francesco Anfossi

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