Concordia, i rischi per l'ambiente

Gara contro il tempo per recuperare le 2.400 tonnellate di carburante nei serbatoi della Concordia. E a Venezia riesplode la polemica sulle navi da crociera nel bacino di San Marco.

E il traffico petrolifero minaccia tutto il Mediterraneo

18/01/2012
Una petroliera nel canale di Otranto.
Una petroliera nel canale di Otranto.

Con una nota inviata al ministro dell’Ambiente Corrado Clini, il Wwf solleva con forza il problema del controllo delle rotte all’interno del Santuario internazionale dei Cetacei e chiede un atto di verità e coerenza perché venga avviata una gestione reale, e non puramente formale, in un’area marina preziosa per la biodiversità, interessata ogni anno da oltre 10.000 transiti commerciali (non considerando quindi le imbarcazioni private), senza alcun obbligo di rotte certe e senza alcun riscontro satellitare costante, mentre l’unica attività ad alto impatto veramente vietata è quella delle gare motonautiche offshore. In assenza di regole basilari che sono state troppe volte rinviate, il Santuario dei Cetacei, istituito nel 1999, non è in grado di tutelare adeguatamente i propri beni ambientali e paesaggistici, e perde totalmente la sua ragion d’essere, tanto da poter essere dichiarato un sostanziale fallimento.

Nella nota inviata al ministro dell’Ambiente, l'associazione del Panda ricorda anche che nell’alto Tirreno insistono aree di enorme pregio come i parchi nazionali dell’Arcipelago Toscano, della Maddalena, delle Cinque Terre, come l’Argentario, il Golfo dei Poeti, Lerici, Portofino, come la Corsica, le Bocche di Bonifacio o il ponente ligure. Un immenso patrimonio di bellezza e biodiversità, di paesaggi mozzafiato e natura, di cultura e tradizioni oltre che di lavoro, che viene quotidianamente messo a rischio dal traffico petrolifero: 49 milioni di tonnellate di prodotti vengono movimentate dal porto di Genova, 14 da quello di Savona, quasi 5 da quello di Livorno.

Nel 2001 era stato sottoscritto un accordo volontario sul traffico marittimo pericoloso, su iniziativa dei ministri dell’Ambiente e dei Trasporti, con Confindustria, l'Assoporti, le organizzazioni sindacali e le maggiori associazioni ambientaliste (Amici della Terra, Italia Nostra, Legambiente, Marevivo e WWF Italia). L’accordo prevedeva una serie di interventi concreti per prevenire i rischi connessi al trasporto marittimo di sostanze pericolose, innanzitutto mediante la più rapida messa al bando dalle nostre acque delle navi petroliere monoscafo, oltre ad altre misure per evitare il lavaggio delle cisterne in mare, per una più calibrata formazione professionale degli equipaggi, per la rapida ratifica della Convenzione internazionale “bunker oil”, per la tutela di particolari aree quali le bocche di Bonifacio e la laguna di Venezia. Che fine ha fatto?

Il naufragio del Giglio indica che occorre attenzione in particolare al cosiddetto doppio bunker per i serbatoi delle navi da crociera che potenzialmente possono creare elevate criticità ambientali per le grandi quantità di combustibile trasportate. Il ministro dell'ambiente Clini ha annunciato che chiederà a tutte le grandi navi di tenersi lontane dalla costa. Emblematico il caso di Venezia: “Basta con la gestione di queste navi che vengono usate come se fossero dei vaporetti - ha dichiarato Clini all’Ansa - questo non è turismo sostenibile, ma è turismo pericoloso. Dobbiamo intervenire rapidamente e con decisione per evitare che queste grandi navi arrivino vicino ad aree ambientalmente sensibili”.

Il Wwf ricorda la delicatezza del Mediterraneo: sulle sue coste non solo insistono 750 porti turistici e 286 porti commerciali, ma anche 13 impianti di produzione di gas e 180 centrali termoelettriche. Questo sistema interessa la movimentazione di oltre 2.000 traghetti, 1500 cargo, 300 navi cisterna, centinaia di imbarcazioni commerciali; stime delle Nazioni Unite attestano che il Mediterraneo ogni anno è attraversato da oltre 200.000 transiti. La sicurezza nasce dunque non solo dal fissare regole, ma anche dal farle rispettare garantendo i necessari controlli.

a cura di Gabriele Salari
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