Dice la verità con umorismo Nelson Mandela, la persona più ammirata dai giovani africani delle generazioni della fine del ventesimo secolo e dell’inizio del ventunesimo secolo. Ma credo che la sua osservazione non si applichi solo al sentire comune della cultura Xhosa. La pensano così, anche se preferiscono non dirlo in pubblico, molti leader politici in ogni parte del mondo, perfino dentro ad alcune grandi organizzazioni delle Nazioni Unite. Chi parla, scrive e mobilita le coscienze sui diritti umani, è spesso considerato almeno un rompiscatole. Forse è ovvio che sia così, perché tante regole e abitudini del vivere comune hanno rinchiuso il nostro modo di essere e di pensare in scatole impermeabili: per mettere in pratica i diritti umani capita spesso di dover rompere le scatole di perbenismo con cui si difendono le tradizioni ingiuste.
Il primo articolo della dichiarazione universale dei diritti umani “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti, sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”, sembra chiaro; ma molti fanno finta di non capire che uguaglianza dei diritti non significa che siamo tutti ugualmente intelligenti, ugualmente socievoli o con le stesse capacità; significa invece che tutte le nostre diversità non giustificano una disuguaglianza di diritti. I leader che hanno ispirato le Costituzioni di vari Paesi hanno detto che l’uguaglianza dei diritti tra tutti gli esseri umani è ovvia ed evidente. Certo lo era per loro, ma non per la gran parte delle persone nel mondo che si va globalizzando. Davvero ogni rettore all’università pensa di avere gli stessi diritti di ogni studente? Davvero ogni cattolico pensa di avere gli stessi diritti di un cardinale o del Papa? O ogni rifugiato in Somalia è trattato come se avesse gli stessi diritti del presidente Obama? O il ministro di turno pensa di avere gli stessi diritti di ogni immigrato che arriva in un barcone? E in fondo in fondo, ci crediamo davvero?
Visto che il primo articolo parla di fratellanza, ogni volta che vediamo in tv un bambino che sta per morire di fame sentiamo un brivido nella schiena e ci mobilitiamo come se fosse un fratello o un figlio in famiglia?
La solennità e importanza di questo principio scricchiola quasi ovunque nel mondo. Tanto che perfino governi insospettabili sono ben sicuri di avere qualche diritto in più degli altri e non si vergognano di dichiarare che i diritti economici e sociali non sono veri diritti, ma solo “aspettative importanti” dei popoli.
Sandro Calvani
direttore del Centro Asean sugli obiettivi di sviluppo del Millennio dell'Onu