18/01/2012
Una nave da crociera in transito nel bacino di San Marco.
Salvate Venezia dai mastodonti galleggianti. Questo è il grido che
ora, più forte che mai, dopo quanto accaduto al Giglio, s’alza dalla
città lagunare. E rimonta la polemica, mai sopita in questi anni. Via
le “grandi navi” dal bacino di San Marco: sì o no?
La tragedia della Concordia ha ingrossato il fronte di chi vuole vietare
definitivamente il passaggio dei transatlantici a ridosso delle rive
del centro storico: per il divieto non ci sono più solo i comitati
ambientalisti, ma autorevoli rappresentanti delle istituzioni dal
livello più alto, come il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, che ben conosce, peraltro, la geomorfologia lagunare, al presidente della Regione, Luca Zaia. Un po’ più defilato il sindaco Giorgio Orsoni.
Certo, lo “sguardo dal ponte” su piazza San Marco e la riva degli
Schiavoni per un crocerista imbarcato su uno di questi grattacieli
natanti è impagabile. Il passaggio in bacino è un indiscusso
plus-valore di una crociera che parta da Venezia. E le compagnie lo
sanno benissimo. Ma il gioco vale la candela? O meglio: gli interessi
degli armatori e il colpo d’occhio per i clienti possono davvero ancora
giustificare i rischi che ciò comporta per una città unica e
fragilissima, al contempo? Proprio dal ponte più alto della nave,
la città oltre al fascino unico, manifesta nel modo più evidente la
propria fragilità e la sproporzione inaccettabile di volumi tra i
merletti delle architetture “serenissime” e le mura d’acciaio che sono
le fiancate di questi bastimenti. Il campanile di San Marco, che svetta
sulla città da secoli, scompare dietro la sagoma della nave. E’ come
se si volesse guardare la Fontana di Trevi, passandovi dentro in
motoscafo, o si andasse a visitare l’”Italia in miniatura” a bordo di
un Tir.
Quanto costa in degrado ambientale “l’inchino”, anzi potremmo dire in
questo caso la “genuflessione” che una nave da crociera fa alla città,
visti i pochi metri di distanza che questi giganti del mare lasciano
dalle rive friabili del centro storico? E quali rischi comporta per
Venezia un eventuale, anche se remoto, incidente navale a dua passi dal
“salotto” più bello del mondo? E’ vero che i fondali della laguna non
sono scogliosi, come quelli del Giglio, ma sabbiosi e non celano
insidie, ma è bene tenere viva la memoria: i veneziani ricordano
certamente il non lontano 2004 quando la nave da crociera “Mona Lisa”, a
causa di una fitta nebbia, finì per incagliarsi a pochi metri d piazza
San Marco e per fortuna l’incidente non ebbe serie conseguenze. Il
sindaco d’allora, l’attuale presidente del Porto di Venezia, Paolo
Costa, tuonò contro il transito delle crociere davanti a San Marco e
invitò a cercare percorsi alternativi meno impattanti. Non se ne fece
nulla, ovviamente. In realtà, il rischio più grande per Venezia è un
altro: quello che, come troppe volte è accaduto in questa città, tutti i
propositi e le idee si riducano a una laguna di chiacchiere. E intanto
la nave va.
Alberto Laggia
a cura di Gabriele Salari